Brandys, la Polonia è un sentimento di Luigi Forte

Brandys, la Polonia è un sentimento Si è spento a Parigi lo scrittore scoperto da Sartre. Aveva 84 anni Brandys, la Polonia è un sentimento Luigi Forte morto vicino a Parigi, dove viveva dal 1981, lo scrittore polacco Kaziraierz Brandys. Sco�perto da Jean-Paul Sar�tre negli Anni 50, Brandys era ormai un romanziere di fama in�ternazionale e da tempo uno dei più favoriti candidati al Nobel. Nato nel 1916, egli ha condiviso drammatici momenti della storia polacca, prendendo attivamente parte alla lotta contro l'occupazio�ne nazista. Iniziò nell'immediato dopoguerra con Cavallo di legno (1946) la sua attività di scrittore, maturando oltre le prospettive del realismo socialista, una particola�re sensibilità per i destini indivi�duali, sconfitti e diseredati da un tempo storico che tutto travolge e cancella. La storia si stempera nella narrativa di Brandys nel�l'uniformità di una vita spesso costruita tra sofferenze e rinunce. Ne sapeva qualcosa lui stesso, che aveva abbandonato il partito nel�l'epoca dopo Krusciov, riflettendo senza tentennamenti sulle degene�razioni dello stalinismo e su un socialismo dal volto umano in un intenso romanzo come La madre dei re (Feltrinelli, 1987). Al centro del quale si erge Lucja Krol, una sorte di Madre Coraggio che tiene disperatamente insieme i brandel�li dell'esistenza, affronta dolcezza e tradimenti con l'ostinazione di chi deve resistere. Anche Brandys imparò questa dura lezione. D colpo di Stato del dicembre del 1981 lo sorprese mentre teneva un ciclo di lezioni all'università di New York. Aveva simpatizzato per Solidarnosc, i suoi libri furono messi al bando, lui non tornò più in patria. Ma il legame con le sue radici, anziché affievolirsi, si in�tensificò. Come anche la sua pro�spettiva pessimistica, ma sempre assai lucida, che lo vide, tra le pagine dei suoi romanzi, al fianco dei perdenti nell'eterna dialettica di oppressori-oppressi. Ma Brandys è stato grande per la sua capacità di superare il proprio orizzonte nazionale dan�do fiato alle grandi tematiche del�la letteratura di questo secolo: dal naufragio dell'eroe alla frantuma�zione del tempo, dalla crisi del�l'identità al volto disumano e geli�do di una burocrazia che trasfor�ma individui in numeri e pratiche. Una prima prova l'aveva già offer�ta con i racconti di L'arte di farsi amare (e/o, 1990) che risalgono ai difficili Anni 50. E poi, tra i tanti esempi, nell'originale romanzo Rondò{eJo, 1986), a mezza strada fra una storia d'amore e un thril�ler, sullo sfondo di una Varsavia degli Anni 30, in un gioco in cui individualità e destino, dramma e gioia esistenziale interagiscono in modo addirittura grottesco. Gli era familiare anche un gusto epico che si traduce in continue inven�zioni, ima sorta di viaggio rocam�bolesco fra i mille ostacoli della vita, come nella saga familiare Variazioni postoci (e/o, 1988). E' qui che lo scrittore polacco trasfor�ma il dramma in saporosa comici�tà, quasi a cercare una scappatoia alle strettoie della storia. Ma c'è anche un Brandys diarista, un intellettuale che vive nella pro�pria contemporaneità: come nei suoi Taccuini, una specie di rifles�sione autobiografica, commistio�ne di pubblico p privato. E soprat�tutto in Mesi (e/o, 1983), dove nel ritmo quotidiano lo scrittore volge lo sguardo sui russi e i tedeschi e il loro difficile rapporto con il popo�lo polacco, sull antisemitismo, sul Papa, sugli intellettuali occidenta�li. E' uno sguardo stranianto di chi ha avuto la sorte e forse il compito di conciliare e capire l'Est e l'Ovest. Un piede nel passato, l'al�tro nel futuro, come suona un suo saggio sui profondi cambiamenti delfEuropa orientale. Brandys guardava innanzi, nonostante Petà, e vedeva più lucidamente di altri, perché non aveva mai scorda�to le proprie radici, mai reciso il legame con il passato.

Luoghi citati: New York, Parigi, Polonia, Varsavia