Rover in rosso, oggi Bmw decide la vendita di Fabio Galvano

Rover in rosso, oggi Bmw decide la vendita Rover in rosso, oggi Bmw decide la vendita Si candida un ex manager. Blair: salveremo gli impianti Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Rover nell'occhio del ciclone: toc�cherà oggi al consiglio d'ammini�strazione della Bmw, convocato a Monaco, decidere il futuro della Casa inglese, acquistata nel 1994. Le prospettive non sono incorag�gianti: le perdite dell'anno scorso circa 800 milioni di sterline, 2.500 miliardi di lire) non tendo�no a diminuire, le quote di merca�to della Rover fatto salvo il settore delle fuoristrada non si riprende. Le ipotesi vanno dalla vendita o svendita dell'intera operazione britannica allo scorporamenlo: Land Rover e Mini nelle loro nicchie ancora sotto control�lo Bmw, il resto venduto al mi�glior offerente (si parla di una cordala guidata dall'ex direttore marketing Kevin Morley, appog�giato dalla finanziaria londinese Alchemy partners), o addirittura abbandonato. Quest'ultima ipote�si è la più allarmante: significhe�rebbe probabilmente la chiusura dello storico stabilimento di Longbridge con i suoi 9 mila dipenden�ti (e almeno 30 mila nell'indotto). Oggi la decisione, domattina l'an�nuncio; ma in Inghilterra le cam�pane suonano già a morto. Tutto si muove, nell'industria automobilistica mondiale. Si è addirittura ventilala, in Inghilter�ra, l'ipotesi che sia stato l'accordo tra Fiat e General Motors a scate�nare la crisi della Rover, dovuta alla necessità della Bmw di serra�re i ranghi e tagliare i rami secchi. «Probabilmente la decisione era già stata presa nei giorni prece�denti», afferma il professor Garel Rhys, direttore del centro ricer�che sul settoreauto alla Business School dell'università di Cardiff: «Ma senz'altro l'accordo di Tori�no l'ha resa improrogabile; soprat�tutto se Fiat e Gm intendono lanciare in America, con i modelli Alfa Romeo, una sfida mirata al dominio Bmw nel settore sportexecutive». ba verità, aggiunge il professor Rhys, è che «la Bmw è improvvisa�mente molto vulnerabile». Aveva preso la Rover, spiega, per unire forze e sfondare il muro dei 2 milioni di auto l'anno: «Non ci è riuscita e l'abbandono totale o parziale della Rover la lascia a pezzi. Potrebbe essere una mossa utile a breve termine, ma disastro�sa nel lungo termine: potrebbe non sopravvivere». Anche perché non è più la Bmw del '94: «Ha commesso troppi errori». Risultato? Ora la Bmw sia pure a spese della Rover e di chi ci lavora deve trovare nuove stra�tegie. Dopo avere respinto in tem�pi non lontani le avances della Fiat, può essere oggi facile preda di uno scalatore. «C è la soluzione tedesca dice il professor Rhys e si chiama Volkswagen. Ma fra i possibili pretendenti ci sono an�che la Ford, sebbene sia scomoda la presenza di Bmw e Jaguar sotto lo stesso tetto, e anche la nuova forza rappresentata dall'al�leanza Fiat-Gm». Intanto i sinda�calisti di Longbridge sono a Mona�co, per salvare il salvabile. Lo stabilimento di Cowley, con la nuova Mini, dovrebbe essere al sicuro; e cos�quello di Solihull con le quattro linee fuoristrada che Monaco vuole tenere. Il peri�colo è a Longbridge, dove nel 1905 nacque la Austin. Blair parla ai Comuni promettendo «tutto ciò che possiamo» per salvare un impianto di «enorme importanza strategica». Il premier inglese Tony Blair

Persone citate: Cowley, Garel Rhys, Kevin Morley, Tony Blair

Luoghi citati: America, Cardiff, Inghilterra, Londra, Monaco