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«Tacchinardi, perdonaci» «Tacchinardi, perdonaci» I rapitori scrìvono all'imprenditore MILANO Fabio Tacchinardi, l'imprenditore di Basiglio vitti�ma due settimane fa di un sequestro di persona risoltosi nel giro di pochi giorni, ancora non ha potuto leggerla. Ma quando rientrerà dalle vacanze, che sta trascorrendo con la famiglia in un luogo lontano da occhi indiscreti, tra la posta in casella troverà anche una lettera dei suoi ex sequestratori, i fratelli Gioacchino e Baldassarre Giustiniano, dall'altro ieri detenuti nel carcere di Opera. I quali, con una prosa incerta ma intenzioni che i loro avvocati definiscono «sincere», tornano a chiedere perdono all'uomo che fu loro ostaggio per quattro giorni —Difficile immaginare se Tacchinardi deciderà di rispondere con un'altra missiva o in cuor suo perdonerà. I ruoli ora si sono invertiti: se durante la sua forzata prigionia fu il giovane imprenditore, come da lui stesso raccontato, a tentare di impietosi�re i suoi sequestratori, adesso tocca ai suoi ex aguzzine dal carcere, provare a seguire la slessa Strada. E per questo forse che tre giorni fa, a «Domenica in», si sono presentati addiriltura i genitori elei fratelli Giustiniano, per chiedere pubbli�camente scusa e, appunto, il perdono. E ora la lettera, che probabi mente finirà agli atti del prossimo processo. Ma gli avvocati non si sbottona�no: troppo presto per sapere se la famiglia Tacchinardi rinuncerà a costituirsi parte civile, alleggeren�do la posizione processuale dei due banditi. L'inchiesta della procura tra l'altro non si è ancora conclusa: alcuni particolari non tornano. Ad esempio, durante il sequestro a Fabio Tacchinardi sono spariti un orologio di un certo valore h il cellulare. Che fine hanno fatto? 1 fratelli Giustinia�no hanno raccontato di averli fatti sparire dopo la liberazione dell'ostaggio per cancellare le eventuali prove del loro coinvolgimento. Ma gli inquirenti stanno ancora cercando. |p. col.l