Sinistra, i candidari del Nord «Noi, così lontani da Roma» di Fabio Poletti

Sinistra, i candidari del Nord «Noi, cos�lontani da Roma» Sinistra, i candidari del Nord «Noi, cos�lontani da Roma» Fabio Poletti i invialo a PAVIA E' una Bfjirzpta alla maggioran�za di governo, quella che arriva dai candidati del contro sinistra del Nord. E certe parole, come quelle scritte da Martinazzoli che corro in Lombardia, noi libretto «i 100 pensieri di Mi�no», sono la perfetta fotografia dolio insofferenze contro un mo�dello di politica. Alla voce Ho ina del suo volumetto, scrive l'ex sindaco di Broscia od ox segretario del Epi: «L'i c'è il Rubicone, qui ci sono lo Gallio, por favori; voi di Ruma non datoci una mano». Più o mono gli stessi concolti che arrivano dal palco del tea�tro Politeama di Pavia, dove i cinque candidali dolio Regioni del Nord por il centro sinistra, si confrontano sul patto comune, Con Martinazzoli che insisto: «La nosi'a idea di presentarci conio una l'orza coesa, non vuo�le ossoro un'altornativa, ma una torio provocazióne al centro sinistra romano», don Cacciari candidato por il Veneto, che picchia altrettanto duro: «Sul federalismo le forzo del centro sinistra non sono riuscite a pml aro avanti un progetto infrastrutturale. Al massimo hanno espresso critiche a quel mix di liberalismo, scontentezza e jiopulismo che arriva da altri». Solo Livia Turco, che in Piomonte corca di strappare la presidenza della Kogione a Ghi�go, spende duo parole por la maggioranza di cui ha fatto parto come ministro: «Il conilo sinistra pur con molte difficoltà, i fatti del federalismo li ha compiuti. Altri, invece, hanno solo sprecalo opportunità». K poi la l'elenco delle lentezze del Polo in Piemonte: «Per recepire la li'p,ge sul l'agricoltura ci sono voluti 19 mesi, sui trasporti 18 mesi, un anno e mezzo por la Bassanini... Non aspettiamoci niente di diverso dopo il patto romano tra Polo e Lega, tra quelli che hanno fatto anondare la Bicamerale e che hanno praticato il più becero centrali�smo». Dunque, anche nel contro sinistra la parola d'ordine di queste elezioni ò federalismo. Con tutte le precisazioni mosso nero su bianco nel Patto per il Nord che raccoglie i candidati dalla Liguria ali Emilia. Dove si dice che il primo passo è «un processo cosliluente» per unire le regioni del Nord «come fede�razioni di autonomie ammini�strative locali». Dove il sogno federalista deve uscire dalla ristrettezza di chi pensa «che allora i potori devono andare dove ci sono io...», come ammo�nisco Vasco Errani, candidalo per l'Emilia o presidente in carica. E allora no alla «burocra�zia naia da 30 anni di Regioni», come dico Martinazzoli, che fa l'esempio dogli ospedali, dove i manager cambiano al modificar�si di ogni giunta. Prenderò lo distanze da Ro�ma, por i candidati del centro sinistra vuol anche diro guarda�re quasi con dislacco al dibatti�to su proporzionale e maggiorilario. Ironico, Martinazzoli: «Mi sembra un chiacchiericcio romano, tanto non se ne farà niente prima dei referendum... E poi i difensori del maggiorilario sono in difficoltà, perché dal referendum uscirebbe quello a turno unico mentre nel centrosi�nistra si è sempre parlato di doppio turno». Più deciso Cac�ciari: «Se sarò eletto proporrò una legge elettorale rigorosa�mente maggioritaria. Anche per�ché il proporzionalismo è alla base dell'accordo tra Polo e Lega, con lai Legai che non può sopravvivere se si compie il maggioritario». Almeno nei sondaggi, quel�l'accordo tra Berlusconi e Bossi sembra vincente al Nord. Lo ammette anche Cacciari: «Basta fare le somme... Ma gli elettori devono fare i conti anche con il doppiogiochismo di Bossi, che insiste a a sostenere discorsi secessionisti e populisti». Di peg�gio in questa campagna elettora�le per i candidati del centro sinistra, ci sono solo le strategie della comunicazione del Polo, quelle che si basano sulla vali�getta kit per tutti i candidati. Martinazzoli non dà scampo: «C'è chi pensa che fare politica sia come vendere Coca Cola. Se non manderanno a quel paese chi ha inventato quel kit kitsch, vorrà dire che il buon senso è fuggito dalla Lombardia». Cac�ciari, la butta invece sull'ironi�co: «Lo vorrei anch'io quel kit per l'alito fresco con il dentifri�cio. Qualche cravatta, un paio di occhiali da sole e un diziona�rio mi tornerebbero anche como�di». Cacciari: il governo non ha saputo realizzare il progetto federalista Lo faremo noi Mino Martinazzoli «L�c'è il Rubicone, qui le Gallie: per favore non vengano a darci una mano...» Hi ^B KjK* \ ,-' idH BnllBl R ■ aH B B ml i ' A 1 1 Ml BTC i v • i 1 i '■ W L. / "'w/m Sol. s"* ■•' ^ifl W M W I tre candidati del centrosinistra per la presidenza di Lombardia, Piemonte e Veneto, Mino Martinazzoli, Livia Turco e Massimo Cacciari