«Cancellierato e sbarramento al 5 per cento» di Amedeo La Mattina

«Cancellierato e sbarramento al 5 per cento» TRA POLITICA E GIUSTIZIA «Cancellierato e sbarramento al 5 per cento» Si allarga il fronte del s�alla riforma neoproporzionale Amedeo La Mattina ROMA «Calma e gesso, signori. Sarà difficUe, molto difficile che riesca l'operazione dello scorso anno: questa volta il referendum raggiungerà il quorum». Non batte ciglio, non fa trasparire alcuna tensione Massimo D'Alema con i suoi interlocutori. Il premier cerca cosi di tranquilliz�zare Walter Veltroni che, invece, comincia a stare sulle spine perché vede ingrossarsi giorno dopo giorno il fronte delle «4 B»: Berlusconi, Bertinotti, Bossi e Boselli. E in effetti il fronte trasversale dei neo-proporzionalisti, pezzo dopo pezzo, sta mettendo in campo truppe e generali sempre più agguerriti. E' di ieri la presa di posizione del leader della Gisl, Sergio D'Antoni, a favore del cancellierato alla tedesca. E' di ieri l'adesione formale dell'ex leader dei Popolari, Franco Marini, al Comitato del No al referendum elettorale. Una mossa che spiazza Pierluigi Gastagnetti e che dovrebbe portare molti parlamentari del Ppi a sottoscrivere la proposta di legge messa a junto nell'ufficio del ministro Zecchino (cancelierato alla tedesca, con sbarramento al 5 per cento). Si parla di 30-40 deputati popolari pronti con la penna in mano, nonostante Gastagnetti dica che non ci sono i tempi per approvare una proposta del genere. E ora i proporzionalisti aspettano soprattutto l'arrivo del peso massimo, Silvio Berlusconi, il quale appena rientrato, da Israele si è premurato eh complimentarsi con Giuliano Urba�ni e Giulio Tremonti per la riuscita dell'operazio�ne. «Quella del cancellierato è la migliore strada possibile», è l'opinione del Cavaliere, il quale però non intende sottoscrivere la proposta fino al 16 aprile, data delle elezioni regionali. Sì, fino a quella data il capo di Forza Italia non vuole incrinare l'unità del Polo, non vuole innervosire il suo alleato Gianfranco Fini, perché «bisogna vincere le regionali». E dopo? Beh, dopo Berlusconi non ha dubbi su cosa fare: sarà a fianco, anima e corpo, ai «tedeschi» del proporzionale (sono soprannomi�nati cos�i favorevoli al cancellierato), sosterrà il Comitato del No con lo scopo di non far raggiungere il quorum. «Calma e gesso, signori. Ci sono ancora tanti passaggi, soprattutto quello delle regionali che andranno bene». Lo dice e lo ripete D'Alema, ma nella sua maggioranza sempre più slabbrata la preoccupazione cresce, la fibrillazione è al massimo al punto che anche Arturo Parisi ò disposto a venire a patti con gli irrequieti socialisti di Enrico Boselli pronti a passare all'opposizione e con Fausto Bertinotti. Il quale ieri l'ha sparata grossa: «Alle elezioni politiche, se dovesse passare un sistema maggioritario puro, non ci potrà mai essere accordo tra noi e il centrosinistra. Preferiamo morire correndo da soli piuttosto che diventare uno degli ascari di D'Alema e Veltroni. E loro moriranno con noi». Invece, con un «sistema flessibile si può discute�re, ci può essere l'accordo», è il messaggio che il leader di Rifondazione comunista lancia alla maggioranza che oggi si riunisce con il sottose�gretario Pranceschini per trovare la quadratura del cerchio, una via d'uscita per spezzare il fronte delle «4 E». In sostanza, Bertinotti vuole che nella legge elettorale sia previsto il voto per i parliti, che nella scheda elettorale venga stampa�to anche il simbolo delle diverse liste e dei partiti e non solo quella della coalizione che fagocita e dissolve le identità politiche. Troviamo un accordo dice Parisi agli alleati antimaggioritari ma non mettetevi di traverso al referendum. I Democratici sentono odore di elezioni anticipale. Sentono che no parlano i socialisti e il Prc come soluzione per annullare il referendum e salvarsi dal Moloch di una legge che non lascia spazio a quei parlili che non vogliono coalizzarsi. Il timore che rinasca la De o comunque un «grande centro» di tipo spagnolo rende nervosi i referendari e preoccupa Gianfranco Fini, li (piale ò al corrente delle intenzioni di Berlusco�ni, dei suoi incontri sempre più frequenti con Giulio Andreotti, diventato il consigliere più ascoltato dal Cavaliere. E sa della promessa falla da Gianni Letta, gran conoscitore del mondo andreottiano, a molti interlocutori: ve�drete che Berlusconi si spenderà per il cancellie�rato e per l'astensionismo. Obiettivo: far saltare il quorum Si intensificano gli incontri del leader del Polo con Andreotti. Berlusconi prende tempo: teme di irritare l'alleato Fini in vista delle regionali La Rai cambia simbolo: manda in pensione il cavallo di viale Mazzini e lascia la denominazione di radiotelevisione, per segnare il passaggio alla nuova era multimediale. La decisione è stata presa ieri dal consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Il logo può essere descrìtto come una «farfalla stilizzata»: le ali sono due profili di volti che rappresentano il pubblico televisivo. Unica concessione al passato, il colore blu che rimarrà anche nel nuovo logo, che debutterà a settembre, nella nuova stagione televisiva. Indagato e accusatore. Paolo Bampo, l'ex leghista che aveva denunciato la compravendita dei parlamentari oggi depone davanti al magistrato, accompagnato dal suo avvocato. «Giorni (a racconta la Guardia d�Finanza mi annunciava una sua visita per l'indagine connessa ad un reato di diffamazione. Il paradosso è quello che sono chiamato a rispondere sia come persona informata dei fatti sia come indagato nel reato connesso di diffamazione. Questa è la conseguenza di aver svelato quell'osceno mercato di parlamentari». Questa mattina ci sarà il voto sul ddl per l'istituzione della Commissione su Tangentopoli. Per tre volte ieri è mancato il numero legale, e l'allungamento dei tempi ha costretto il presidente dell'aula Nicola Mancino ad aggiornare la seduta. E' stato concluso l'esame degli otto articoli del ddl, tutti approvati senza modifiche da parte del Polo. Stamane, alle 10, sono previste le dichiarazioni di voto, che dovrebbero durare circa un'ora. Dopo l'approvazione, il provvedimento passerà alla Camera. La Giunta per le Elezioni della Camera ha sospeso la decisione che riguarda il futuro di Marcello DelPUtri. All'ex Presidente di Publitalia era stata inflitta l'Interdizione temporanea dai pubblici uffici. Il deputato di Forza Italia però, nel frattempo, ha presentato ricorso chiedendo l'indulto. Ora il comitato ha deciso di attendere che venga definita la data dell'udienza sul ricorso presso la Corte di Cassazione. Se i tempi dovessero essere lunghi, la Giunta proseguirà comunque l'esame del caso. E suta del 55 per cento, secondo la Anp, l'associazione dei presidi, la partecipazione allo sciopero di ieri, indetto per protestare contro il mancato avvio delle trattative sul nuovo centrano (in foto il ministro Luigi Berlinguer). «Siamo preoccupati, anzi allarmati dice Giorgio Rembado, presidente Anp -. A settembre partirà l'autonomia, e scatterà la nostra funzione dirigenziale, ma siamo ancora nella totale assenza di una disciplina contrattuale». Secondo il ministero, invece, l'adesione allo sciopero è stata del 30 per cento.

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