La storia della filosofia è una storia di fatti

La storia della filosofia è una storia di fatti La storia della filosofia è una storia di fatti LA Stona della filosofia cura�va da Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano è giunta ora al sesto volume con questi due tomi dedicati al Novecento. Da poco è anche uscito l'ultimo volume (quasi 1800 pagine! della .S'fon'a di Dal Pra, portata a termi�ne da Gianni Paganini. Si tratta di due importanti e molto diverse imprese editoriali, e se si ricorda�no le recenti integrazioni della Stona del pensiero filosofico e scientifico di Geymonat (Garzan�ti! a cura di Bellone e Mangione, i due tomi dell'Abbagnano (Utet! curati da Giovanni Fornero (che hanno inaugurato la serie!, il trat�tato La filosofia a cura di Paolo Rossi (Utet!, non si può certo dire che in Italia manchino risorse per una visione generale sulla contemporaneità in filo�sofia. La caratteristica forse più evidente del lavoro di Viano e Ros�si consiste nell'essere quel che si direbbe una storia non filoso�fica della filosofia, os�sia una improsa che mira il pivi possibile a normalizzare la filoso�fia riportandola alla natura di fatto qualsiasi, studiabile alla stregua di altri fatti (beninteso: fatti culturali, con ripercussioni istituzionali!. Ciò permette ai cu�ratori di sposare agevolmente l'impresa storia della filosofia alla loro specifica filosofia della storia, basata sulla seguente tesi fondamentale: «la» storia non è storia di lotte di classe né di idee, ma ò fatta di fatti, ovvero di un non uniforme intrecciarsi e so�vrapponi di linee eventuali. Ora è evidente che se la storia è fatta di fatti anche la filosofia e un fatto, e la storiografia positiva ha -un certo diritto di priorità sulla filosofia. Questa ipotesi di lavoro, pur discussa e discutibile, in realtà non è cosi distruttiva, come po�trebbe sembrare, rispetto all'alta e nobile dignità del genere filoso�fia. AI contrario proprio una pre�sa di posizione cos�precisa può offrire qualche chiarimento circa l'annosa disputa tra storici e teori�ci in filosofia. Infatti nell'espres�sione storia della filosofia c'è innegabilmente una tensione e quasi un gioco paradossale tra i termini filosofia e storia (Paolo Rnssv[Ì2 Rossi ha parlato di un «circolo» tra storia e nfjnwfS filosofial, e ciò si ri�flette nel fatto che filosofia e storia pos sono stare per cosi dire una dentro l'al�tra: si può fare una storia ^z/osq/ìca della filosofia, e si può fare una storia storica della filosofia. Ovvero: la storia della filosofia può essere un genere filosofico, e può non esserlo, e di solito ci si aggira in questo circolo piuttosto ambigua�mente. Ma che cosa avviene quando ci si dichiara decisamente a favore dell'uno o dell'altro lato dell'alter�nativa? Il lavoro di Rossi e Viano ci dà un'idea di quel che è una storia della filosofia pensata alla stregua di qualsiasi altra impresa storiografica, e valutato su que�sto piano il lavoro presenta alcu�ne buone opportunità. Il volume sul Novecento, come gli altri, è composto di un certo numero di saggi su singoli autori, correnti o movimenti di pensiero redatti (quasi sempre! da specialisti noti del settore in questione: quindi di una imponente e utilissima ap�pendice bibliografica (qui realiz�zata da Massimo Ferrari, il quale ha anche collaborato al Dal Pra, e ad alcuni ottimi saggi di questo volume!. L'appendice (330 pagi�ne! ha sottosezioni che riguarda�no opere con plessive sul secolo, le singole tradizioni nazionali, le scuole, ^li autori (ed è un utilissi�mo dizionario bio-bibliografico dei filosofi del Novecento!. K' evidente la volontà di sepa�rare il settore puramente infor�mativo (dove non si dice nulla circa tosi, teorie o appartenenze ideologiche! da quello di ricostru�zione storico-critica. Ma soprat�tutto è evidente la volontà di eliminare quanto più è possibile l'arbitrio interpretativo che face�va di opere più tradizionali, «d'au�tore» (come il celeberrimo Abba�gnano!, delle storie molto/ì/osoffche e poco storiche della filosofia. Forse è vero che la storia della filosofia fatta da filosofi è sempre ai confini di un genere completa�mente diverso; spesso è una spe�cie di autoanalisi della filosofia, come avviene quando un essere umano si ferma a riflettere sul proprio passato, allo scopo di chiarirsi le idee e fare qualche progetto per il futuro: ed è chiaro che la ricostruzione in questo caso è poco «obiettiva». Resta sospeso il giudizio su molte questioni che non è qui possibile affrontare: l'utilità di questo tipo di lavoro, le sue even�tuali qualità didattiche, e soprat�tutto la «metafilosofia» che sottin�tendo: forse una idea non filosofi�ca della filosofia? ma è ancora giustificata una idea -di -questo tipo, a partire dalla rinascita «eti�ca» e «normativa» della filosofia, rinascila a cui i curatori accenna�no nelle conclusioni? Quanto alla resa dei singoli testi, il giudizio non può essere unitario (anche perché la regola di affidare l'anali�si delle singole correnti e singoli autori a storici «specialisti» non sempre è rispettata!. Accanto ai saggi dei collaboratori di fama consolidata (Poggi, Lolli, Santuc�ci, Bedeschi, Magri, Lecaldano e molti altri, va segnalata la rico�struzione della filosofia russa con�temporanea realizzata da Danie�la Stella, che affronta con docu�mentata chiarezza autori impor�tanti e poco noti, come Aleksej Losev. Con il Novecento si conclude l'opera di Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano: il tentativo di eliminare ogni arbitrio interpretativo, e di offrire, anche a fini didattici, una lettura «obiettiva». E' ancora giustificata un'idea di questo tipo? Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano: da Laterza, con il '900, si conclude la loro «Storia della filosofia» Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano Storia della filosofia Laterza, voi. VI, 2 tomi di compi.pp. 1258, L. 150.000 SAGGIO

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