Nell'arena della par condicio spagnola di Filippo Ceccarelli
Nell'arena della par condicio spagnola Nell'arena della par condicio spagnola Niente spot elettorali a pagamento ma lo spettacolo non manca reportage Filippo Ceccarelli Inviato a MADRID CANI e porci, lelleralmenle. Cani che parlano con la voce inconfondibile dell'attore Pa�co Rabal e invitano a volare per i comunisti di Izquierda Unida; e porci ripresi in branco che «ingras�sano si legge sul video perché qualcuno gli dà da mangiare». Segue un malizioso primo piano dell'aula parlamentare delle Cor�tes. E quindi: «Vola Parlido Humanista». Mammiferi, dunque, ma anche pesci rossi che esprimono sensale considerazioni sul mercato borsi�stico; lattine di pomodoro («Que�sto barattolo è scaduto dice una candidala belloccia e si può cambiare, i politici no»); la freccet�ta del mouse e subito dopo le frecce del simbolo della Falange di Jose Antonio Primo de Rivera in versione Internet; l'indice del pre�sidente popolare della Generah'fat valenciana ripreso al rallentatore mentre pericolosamente si avvici�na alle narici in uno spot di una lista presentatasi contro tutto il mondo è paese il trasformismo. E ancora: rappresentanti di partitelli di pensionistas con indosso golfini ancora più tristi dei nostri; giovani in sciarpelta lardo-movi�mentista, tipo assemblea universi�taria, che però sollecitano la rifor�ma agraria; manifestazioni animaliste con cartelli «Toreros osestnos», naturalmente; e musica jazz, marcelle, chitarre andalu�se... Insomma: la campagna eletto�rale si è chiusa anche in tv ieri notte, ma per il giomalista-telespeltalore italiano ammalalo di spot e arrivalo in Spagna sulla scorta della par condicio la ballaglia del video è doppiamente meri�tevole di interesse. Qui, infalli, come avviene in Gran Bretagna e ormai anche in Italia, non si possono né vendere né comprare spazi televisivi per fini politici. Non solo. I telegiorna�li devono rispellare certe regole di obiettività e garantire precise quo�te di presenza dei vari partili in lizza, secondo criteri proporziona�li. Sul tutto vigila la Giunta Eletto�rale Centrale (che ha rigettato 22 ricorsi, pur riconoscendo una «im�pronta» a favore del pp di Aznar da parte del principale tg). Come avverrà presto anche da noi, nel corso della campagna elet�torale, più volle al giorno, i parlili hanno usufruito di spazi televisivi gratuiti: uno spot dopo l'altro, in formidabile e a volte anche spasso�sa, o patetica visione. Le fasce riservate ai partiti maggiori hanno riscontralo un'audience di lutto rilievo: dai 3 milioni e 200 mila ai 2 milioni e 176 mila telespettatori, con imo share che ha toccato punte del 20,2 percento. Popolari, socialisti e Izquierda Unida hanno mandato in onda prodotti di buon livello, comun�que superiore a quanto finora ha passalo il convento della comuni�cazione politica italiana. La strate�gia di Aznar ha puntato alla con�quista del mercato elettorale con la logica e la potenza di chi come la Coca Cola detiene già la leader�ship e perciò non ha bisogno né di attaccare, né di difendersi, ma nemmeno di confrontarsi con la concorrenza. Lo slesso presidente si è sottrai�lo a qualsiasi confronto diretto con il suo antagonista del psoe. Cosi, l'unico vero «debate» televisi�vo tra Aznar e Almunia si è potuto seguire con grande successo di pubblico in un programma, «La noticias del Guinoh, in cui due pupazzi se ne dicevano di tutti i colori. Lo spot del pp, del resto, era in linea con questa linea di distacco e superiorità: caldo, lento, luci soffu�se, colori sfumali, musica new age, atmosfera tipo «Danone», i successi economici della Spagna, vecchi sereni, giovani felici, una ragazza con il pancione, una bam�bina con i capelli al vento, salti al rallentatore, Aznar che saluta. Il psoe ha risposto in maniera aggressiva (come la Pepsi) e legger�mente ansiogena; tic-tac, orologi di tulli i tipi per segnalare che il tempo della destra è finito, ft'c-fac, bianco e nero, Aznar deformalo, una mano che schiaccia un fiore, un piede che dà un calcione alla terra, Almunia che bacia la gente comune, e ancora la bacia. Ma il perno, cioè il cane comuni�sta di Paco Rabal è il più bello di tutti. Elegantissimo, raffinatissi�mo, cmema dentro il cinema, mon�taggio surrealista: una strada, una casa, i mobili, la tv Itullo di pro�prietà di una banca), un ragazzo che legge le richieste di lavoro su El Pais, la iliache, di nuovo il cane, Nelson Mandela, gli immigrati clandestini, i disoccupali, quelli che stanno per essere licenziali (e non lo sanno). Poi un sogno, una poesia, un incubo, quest'ultimo sedalo dal leader di lu, Francisco Frutos. Vola lu. Slogan: «5omos C'è un Aznar soft con il baffo suadente Un Almunia che bacia bambini Ma il meglio è il cane con la voce di Rabal che tifa comunista Aznar si rivolge ai suoi sostenitori durante il comizio conclusivo della campagna elettorale
Luoghi citati: El Pais, Gran Bretagna, Italia, Madrid, Spagna
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