LA LEZIONE SPAGNOLA PER L'ITALIA

LA LEZIONE SPAGNOLA PER L'ITALIA SERIETÀ'E FAIRPIAY LA LEZIONE SPAGNOLA PER L'ITALIA Enzo Bettlza s; ULLE ragioni del trionfo di Aznar e del suo modera�to partido popular, trionfo del tutto inatteso rispetto alle caute previsioni della vigilia, non mancheranno certo analisi e com�menti. Ma quello che a noi preme soprattutto di sottolinea�re in questo momento, insieme di scatto e di continuità di una fruttuosa politica centrista avvia�ta fin dal 1996, è la grande lezione di serietà democratica offerta agli europei e in particola�re ai cugini italiani da una Spagna che soltanto una genera�zione fa ristagnava ancora nelle retrovie del sottosviluppo civile ed economico continentale. No�nostante l'insidia del terrorismo basco, la consultazione se svolta all'insegna della stabilità e del fair play. I due schieramenti, il popolare e il socialcomunista, si sono confrontati duramente ma correttamente in un'atmosfera priva di scandalismi e di volgari�tà; l'asettico Aznar ha fatto la sua parte con cifre e statistiche positive alla mano; ha vinto, anzi stravinto senza istrionismi platea�li, costringendo l'antagonista a prendere atto fino in fondo della sconfitta. L'esemplarità, tutta spagnola, con cui il leader sociali�sta Almunia si è dimesso subito dopo il risultato, è stata un'ulte�riore riconferma della solidità della giovane democrazia iberi�ca. Nessun'aria, nei dintorni, di doppi giochi, o ribaltoni poten�ziali. Sarebbe ingeneroso dimenìi care che già la Spagna socialista di Gonzàlez aveva conseguito con ottimi risultati il suo esame di maturità. Facendo un somma�rio paragone con la Gran Bretagana, si potrebbe dire che come la Thatcher aveva preparato il terreno al laburismo moderato di Blair, cos�l'equilibrato sociali�sta Gonzàlez ha dissodato e seminato l'arretrata campagna spagnola per i successivi straordi�nari raccolti di Aznar. Più che mai dopo l'ultima prova elettorale la Spagna demo�craticamente bonificata, politica�mente consolidata al centro, economicamente arroccata su una crescita che sfiora il 4 per cento del Pil, sembra aspirare con giusto diritto ad un ruolo di punta nell'Unione Europea e di guida morale e finanziaria nel�l'America Latina. Del resto essa si era già presentata con i conti in regola all'appuntamento mo�netario di Maastricht, sopravan�zando l'Italia del governo Prodi, e aveva compartecipato e tutto�ra partecipa ai gravosi impegni militari in Bosnia e nel Kosovo. Ha la sua parte in tutto questo anche lo status culturale che storicamente le assegna l'impor�tanza mondiale della lingua spa�gnola accanto a quella inglese. Si può ben dire che dopo tre secoli di decadenza, di umiliazioni poli�tiche e militari, di invasioni straniere e di guerre civili, la Spagna moderna stia alfine ritro�vando il rango perduto fra le maggiori nazioni dell'Occiden�te. La sua prossima candidatura al posto di socio del G7 sarà inevitabile e, prima o dopo, dovrà essere anche esaudita. A quelli che restano al di qua dei Pirenei interessa relativamen�te che questa Spagna virtuosa, in pieno decollo nazionale e intema�zionale, sia governata dai popola�ri o dai socialisti.'Dagli esami di maturità di Gonzàlez alla laurea di Aznar, dalla transizione po�si franchista alla democrazia com�piuta, hanno prevalso soprattut�to la coerenza e la continuità. Gò che più d'ogni altra cosa deve contare per noi è il miraco�lo, ormai irreversibile, della rina�scita europea della Spagna. F

Persone citate: Almunia, Aznar, Enzo Bettlza, Thatcher

Luoghi citati: America Latina, Italia, Kosovo, Spagna