Vermont tra nostalgia e tolleranza di Augusto Minzolini

Vermont tra nostalgia e tolleranzaLE NUOVE FRONTIERE DELIA MORALE AMERICANA Vermont tra nostalgia e tolleranza Nello Stato che riconosce le coppie gay reportage Augusto Minzolini inviato a MONTPELIER (Vermont) LA strada attraversa un mare bianco di neve che piano pia�no, all'inizio di questa prima�vera, lascia il posto al verde delle foreste del green mountains. E quando arrivi magari a Brattleboro per dormire al Naulakhà, nello stesso edificio in cui Rudyard Ki�pling scrisse «Il libro della giun�gla», dove nel rispetto per la tradi�zione ti calcolano ancora il conto in sterline inglesi, ti accorgi che quel mare è costellato da cittadine con nomi presi in prestito da altri paesi o da altri luoghi degli Stati Uniti. Montpelier, la capitale, non è la cittadina francese. La Woodstock del Vermont non è quella, vicina a New York, dove si svolse il primo raduno hippie, ma una sorta di museo all'aperto con le sue case in stile Ottocento tenuto in piedi dalla famiglia Rockefeller a suon di milioni. E lo slesso vale per Burlington o Plymouth che non hanno nulla a che vedere con le omonime cittadine inglesi. E tutte queste rimembranze in fatto di nomi ti possono trarre in ingan�no, non pensi davvero che uno Stato che nutre tanta nostalgia per il passato possa essere il primo ad equiparare, in diritti e in doveri, le unioni gay ai matrimoni eteroses�suali. E, invece, non c'è proprio nulla di strano. Il Vermont in fondo è cosmopolita, vi puoi trovare la gente più disparata, dall'irlandese, al cinese, all'italiano, dall'intellet�tuale, al businessman, allo sporti�vo, tutti con un unico amore in comune: la natura. Molte delle seicentomila anime che vivono qui sono persone venu�te da fuori, mentre di contro è fisiologico da decenni e decenni che buona parte dei nati nel Ver�mont se ne vadano (è successo anche a due Presidente degli Stati Uniti, Chester Arthur e Calvin Cooiidge, che hanno avuto i natali da questo Stato ma poi hanno fatto carriera altrove). Motivo? Chi prende casa in questo Stato che in passato ha rifiutato di dare ospitalità ad un grande polo siderurgico, che accet�ta a malapena gli stabilimenti del�l'Ibm o delle aziende dell'High-Tee mentre va orgoglioso solo della Ben and Jerry's Ice Cream che produce gelato ecologico, ha infat�ti una sola idea in testa: scappare dalle grande città congestionate dal traffico, dall'inquinamento, dai rumori. E il turn-over anagrafi�co è dettato da questa scelta: c'è chi scappa dalle metropoli e chi, invece, muore dalla voglia di tor�narci. Anche Alexander Solzsenistyen si rifugiò per un periodo nel silenzio del Vermont. Insomma, vivere qui è una scel�ta ideale. La compie solo chi ha voglia di rituffarsi nel passato. Chi ha nostalgia delle casette di legno nel bosco, magari negli stili che si sono succeduti per tutto l'Ottocen�to: il Federai, come lo chiamano, per le case più modeste, il Revival Greek con le sue colonne bianche e il vittoriano esaltati invece nelle grandi ville. «Il Vermont per usare le parole dell'unica scrittice nata qui di un certo nome, Dorotliy Confield Fisher è un pezzo del passato nel presente e nel futuro». Ma oltre ad essere una scelta ideale, il Vermont è anche una scelta politica. Per una ragione oscura, infatti, la parte della gene�razione del baby boom (com'è chia�mata negli Usa quella del secondo dopoguerra), che scappa dalle città con idee conservatrici, se ne va nel New-Hampshire, dove parlare di tasse è peccato. I figli delia sinistra newyorkese e radicale convertiti all'ecologia e alla new age che lasciano la Grande Mela approda�no invece irrimediabilmente nel Vermont. Ecco perché non bisogna mera�vigliarsi se questo è uno Stato liberal. Qui c'è l'unica enclave socialista che esiste nell'impero del capitalismo. In questa sorta di riserva indiana anche i capitalisti sono Socialisti. I proprietari della Ben and Jerry's Ice Cream, ad esempio, sono dei simpatizzanti di sinistra: hanno cominciato a pro�durre gelati dentro casa e ora si trovano per le mani un'azienda quotata in Borsa. Quella del picco�lo business che diventa grande, delle aziende famigliari, è un mo�dello economico mollo diffuso nel Vermont che lo fa assomigliare alla Toscana e all'Emilia. E' qui addirittura eletto come indipen�dente nelle liste dei democratici l'unico congressman statunitense che si autodefinisce socialista. Si chiama Bernard Sanders, è nato a Brooklyn, è stato un contestatore, un hippie, e ha preso anche lui la sua razione di manganellate e lacri�mogeni durante gli scontri di Chi�cago. Poi si è istituzionalizzato e per arrivare in Parlamento si è schieralo anche contro le leggi sul controllo delle armi da fuoco, gua�dagnandosi la benedizione della National Rifle Association, la lob�by delle armi che in questa terra di cacciatori fa il bello e il cattivo tempo (altro paragone con la To�scana). Quando Sanders ci ha ripen�salo per via di un rimorso tardivo, ha rischialo di perdere il seggio. Non è strano quindi che l'unico Stalo dove bruciare la bandiera americana non è reato per osse�quio alla protesta civile, sia anche il primo Stalo dove l'unione gay non è più tallii. Dove secondo il nuovo provvedimento a cui man�ca solo l'approvazione del Senato per diventare legge, basta una licenza per equiparare le coppie omosessuali ai matrimoni tra ete�rosessuali: con quel pezzo di carta puoi avere la custodia dei figli, accampare diritti ereditari sul compagno o sulla compagna, hai assegni famigliari, puoi chiedere l'aspettativa al tuo datore di lavo�ro per problemi di famiglia e se poi ti vuoi dividere devi rivolgerti irrimediabilmente alla Family Court, in poche parole al tribunale civile. Dividere, non divorziare perché nella slessa legge per un eccesso di formalità o di ipocrisia è scritto che il matrinionio, quello vero, e solo ira uomo e donna. Anche lo Slato più liberal del mon�do per rispellare le consuetudini e non offendere la morale comune della nazione, più retriva, ha biso�gno di nascondersi dietro ad un dito, pardon, ad una parola. Nei fatti, però, non cambia nien�te. Lo sanno bone le coppie gay che ci tengono, però, a sollolineare il distinguo verbale. A Montepulier, ad esempio, Nancy Eldcr che vive da quattro anni con Teresa dopo essere stata sposala con un uomo, giura che non farà una nuova esperienza di matrimonio. «E' sostiene un'istituzione patriarca�le. Penso invece che l'unione tra omosessuali può essere sentita co�me un'esperienza completamente diversa. Io e la mia partner siamo uguali». In fondo è comprensibile. An�che nel matrimonio il gay difende una sua diversità. Ovviamente i più entusiasti fautori della nuova legge fanno esattamente il contra�rio per enfatizzare le conseguenze che la conquista avrà sul costume sociale. Ad esempio Paula Eltelbribrick, direttore del National Gay and Lesbian Task Force Policy Institute non ha dubbi. «Negli ulti�mi dieci anni sostiene noi abbiamo assistilo ad una crescila senza precedenti della visibilità e dell'identità della genio gay e lesbi�ca come famiglie. Noi abbiamo rivendicalo quest'identità e il mon�do ci ha visto rivendicarla in ma�niera sempre più crescente». Sarà, ma non è detto cho tutta la società o, la maggior patte di essa, accetti questa accelerazione. Al Wobbly Barn di Killingtnn, un locale dove suonano dei gruppi hard-rock, di questa storia parla�no in pochi. C'è una sorta di fastidio. Non piace l'idea e ancora di più il fatto cho so ne parli tanto. «Se va avanti cosi dico John che malgrado sia giovane e abbia i capelli lunghi, non parla di coito un linguaggio progressista ci ritroveremo tutte le coppie gay del mondo nel Vermont. Proprio ;ier evitare questa, chiamiamola così, immigrazione di massa la Califor�nia ha promosso dieci giorni fa un referendum che ha detto no al�l'unione tra gay. Noi, invece, abbia�mo avuto la malaugurata idea di fare l'esalto contrario». Anche nel civile, progressista e liberale Vermont, non tulli la pen�sano allo stesso modo. Anche qui si sente lo strappo. L'anima tradizio�nalista della gente stoni a ad accet taro la novità. Non per nulla il provvedimento è stalo approvalo con un volo risicalo dalla Camera dei rappresentanti dolio Sialo: 76 contro 69. Un voto trasversale cho ha diviso sia i repubblicani, sia i democratici. Nel dibattito c'è stato chi, conio l'rank Mazur, ha messo in guardia dai rischi insili in que�sta fuga in avanti. «Il Vermont non è un'isola ma dipendo dagli altri Stali». Chi come la repubblicana Marion Milno, ha motivalo il suo voto favorevole rifacendosi alla sentenza dolla Coito Suprema del�lo Stalo cho ha giudicalo incostituzionaiw la differenza di trattamen�to ira coppie gay od eterosessuali. E chi ancora, come un'altra repub�blicana, Nancy Shollra, ha dello ohe sarà «duro spiegare alle prossi�mo generazioni» questa scelta. Insomma, anche le seicentomi�la anime del Vermont sono divise. Noi giro di poche settimane gra�zio alla Chiesa cattolica è nata dal nulla una lobby «ad hoc» per costringere il Senato a modificane il provvedi monto. E por evitare guai entrambi i partiti, quello democra�tico e quello lopubblicano, punta�no a decidere in via definitiva prima dolio prossimo elezioni dello Stalo, in programmu nel prossimo autunno. Tulio vogliono meno die un argomento cosi dirompento condizioni la campagna eloltorale. E il tormento per questa decisio�ne, por queste divisioni su un toma cosi delicato, che colpisce le coscenze, preoccupa anche i gay cho vivono nel Vermont, Non basta, infatti, una logge por modificare il costumo sociale so la gonio non condivide e non è convinta di questo cambiamento, Chuck Kletecka cho vive a Walerbury da sedici anni con il suo partner Robert Dostis lo dico apertamente: «Io non capisco perché noi non dovrommo avere i diritti di qualsiasi altra coppia. Ma, a parto questo, ho paura elio forse davvero stiamo cercando di imprimorc uno svilup�po Iropiio veloce...». Immersa nelle foreste del green mountains sopravvive l'unica enclave socialista di tutto l'impero capitalista Wk Ma un omosessuale che vive col suo compagno osserva «Forse stiamo correndo troppo verso il futuro» Molti dei 600 mila abitanti arrivano da fuori dopo essere fuggiti dalla congestione delle grandi città, mentre i nativi vanno via per vivere l'avventura delle metropoli Due immagini di coppie americane omosessuali Quella nella foto grande, durante una manifestazione di protesta svoltasi recentemente nell'Oregon, chiede provocatoriamente la licenza matrimoniale agli uffici del comune di residenza