Taiwan, la folla assalta la sede del Kuomintang

Taiwan, la folla assalta la sede del Kuomintang Dopo la sconfìtta elettorale il presidente nazionalista del partito, Lee Teng-hui, accetta di dare le dimissioni Taiwan, la folla assalta la sede del Kuomintang II leader, che è capo dello Stato uscente, accusato di essere il principale responsabile del tracollo LuoyanShen PECHINO La fine dol sistema di potere dol partito nazionalista, il Rttominlang, vecchio di oltre 50 anni non ó passalo senza traumi, lori una l'olla di manifestanti no ha proso d'assalto la sede chieden�do lo dimissioni dal leader del parlilo, ratinalo presidente Lee Tong-hui. 1 manifestanti lo accu�savano di essere stato la causa dolla sconfitta del Rmt por aver espulso James Soong, il quale allo presidenziali di sabato ò arrivalo secondo ad appena due punti percentuali dal vincitore Chen Shui-bian. I voti por Song e por il candidalo ufficialo del Ktnl, Lian Chan infatti superano digran lunga quelli di Chen: soli partilo fosso rimasto unito avrebbe vinto. Questa realtà pesa oggi anche sulla vittoria di «Ah-bian» come viene familiarmente chiamato Chen Shui-bian, «Ah-bian sa che por governare oggi devo ossero il presidente di tutti i laiwanesi e non solo del partilo democratico progressista», spiega un suo sosteniloro. E in questa direzione pare oggi muoversi Chen che ha dello ai giornalisti: «Non solo credo che la situazione rimanga slabile, ma che ci sarà anche un pacifico trasferimento dei pote�ri». L'esercito, tra i più agguerri�ti del mondo, forte di 400 mila soldati, ha infatti già proclama�to al sua fedeltà al vincitore. Meno chiaro però è come si comporterà la burocrazia cre�sciuta in simbiosi con il Rmt. Il partito intanto sembra andare a pozzi. Soong ha dichiarato che fonderà un suo nuovo partito e Lee ha già detto che si dimetterà dalle cariche del Rmt. Intanto però circolano voci che all'ulti�mo momento il presidente dimis�sionario Lee abbia cambiato ca�vallo, e sia passalo dal sostegno per Lian al sostegno per Chen. A riprova del sospetto nell'isola citano l'appoggio dato a Chen da alcuni grandi imprenditori noti per loro amicizia personale ver�so Lee Teng-hui. Nel complicato gioco di corri�doio della politica isolana rima�ne però il quesito su cosa farà Chen nei prossimi giorni. Men�tre a Pochino leader e specialisti hanno passato il fine settimana a riprendersi dalla sorpresa e sono ancora chiusi ad analizza�re le prossime mosse del vincito�re, Chen appare tiralo da due opposte forze. Da una parte ci sono i vertici del partito democratico progres�sista (Pdp) che non domandano nulla di meno che una dichiara�zione unilaterale di indipenden�za, cosa che provocherebeb al guerra con Pechino. Dall'altra parte invece ci sono i voti per Soong e Lian, contrari a dichiara�zioni di indipendenza, che rap�presentano complessivamente la maggioranza assoluta dei vo�tanti. Non è chiaro quanto Chen sia ancora legato al Pdp, e quanto sia disposto ad allontanarsi dai principi del partito a favore dell'indipendenza a cui molti militanti sono ancora fedeli. Non è chiaro quali sono i margi�ni di mediazione possibili, an�che se è chiara la posizione dei due principali alleati di Taiwan, Usa e Giappone: vogliono che Taipei parli con Pechino. Ieri anche il maggiore quotidiano dell'isola l'uUnità» ha sollecita�to Chen dall'agire con prudenza e abbandonare la tradizionale piattaforma indipendentista del Pdp. Il perìodo di interregno di Chen durerà fino al 30 maggio, quando entrerà ufficialmente in carica. Per allora dovrà aver completato le sue nomine, e dalle nomine Pechino, dove co�mincia a farsi largo l'idea che l'approccio duro con l'isola non paghi, potrà già cominciare a capire le intenzioni di Ah-bian. Manifestanti attaccano l'auto di un dirigente del Kuomintang

Persone citate: Chen Shui-bian, James Soong, Lian, Lian Chan, Soong

Luoghi citati: Giappone, Pechino, Taipei, Taiwan, Usa