Wenders: vorrei l'Oscar per i miei musicisti cubani di Fulvia Caprara

Wenders: vorrei l'Oscar per i miei musicisti cubani Candidato per «Buena Vista Social Club» Wenders: vorrei l'Oscar per i miei musicisti cubani «American Beauty?Bello, ma mi ha copiato Mi mancano Jeremy Davies eMillaJovovich» Fulvia Caprara ROMA Come «American beauty», il fenome�no cinematografico di quest'anno, plurìcandidato agli Oscar, il nuovo film di Wim Wenders «The million dollar hotel» racconta una storia dal punto di vista di un morto: «Non può trattarsi di coincidenze osserva il regista tedesco a Roma per presenta�re la pellicola in uscita il 31 marzo : talvolta le cose sono nell'aria, e co�munque trovo molto singolare il fatto che una grossa casa di produzione come la Dreamworks abbia deciso di realizzare un film che descrive una società di perdenti. "American Beau�ty" mi è piaciuto veramente moltissi�mo, l'ho trovato straordinario, consi�derando anche che si tratta di un'ope�ra prima». Ma se la pellicola di Sam Mendes avrà un ruolo da protagoni�sta nella prossima notte delle stelle, anche Wim Wenders non sarà sempli�ce spettatore visto che il suo docu�mentario «Buena Vista Sodai Club» fa parte della rosa dei candidati alla statuetta: «Non ho mai avuto nomina�tion agli Oscar dice l'autore e credo che quella sera sarò molto nervoso, un po' come Benigni l'anno scorso. Durante le riprese di "Buena Vista Social Club" nessuno di noi pensava che quel lavoro sarebbe finito nelle sale cinematografiche e tantomeno che avrebbe avuto il successo che ha avuto. Insomma, questo è un film che ci ha fatto un sacco di regali, a me e a tutti quelli che ci hanno lavorato; la candidatura all'Oscar fa parte di que�sta serie di doni e io vorrei moltissimo che la statuetta arrivasse, soprattut�to per le persone che sono nel film, per i miei musicisti cubani, perchè i vincitori sarebbero loro». Sulle reali possibilità di affermazione, Wenders è cauto: «I membri dell'Academy possono volare per gli attori anche se non hanno visto i loro film, ma la stessa cosa non vale per i documenta�ri che invece devono essere visti per forza tutti e cinque; non so se siamo tra i favoriti, ma di certo so che conta molto una certa pressione promozio�nale, cosa su cui noi non possiamo contare, perchè non ho la possibilità di portare i miei protagonisti vecchiet�ti in giro per gli Stati Uniti». Vincitore, all'ultimo FilmFest di Berlino, dell'Orso d'argento della Giu�ria, Wenders è rimasto particolar�mente legato all'esperienza di «The million dollar hotel», nato dall'amici�zia con il leader degli U2 Bono e realizzato in soli 35 giorni di ripi -e dopo sei anni di progetti e rimandi: «Normalmente (juando la lavorazio�ne di un film si conclude, sono gli attori, che hanno vissuto insieme per settimane come in una famiglia, a precipitare in una specie di buco nero. Stavolta nel buco nero ci sono finito io: sento fortissima la mancan�za dei miei due protagonisti, soprat�tutto Jeremy Davies e Milla Jovovich, senza di loro non so veramente che cosa fare, e non mi era mai successa una cosa del genere». Scelto su consiglio di Sean Penn, l'attore Jeremy Davies interpreta il ruolo centrale di Tom Tom, un «diverso» alla Forrest Gump, allegro, sensibile, e con «l'animo di un bambino»; Milla Jovovich è una sorta di «bella addor�mentata nel bosco», una Madonna del marciapiede che in qualche ange�lo del cuore ha saputo conservare intatta la capacità di amare. E poi c'è Mei Gibson, l'implacabile detective Skinner, un «uomo spezzato», spiega Wenders, «fisicamente nella schiena, ma soprattutto nell'anima, ed è que�sta sofferenza che lo rende umano». Intorno a loro si agita la comunità dei reietti che abita nel «Million Dollar Hotel» di Los Angeles, oggi denomina�to «Frontien: «Un posto da 40 dollari a settimana, l'ultimo rifugio prima della scatola di cartone sul marciapie�de per gente che, grazie all'ammini�strazione Reagan, si è trovata da un giorno all'altro senza aiuti e senza casa».

Luoghi citati: Berlino, Los Angeles, Roma, Stati Uniti