la ngjte di gloria del signor Normalità di Filippo Ceccarelli

la ngjte di gloria del signor Normalità UN LEADER CHE PUNTA ALLA CONCRETEZZA la ngjte di gloria del signor Normalità Il premier con i buffetti ha saputo rassicurare la gente reportage Filippo Ceccarelli invialo a MADRID Disse quattro anni fa Feli�pe Gonzàlez, uno dei più fantastici affabulatori che abbiano mai calcato il terre�no della politica nel conti�nente europeo, che la vitto�ria di Aznar era «amara», e «dolce» di converso era quella dei socialisti. Già allora la battuta suo�nò un po' forzatella, tirata come si dice con i denti, ma adesso che Aznar ha stra�vinto ogni cosa ritorna al suo posto: chi vince è feli�ce, come documentano i clacson nelle strade e su�perstrade di Madrid, men�tre l'amarezza, un'amarez�za raddoppiata e integrale, se la becca chi ha perso. Questo non vuol dire che Aznar si abbandonerà smo�datamente al giubilo, tutt'altro. In qualche modo la Spagna ha premiato pro�prio la sua misurata norma�lità, la sua calma perfino opaca, la sua prevedibile cautela. Ma certo questa vittoria gli assicura quello che finora non ha mai avu�to dalla politica e tantome�no dal potere: «una nache de gloria», una dolce e gloriosa notte d'amore con 'elettorato che finalmente gli ha dato quello che ogni politico sogna. Un consen�so diffuso e rinforzato, un mandato che lo fa entrare definitivamente nella sto�ria della Spagna moderna. Ora, il personaggio è quello che è e che si è detto, pur con tutto il rispetto che merita la sua intelligenza: Piccolino, comunque, brut�tino, topolino, baffettino, oltre che sposatissimo (con una donna intelligente co�me lui). E quindi 1 immagi�ne, che il direttore del Mundo ha ripreso da un altro brillante coZumnisf (che belli e moderni, a proposito, i quotidiani spa�gnoli), almeno all'inizio la�scia un po' interdetti. Ma funziona. Dunque, scrive Fedro J. Ramirez che fino a ieri Aznar era come quel tipo di seduttore che con ovvie intenzioni nei confronti di una ragazza comincia col mettere per bene in ordine il suo appartamento da sca�polo; quindi prepara una cena fastosa; mette la musi�ca adatta nel ed; compra fiori e rivolge ogni possibi�le attenzione alla sua chica. Ma poi, alle tre di notte, senza aver ancora combina�to niente, eccoti quello del piano di sotto che batte il soffitto con il manico della scopa. Insomma: o ce la fa, ola fa finita... La metafora, come tante altre di preziosa risonanza sessuo-politica, indica che il seduttore Aznar questa volta ce l'ha fatta. Conside�rato il personaggio, già ispettore delle tasse, di cui si dice che abbia brindato ad acqua minerale la prima notte di nozze, e che si ricorda sempre di riavvita�re il tappetto del dentifri�cio dopo essersi lavato i denti, beh, si finisce per ritenere che sarà un aman�te serio e affidabile, anche se un po' noioso. Ma gli spagnoli, evidente�mente, nelle presenti circo�stanze hanno bisogno di affidarsi, appunto, alla for�za delle cose sicure. Da questo punto di vista Az�nar è una garanzia: più 3,7 per cento del Pil, più 5,6 per cento della produzione industriale; più 6,8 per cen�to del consumo di elettrici�tà; più I milione e 800 mila posti di lavoro; più soldi ai pensionati; più 18 per cen�to di automobili; le tasse ridotte del 10 per cento. In altre parole: quel che manca in brillantezza, Az�nar lo ripaga, con gli inte�ressi, sul piano del benesse�re, el bienestar, senza per questo è la vecchia lezio�ne democristiana puntare a un conflitto con il mondo dei sindacati e dei lavorato�ri all'insegna di un liberi�smo selvaggio. Invano sono risuonate le imprecazioni delle sinistre contro nel pelotazo», l'arricchimento rapido e violento dei grup�pi vicini al presidente. In�vano Gonzàlez ha accusato un «governo che sembra un consiglio d'amministrazio�ne». Fer certi versi, la linea economica aznariana è in realtà più sottile, o forse solo più moderna, in ogni caso coerente con le trasfor�mazioni del secolo. In Spa�gna si intravede meglio che altrove la formazione e l'evoluzione dei nuovi pote�ri forti: gli hiperbancos, superbanche ormai senza frontiere e con capacità di dominio nel mondo delle comunicazioni. Rispetto ai conquistadores, che cono�sce benissimo, Aznar si pone come necessario inter�faccia. Le sinistre sono con�vinte, o almeno hanno det�to a chiare lettere durante la campagna elettorale, che i rappresentanti di questi poteri sono «Zos atnigos de Aznar». Ma la questione è un po' più complicata e la partita fra la politica e la nuova economia sembra in realtà appena iniziata. Sia come sia, il confronto con i socialisti del psoe rischia comunque di sem�brare una storia arcaica, una faccenda dell'altro se�colo. La sinistra spagnola è arretrata, più di quanto lo fosse quella italiana davan�ti all'innovazione tecno-po�litica di Berlusconi. E' un ritardo che le fa pienamente meritare quelo «cero pataterov, uno ze�ro spaccato, uno zero gran�de come una patata, come una casa, si direbbe in Italia, che quasi fosse un maestro di scuola elementa�re, Aznar gli ha più volte rinfacciato in campagna elettorale. Por quanto dovute, le dimissioni di Joaquin Al�munia, il candidato sconfitlo, dal vertice del psoe aprono un travaglio che può essere, in prospettiva, perfino fruttuoso. Ma a patto di riconoscere che il monopolio dell'innovazio�ne, della modernità e in qualche misura anche del progressismo appartiene urinai ai loro avversari. Il progresso dei socialisti, ha detto Aznar, ò lutto ade boquilla», di boccuccia, di�remmo noi «a chiecchiere». C'è da rifletterci su. La trasformazione della demo�crazia spagnola in una paci�ficala gara per la buona amministrazione sarà, an�zi è'sicuramente meno sug�gestiva del furore che ani�mavano le elezioni degli Anni Ottanta e Novanta. Ma a suo modo è inevitabi�le e forse persino un segno di maturità. E' stato calco�lalo che, dei 34 milioni di elettori, praticamente un terzo non era nato o aveva meno di dieci anni quando mori Francisco Franco; e più della metà, 17 milioni, non votavano quando si celebrarono le prime elezio�ni legislative. Come si vede la lunga transizione spagnola è dav�vero finita. E ancora una volta politica e anagrafe s'intrecciano nel corso del�la storia. Quel che gli manca in brillantezza, lo ripaga inbenessere senza per questo (è la vecchia lezione democristiana) puntare a un conflitto con il mondo dei sindacati Si è presentato conun3,70ZodelPil eun5,60Zodella produzione industriale in più, un milione e 800 mila nuovi posti di lavoro e un aumento delle pensioni insieme a una diminuzione delle tasse Il Psoe si è dimostrato troppo arretrato per affrontare le sfide della nuova economia I sostenitori del premier Aznar festeggiano la netta vittoria. Sotto, il leader socialista Joaquin Almunia

Luoghi citati: Italia, Madrid, Spagna