Kandinsk Alle radici dell'astrattismo

Kandinsk Alle radici dell'astrattismo Kandinsk Alle radici dell'astrattismo LA MOSTRA DELLA SETTIMANA Marco Rosei NEL 1979 i ric�chissimi depo�siti di arte d'avanguardia russa e sovietica di Mosca, di Leningra�do, della rete dei mu�sei di provincia del�l'Unione Sovietica or�ganizzata nel 1919 da Kandinsky nella sua veste di direttore del�l'Istituto di Cultura Artistica di Mosca, accessibUi per mezzo seco�lo solo a rari studiosi, invasero il Centro Pompidou nella colossale e memorabUe mostra Paris Moscou, offerta solo due anni dopo agli occhi dei moscoviti. Oggi i diritti per l'autorizzazione senza limiti ad esporre in tutto il mondo questo patrimonio di artisti magfiori e minori dal prinjo al terzo ecennio del '900 (e la svendila sui mercati di tradizione dei reali�sti sovietici) costituiscono un ce�spite non indifferente di valuta estera per la Repubblica Russa. Con il risultalo di una pletora crescente talora valida e talora LA MODESETTMarc meno, di antologie generalisliche, figliocce o nipoti di quella di Parigi e di quella di dieci anni dopo al Lingotto di Torino. Non rientrano in questa catego�ria la logica e l'affascinante impo�stazione slorica comparativa di questo Kandinsky e la Russia alla Fondation Gianadda, con le sue 140 opere fra pittura e grafica, che affianca ai ricchissimi ma «mirati» prestiti russi opere dal Pompidou, da collezioni svizzere e dalla donazione di Gabriele Munter al Lenbachhaus di Mona�co. Dunque, il Kandinsky «russo», a partire da un Porto di Odessa timidamente impressionista di�pinto alla fine dell'800 dal tren�tenne avvocato e studioso di etno�grafia e di arte popolare, sintoma�ticamente rimasto in collezioni private russe fino all'acquisto nel 1980 da parte della Tretjakov di STRA LA MANA Rosei Mosca, per arrivare alla produzione degli anni in patria dal 1914 al 1921 e alle fondamentali opere «tedesche» dal 1909 acquisite dalla rete dei musei sovietici di arte contemporanea da lui stesso fondala. Il fulcro delle 50 opere pittori�che e grafiche di Kandinsky è infatti costituito dai due grandi capolavori realizzati a Monaco nel 1913 Composizione VI oggi dell'Emiitage e VII della Treljakov. Con piena ragione, la scheda del catalogo della mostra al Lingotto definiva la prima «que�st'opera capitale dell'arte moder�na, che con la successiva Composi�zione VII. dipinta fra il ÌB e il 28 novembre dello stesso anno, costi�tuisce l'insieme più importante e monumentale, per ragioni icono�grafiche e stilistiche, dell'intero corpus dell'artista e delle origine cleirAstrattismo». A prova di ima rivoluzione culturale epocale, ri�cordo la Composizione VI nel 1981 nella penombra di una re�centissima sala Kandinsky all'Ermilage con tanto di cordone all'in�gresso, che l'ottiina e preparatissi�ma accompagnatrice laureata in storia dell'arte, interpellata, defi�niva «sala di studio al di fuori del circuito di visita». Alle spalle della formidabile accoppiala e di una serie di ima ricchezza mai vista di incisioni e acquerelli, la logica nello slesso tempo rigorosa ed emozionale del trapasso dall'espressionismo di natura dei paesaggi di Mumau all'espressionismo astratto delle Composizioni è testimoniata, co�me in poche altre occasioni esposilive, dai prestili dei musei di provincia russi e della Tretjakov. Cos�come dal fiabesco orientaleg�giante Afuro rosso. Il destino del 1909 e dallo stupendo Lago del 1910, dove i canottieri bianchi e azzurri e la chiesetta arancio e rosso della zona inferiore sono come travolti e assorbiti dal fon�do dominalo dai «lampeggiamen�ti improvvisi, simili alla folgore, dalle esplosioni, come fuochi d'ar�tificio che scoppiano alti nel cie�lo» di cui parla lui stesso nel saggioDe/Zo spirituale nell'arte, fino agli Arabi III del 1911, in cui convivono in fusione fonne jolicrome evocative e conoscibi i ed esplosioni bianche. E' preziosa anche la presenza dell'album silografico Poesie senza parole, celilo a Mosca nel 1903, che ritengo senza dubbio noto a Casorati. I russi «paralleli» partono dai sensibilissimi simbolisti come Borissov-Mussalov e lo scenografo Sapunov, sul cui neosellecentismo Kandinsky ironizza nel deli�zioso fantasmagorico Dame in crinolina del 1909 dalla Tretjakov, per arrivare alle otti�me scelle elei costnittivisli e sujrematisti; il solito Malevich, ma jen antologizzato, dal singolare decorativismo simbolico e popola�re del Santo Sudario del 1908 a una replica del 1929 dol Quadra to nero. Rodchenko, Kliun, Kluisis, Lissitzky con i bellissimi fogli progettuali per una mossa in sce�na non realizzata della futurista l'ifforia sul sale di Kruchenykh, l'ormai ben nota pattuglia fomminile delle Udallsova, Rozanova, l'opova, Slepanova. Per alcuni, soprattutto appar�tenenti al meno nolo filone espres�sionista e cézanniano, sono proiioste vere e proprie piccole antolo�gie: innanzitutto la Goncarova. Poi Manckov, Kuznelsov, Lenlulov, con l'imponente cuboformismo barbarico della chiesa di San Basilio, una sorta di visuahzzazione della musica di Scriabin. E la scoperta dell'ignoto, ma amico moscovita di Kandinsky, Sinezubov, con la Barricata del 1918/19, in cui un Cristo alla El Greco prega sui cadaveri dei rivoluzio�nari, che è l'unica vera metafora pittorica dei Dodici di Blok. Kandinsky et la Russie Martigny, Fondation Gianadda Tutti i giorni 10-18 Fmoal 12giugno ALLA FONDAZIONE GIANADDA DI MARTIGNY 140 OPERE FRA PITTURA E GRAFICA ILLUSTRANO L'EPOPEA DI UNO DEI GRANDI MAESTRI DEL NOVECENTO «Mosca. La piazza Rossa», un olio su tela dipinto da Kandinsky nell 916