Anche una vera sparatoria tra gang sul set del western barese di Zanasi di Franco Giubilei

Anche una vera sparatoria tra gang sul set del western barese di Zanasi Il regista presenta «Fuori di me», riuscito instant-movie all'italiana Anche una vera sparatoria tra gang sul set del western barese di Zanasi Franco Giubilei MODENA «Bisognerebbe smetterla di chia�marlo cinema ita�liano, sennò la gente lo va a vede�re solo per fare una buon nazio�ne...». Il nuovo film di Gianni Zanasi «Fuori di me» è nato quasi per caso, due anni fa, quando il regista modenese andò a Bari per presentare la sua prima pellicola in un cinema di periferia; cominciarono cos�nove giorni di riprose nel cjuartiere Cep, uno dei più degradali della città. Ora, giorno dell'uscita nelle sale ilaliane, Zanasi ripercorre le fasi movimentale della lavorazione la troupe un giorno si ritrovò nel bel mezzo di una sparatoria ed esprime tutta la sua amarezza sul Festival di Venezia: «Venezia è una pessima cassa di risonanza. Ero in concorso la passata edizione con "A domani», ma penso che se mi richiamassero a partecipare non ci andrei mai più: c'è un clima troppo triste e rancoroso, come un congresso De del '71, con tanto di correnti. L'aria triste del festival poi finisce per arrivare anche al pubblico, e lo contagia». Il risentimento si spiega meglio se si pensa che il film, dopo la rassegna, ha subito la stessa sorte di molle altre pellicole italiane, promosse alla bell'e meglio e distribuite in una manciata di cinema. Malumori veneziani a parte, il nuovo lavoro di Zanasi «Fuori di me» è un riuscito esempio di instant-movie: «Ho iniziato a girarlo in macchina, insieme agli attori Paolo Sassanelli e Lorenzo Viaconzi, con cui stavo andando a Bari per presentare "Nella mischia". Quando sono arrivalo nel quartiere che ci aveva invitato sono rimasto colpito dalla genie e dai luoghi, che fanno pensare al West. Ho fallo una scaletta l�per li e ho ripreso le persone e l'ambiente con uno spunto da jam session». C'è stalo un giorno però in cui la parola West ha assunto un significato più concreto: «Mentre giravamo hanno cominciato a spararsi, e noi eravamo esattamente nel mezzo. Non ce l'avevano con noi, ma io ero comunque terrorizza�lo. Di quell'episodio non ho ripreso nulla, e anche se l'avessi fatto non l'avrei messo nel film, mi sarebbe sembrato di fare dello sciacallaggio». Lo stesso Zanasi compare nel film, «nella parte di un regista un po' rilardato cui devono spiegare tutto, anche come si usa un telefonino". Gli altri protagonisti sono vecchie conoscenze del regista, Sassanelli, in tivù in «Un medico in famiglia», e il 1 Benne Viaconzi. Insieme a loro Dino Abbrescia e Maril Nissen, scelta da Carlo Verdone per «C'era mi cinese in coma». Gianni Zanasi dice di aver avuto l'idea per il suo nuovo film due anni fa conoscendo il quartiere Cep di Bari

Luoghi citati: Bari, Modena, Venezia