«Non accettiamo lezioni dagli Usa»

«Non accettiamo lezioni dagli Usa» Ma Pippo avverte: si è perso il senso del limite, ricordiamo il buon gusto «Non accettiamo lezioni dagli Usa» Costanzo, Bando ePaolini difendono la tv italiana ROMA Prosegue la polemica per i giudizi «disastrosi» espressi dalla giornali�sta di «Variety», Deborah Young, sulla televisione italiana. «Gli ame�ricani dice Maurizio Costanzo hanno perso una straordinaria oc�casione per tacere. Può essere d'ac�cordo solo chi ha mai visto i talk show americani, dove si picchiano e si sputano in faccia. C'è stato addirittura chi ha sparato davanti alle telecamere. Basta, questo è il classico colpo di sole. Il fatto che ci diano lezioni di qualità è franca�mente vei^ognoso». Rispondendo poi all'accusa secondo la quale con l'arrivo di Mediaset la qualità tele�visiva è precipitata, Costanzo pre�cisa: «Mediaset si è ben guardato dal fare programmi simili ai loro». Per Pippo Baudo, «era inevitabi�le che scoppiasse il caso. Abbiamo dovuto aspettare una giornalista di Variety. Si è perso il senso del limite, specie in orari non consoni a un certo tipo di programmi. Non per apparire puritani, ma nello spettacolo il buon gusto va mante�nuto». Baudo comunque sottohnea che «la televisione italiana è sempre stata in testa per la quali�tà. Ma precisa quando si scende il primo gradino, poi è facile scen�dere anche gli altri. Non voglio accusare la tv pubblica o la tv privata, ma mi sembra che ci sia una gara a chi fa peggio, una gara al ribasso». La soluzione? «Si possono fare delle correzioni risponde non è una malattia inguanhile. Bisogna rientrare con moderazione e l'in�ventiva». Per Baudo, infatti, «non basta mettere carne al macello. Le donne per prime si fanno usare». Come Flavia Vento in «Libero»? «La gabbia non mi scandalizza, se l'invenzione è finalizzata a un cer�to tipo di messaggio e se poi la valletta esce per fare delle altre cose. È il contesto generale che tende a non valorizzare la donna». Anche Gregorio Paolini, ex «en�fant prodigo» di Mediaset, ora pas�sato alla Rai, difende la tv italiana che «negli ultimi 25 anni si è progressivamente avvicinata allo stile della tv americana. I game show, ad esempio, sono stati inven�tati in Usa, e ora c'è una coirente di game show in Europa. Non so quindi se la giornalista statuniten�se voleva criticare la tv del suo paese. Sbaglia comunque chi pen�sa che 25 anni fa la tv italiana fosse mighore di quella attuale. Tra l'al�tro, l'Italia ha programmi che gli Usa non hanno, come i programmievento, quelli di informazione e sulla comicità». Paolini fa l'esem�pio della «prima serata con Santo�ro, che in Usa non c'è. C'è solo "50 minutes", un programma abba�stanza tradizionale. E poi aggiun�ge bisogna distinguere la tv generalista da quella via cavo. Secondo me la mighore tv americana è IHBO, ma per vederla bisogna jagare più del canone per il cavo di jase. Forse conclude non piace il fatto che assomigliamo più alla tv Usa e a quella sudamericana. Ma questo è un problema cultura�le: noi siamo latini». Per uno spiacevole errore, la rubrica «Teatro Bteatro» del criti�co teatrale Masolino d'Amico è stata pubblicata sulla «Stampa» di ieri con la firma del critico televisi�vo Alessandra Comazzi e con il logo «Tivù fr tivù». Ce ne scusiamo con l'autore e con i lettori. Gregorio Paolinl «La tv 25 anni fa non era meglio»una gara a chi fa peggio una

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