«Questa è new technology» di Ugo Bertone
«Questa è new technology»^-J «NUOVE STRADE APERTE pAU/INTESA^ «Questa è new technology» Iguru Internet parlano di rivoluzione analisi Ugo Bertone MILANO B RAVA Fiat, ma questa non è la riscossa della «Old eco�nomy». itAnche perché commenta Mauro Meanti, nume�ro uno della Microsoft, italiana un'intesa come quella tra Fiat e General Motors avrebbe un valo�re mollo inferiore senza rimpal�lo delle nuove tecnologie. Anzi, forse non sarebbe stato possibi�le». Tra Detroit e Torino, insom�ma, galeotto fu Internet... «Più che (li new economy parlerei di new technolpgy, Prima un'allean�za del genere era impensabile por l'incredibili' difficoltà di far dialogare gruppi cos�diversi e cos'i lontani. No, non é solo questione di disianza geografica O di tempi di comunicazione. La tecnologia ha dato vita a processi rivoluzionari, creando simularci comuni». In sostanza...«In so�stanza senza Internet un accor�do come questo avrebbe avuto ricadute meno importanti». Per�«guru» della nuova econo�mia, insomma, il merito di un'al�leanza di questo genere e anche (o soprattutto) di Internet. Guai a parlare di reazione dell'econo�mia tradizionale, anticamera di un diverso atteggiamento dogli investitori. «Nel giro dei prossi�mi 12 mesi commenta Franco Santi, amministratore delegato di Onbanca, una delle più attive sulla Rete a livello mondiale ci sarà un miliardo di clienti Inter�net. Il futuro sta l'i. E' importante semmai che società come la Fiat si muovano nella direzione della new economy». La «Old eco�nomy», insomma, dimostra di aver imparato la lezione... «La new economy spiega Marco Benatti, ideatore di One to One, piccolo colosso della pubblicità in Rete è fatta di alleanze, di cooperazione, di maggiore atten�zione verso il cliente finale. Nel�la società industriale, invece, prevaleva il modello della compe�tizione e dello scontro sul merca�to. Oggi anche i big dell'auto sanno che la sfida è troppo gran�de per essere affrontata da soli. senza i partner giusti». Ma cosa cambierà nel panorama dell'eco�nomia italiana? «Potrebbe cam�biare molto. In questi mesi molle società della new economy, forti della valutazione di Borsa, stan�no pensando a comprare attività tradizionali. Adesso, un'alleanza del genere potrebbe, al contra�rio, puntare all'acquisto di una società della new economy. Chis�sà, forse a Ivrea a qualcuno fischiano le orecchie». Anche l'incontro tra due colos�si dell'economia tradizionale, in�somma, stimola la fantasia dei guru del multimediale. La tecno�logia, del resto, offre più di uno spunto... «Basta pensare al porta�le business to business di Gm, Ford e Daimler Chrysler» spiega Giovanni Tamburi, ideatore di web equity, network indipenden�te di aziende Internet da accom�pagnare verso la Borsa. «In paro�le povere aggiunge è come mettere assieme l'ufficio acqui�sti dei più importanti marchi dell'auto nel mondo. Ouando la Fiat aderirà all'operazione sarà la ciliegina della torta di un'ope�razione comunque ottima, molto vantaggiosa per il gruppo italia�no». I rischi? «La sfida è cultura�le » sintetizza Elserino Piol, il talent scout di Renato Soru, oltre che vecchio stratega Olivetti ai tempi del pc. «L'accordo è essen�zialmente positivo dice Gm che deve fare i conti con la new economy americana farà da trai�no anche alla Fiat in quella direzione. Ma il gruppo torinese ha ottime carte da giocare. Tori�no è la capitale del design ed è un centro culturale importante per l'auto. L'importante è che il ma�nagement sappia sfruttare le op�portunità dell'intesa, senza farsi colonizzare. E conterà molto, in quella chiave, la reale intenzione degli azionisti. Ma è una partita che si può giocare senza troppe remore». L'ironia della sorte vuole che l'annuncio ufficiale delle nozze a quattro ruote cada in una giorna�ta difficile per la «new eco�nomy», bersagliata in Piazza Af�fari (come in tutta Europa) da una pioggia di vendite. «Ma è una combinazione esclama Ro�berto Galimberti di I.net Non mi spaventa un po' di riaggiusta�mento al Nasdaq o al Nuovo Mercato». Galimberti, 64 anni, è un po' personaggio chiave della «new economy» italiana, docen�te al Politecnico chiamato all'av�ventura imprenditoriale dai suoi allievi. Oggi la sua I.net, ad un passo dalla quotazione, vanta tra i soci British Telecom. Nella capogruppo Etno.team ci sono i fondi di Soros. Lo spaventa il ritomo di fiamma della «Old Economy» a quattro ruote? «E perché?replica lui L'accordo farà molto bene a Fiat e bene a Gm. Ma loro, come del resto tutte le altre attività economi�che, dovranno fare i conti con Internet». In che modo? «Nella new economy ci sono le società come la nostra, che fornisce le infrastrutture. Poi quelle che forniscono i servizi, come Tiscali. Poi ci sono quelle che utilizze�ranno la Rete per ridurre i costi e rivedere le proprie attività. Socie�tà tradizionali o di nuovo tipo, poco importa. Nessuno potrà evi�tare l'appuntamento con Inter�net, una tappa importante come la rivoluzione agricola o quella industriale».«Per il futuro conti�nuo a vedere più economia vir�tuale e meno acciaio» chiude Virgilio Degiovanni, anche lui prossima matricola di Piazza Af�fari con Freedomland, Imernet via tv. Degiovanni, ideatore di «Millionaire», è di sicuro un buon venditore, sia che si tratti di telefonini che di auto. «Sotto questo profilo dice i grandi gruppi si stanno muovendo. Non mi stupirebbe affatto vedere pre�sto ulteriori alleanze tra i big dell'auto. Per vendere, via Inter�net ma non solo, più che per produrre». Meanti: senza la Rete accordo impossibile Benatti: forse a Ivrea fischiano le orecchie Piol: ora Torino ha ottime chances
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