Cinque porcellini nati con la clonazione di Fabio Galvano

Cinque porcellini nati con la clonazione Cinque porcellini nati con la clonazione Nuova impresa scientifica in Virginia tra speranze e timori Fabio Galvano corrispondenlB da LONDRA Cinque maialini clonali i pri�mi a nascere con una tecnica simile a quella usala per la pecora Dolly potrebbero rap�presentare il primo passo, nella rivoluzione genetica di questi anni, verso un futuro di xenotrapianti, cioè la donazione d'organi da una specie all'altra, in questo caso dai porcelli al�l'uomo. E' un grande passo avanti, naturalmonte mitigato dai pericoli olici che si nascon�dono dietro ogni progresso scientifico in questo campo, quello annunciato ieri dalla Ppi Therapeutics, la società scozze�se che aveva collaborato con il Roslin InslituU�di Edimburgo per la creazione di Dolly. I cinque maialini sono nati il 5 marzo nei laboratori americani di Blacksburg, in Virginia, e godono lutti di ottima saluto. Destinati a diventare celebri come Dolly, i porcellini si chia�mano Millie, Chrisla, Alexis, Carrel e Dotcom: Millie perchè è il primo clono croato dalla Ppi Therapeutics in questo millen�nio; Chrisla in onoro dol profes�sor Christian Barnard, che nel 1967 esegui il primo trapianto cardiaco; Alexis e Carrel per ricordare Alexis Carrel, elio noi 1912 vinse il premio Nobel por gli studi che ancora oggi forma�no la base della medicina dei trapianti; infine Dotcom, equi�valente fonetico del sogno di internet «.com», pensando ai tempi che corrono o perchè «qualsiasi collegamonlo con (inolia sigla sembra oggi avere un riflesso sulla valutazione commercialo di una società». Dotcom, in realtà, è stalo una sorpresa: lutti, in laboratorio, ponsvano che i maialini clonati fossero soltanto quattro. La nascita dei cinque porcel�lini prelude alla creazione di una razza suina con organi che non siano rigettati dall'organi�smo umano: l'ostacolo su cui ogni tentativo è finora caduto. Ma numerose sono le altro applicazioni della nuova tecni�ca: si potrebbero creare, por esempio, maiali lo cui cellule producono insulina e possono ossero donato ai diabetici. Atlualmonlo, come spiegano alla Ppi Therapeutics, l'organismo umano rigetta gli organi dei maiali in seguito alla presenza di un particolare geno nelle loro cellule. «Il prossimo passo dicono consisto nell'eliminaziono di quel gene con la stessa tecnica di clonazione». Sarà poi sufficiente somministrare al pa�ziente, prima di un trapianto, una trasfusione di sangue con�tenente cellule modificate dei maiali che forniscono gli orga�ni. «Tutti gli ostacoli scientifici ha affermato ieri Ron James, il direttore del laboratorio scoz�zese sono stati superati. Si tratta ora di miscelare tutte le strategie genetiche disponibili per creare due maiali, maschio e femmina. A quel punto avre�mo la razza che ci serve». Il mondo scientifico è eslatico, anche se restano numerosi punti interrogativi. Funzione�rà? E' sicuro? Soprattutto: è etico? Non ci sono por caso nei maiali, come è già stato accerta�to per le scimmie, pericoli di virus silenziosi e latenti che potrebbero sprigionarsi non ap�pena entrati nell'organismo umano? Nessuno si nasconde, inoltre, che l'osporimento di Blacksburg avvicina il momen�to inevitabile, forse della clonazione umana. E' un mon�do tutto nuovo da scoprire e da regolare: con grandi possibili benefici, ma altrettanto allar�manti prospettive. «C'è una cor�sa globale avverte il dottor Patrick Dixon, esperto di pro�blemi genetici che potrebbe di vaniate selvaggia e travolgen�te». Anche i maiali potrebbero, in un futuro di trapianti a favore dell'uomo, nascondere il pericolo di virus latenti. In minore misura delle scimmie, beninteso, ma la possibilità re�sta. Non ultimo c'è il rischio che la sperimentazione sui ma�iali possa danneggiare anche questi: in varie esperienze del passato, nei quali sono stati introdotti nella specie alcuni geni umani, si sono rilevate cecità, impotenza e altri disor�dini. Problemi complessi. Se�condo la dottoressa Vivienne Nathanson, che guida la com�missione etica della British Me�dicai Association, «si tratta di trovare un equilibrio fra scetti�cismo e possibilismo»: «Parlia�mo di tecniche che possono salvare vite ma che potrebbero anche riservare pericoli per l'intera popolazione». Un po' come i cibi transgeni�ci, ma in questo caso con effetti immediati sull'organismo uma�no. E il governo Blair? «Un interessante sviluppo», dichia�ra l'autorità per gli xenolrapianti: «Siamo tuttavia ben lon�tani dalla richiesta di licenze per compiere esperimenti in quel campo. Dobbiamo conside�rare a fondo tutti i rischi di un'infezione trasmessa fra le specie». 1938 J Lo scienziato nazista Hans Spemann propone per primo d�estrarre il nucleo da una cellula uovo e d�rimpiazzarlo con il nucleo d�un'altra 1952 '.. Primi esperimenti, senza successo, di clonazione sulle rane: le loro cellule uovo sono molto più | grandi di quelle dei mammìferi e luindi più facili da manipolare LA LUNGA STRADA DELLA .CLONAZIONE T)olly è il primo mammifero della storia clonato a partire da un individuo adulto. I ricercatori dei Roslin Institute di Edimburgo hanno prelevato il nucleo^ d�una cellula mammaria di una pecora adulta e l'hanno trasferito in un ovulo'1 kprivato del suo nucleo. I 1999 Un veterinario di un i aboratorio di Porcellasco, nel Cremonese, clona un toro La società britannica PPL Therapeutics, la stessa della pecora Dolly, riesce a clonare per la prima volta una cucciolata d�maiali. S�chiamano Millie, Chrisla. Alexis, Carrel e Dotcom e sono clonati da cellule di animale adulto John Gordon 1352 '^dell'Università di "Cambridge rimpiazza il nucleo di una cellula uovo di una rana con quello di un'altra rana. Ma l'embrione non riesce a superare lo stadio di girino Steen Willadsen a Cambridge, in Gran Bretagna, ottiene cinque pecore tutte uguali suddivìdendo un unico embrione; e una tecnica che si (jpfinisce embryo splitting^ •oh .'irrim i ir 'M'fsqr? i'' ANSA-CENTIMETRI

Luoghi citati: Cambridge, Edimburgo, Gran Bretagna, Londra, Virginia