I mostri di Shakespeare

I mostri di Shakespeare Julie Taymor parla del suo ultimo film ^tus Andronicus» con Anthony Hopkins I mostri di Shakespeare «Ho esplorato la malvagità umana» Fiamma Arditi NEWVORK Il bambino gioca alla guerra con soldatini e ketchup sul tavolo di cucina, mima rumori di bombarda�menti e artiglierie. Improvvisamen�te il gioco diventa realtà e viene catapultato, come «Alien nel paese delle meraviglie», in mezzo a un'are�na vera, il Colosseo, dove Tito An�dronico toma vittorioso con le sue truppe dalla guerra contro i barbari Goti. Presento e passalo, sangue e poesia, vendetta e compassione, in�nocenza e depravazione si alterna�no nel film di Julie Taymor tratto da quella che è passata alla storia come la più violenta delle tragedie di Shakespeare, pubblicata nel 1594 e ambientata nella Roma decadente del tardo Impero. Adesso il suo film arriva in Italia e contemporanea�mente viene pubbliuato «Playing with Pire»., il racconto-diario dei suoi 30 anni di regia por teatri, opere, musical e adesso cinema. «Ho comincialo con il bambino, Lucio, nipote di Tito, perché prima è spettatore innocente e poi diventa protagonista. Attraverso i suoi oc�chi voglio che lo spettatore mi se�gua», mi racconta Julie Taymor, alla fine di una giornata di prove di «The Green Bini», che debutterà al Cori 'Iliealer di Broadway il 18 aprile. Nel 1994 aveva già messo in scena qui a New York il «Tilus Andronicus». «Quando lessi il testo rimasi stravolta», confessa oggi. Poi, però, si è appassionata a questo dramma che esplora fin dove può arrivare la vendetta e la perversità della natura umana e lo ha scelto anche per dirigere il suo primo film. «Quando leggi Shakespeare vedi che niente ò cambiato. Le grandi emozioni, che ci l'anno essere quello che siamo sono lo slesse, ieri come oggi». Ecco perché nel film, simboli�co e surreale, c'è un continuo slillamenlo e sovrapposizione di passalo e presente. «Volevo mescolare il tempo e Dante Ferretti, il mio sceno�grafo, mi ha dato l'idea di contrap�porre al Colosseo il palazzo delle Civiltà dell'EUR, a Roma, che Mus�solini fece costruire per ripercorre�re i fasti dell'Impero Romano». Il film, costalo 20 milioni di dollari e prodotto dalla stessa Taymor con Conchila Airoldi, è girato per due terzi in esterni fra le rovine di Villa Adriana, le Terme di Caracalla, il Colosseo («primo luogo dove la vio�lenza diventò spettacolo»! e Pola in Croazia, pochi mesi prima della guerra del Kosovo. Gli intemi dove si svolgono orge e massacri, sono siali ricreati da Ferrelli negli sludi di Cinecittà, costumi e armature inventati da Milena Canonero. Le musiche, che sembrano in�tessute con le scene, sono di Elliot Goldenthal, marito di Julie Taymor, che ha fatto con lei almeno sedici produzioni. Nella scelta del protagonista la Taymor non ha avuto dubbi: «Per il più grande degli scrittori potevo solo scegliere Anthony Hopkins». Nella parte di Tamora, regina dei Goti fatta prigioniera, c'è una Jessica Lange androgina e statuaria, cha da donna e madre ferita diventa mostro della vendetta. «I personaggi, tutti mostri, sono capaci di atrocità senza fine, ma la violenza ha sempre uno scopo e Shakespeare crea una tensione continua tra commedia nera e umori�smo». Nella foto Anthony Hopkins nel panni di Tito Andronico mentre la sua vìttima è Tamora regina dei Goti, impersonata da una androgina e statuaria Jessica Lange

Luoghi citati: Croazia, Italia, Kosovo, New York, Pola, Roma