Il Nord Italia è prigioniero della siccità di Gabriele Beccaria

Il Nord Italia è prigioniero della siccità Il Nord Italia è prigioniero della siccità La Confederazione agricoltori: si rischia il disastro Gabriele Beccaria TORINO E' marzo per il calendario, è estate per il Nord Italia. Come un software azzoppato dalle biz�ze di un virus, la Terra non sembra più in grado di riconosce�re le stagioni e i suoi ritmi: in Piemonte e in Lombardia la terra dei campi si spacca per la siccità, nell'arcipelago di Tuvalu il Pacifico continua a salire, minacciando di sommergerlo. L'effetto serra è tra noi e colpi�sce con eccessi crudeli: niente acqua in certe zone, troppa in altre. «Ci si deve preparare a chiede�re lo stato di calamità naturale», ha avvertito ieri la Confederazio�ne italiana agricoltori. Il NordOvest è secco, una bolla di deser�to incastrata in Europa: adesso soffrono grano, soia, riso e, se la pioggia non arriverà presto, bru�ceranno anche ortaggi e frutta. La linea della sete è lunga e sinuosa e si spinge fino in Sarde�gna, dove gli invasi sono sotto il ivello di guardia. Esemplare il caso del CagUaritano: mentre il fabbisogno è di 150 milioni di metri cubi d'acqua, la disponibiUtà è appena di 25 milioni. Nell'isola la piovosità è stata finora del 75 per cento più bassa rispetto alla media dell'ultimo decennio. Se la situazione non dovesse mutare entro la fine del mese ha avvertito la Confederazione dovranno essere predisposte mi�sure straordinarie, per esempio ricorrendo al Fondo di solidarie�tà nazionale. I meteorologi non possono che confermare la gravità e l'eccezionalità della situazione: il marzo del 2000 viene già regi�strato come il più bollente del secolo e colleziona l'ennesimo record, dopo che gli Anni 90 sembravano averli bruciati tut�ti, con le statistiche intemazio�nali che li avevano appena archi�viati come i peggiori del '900 e secondo l'Ufficio meteo della Gran Bretagna addirittura del millennio. Di certo, la conseguen�za immediata delle tante altera�zioni del clima è la permanenza ostinata dell'anticiclone delle Azzorre, che fa da scudo invalicabi�le alle perturbazioni. Così, nien�te nuvole sul Nord Italia e tempe�rature innaturalmente alte. Dicono gli ultimi bollettini: 26 gradi a Milano, 23 a Torino, 22 a Bologna. Circa 10 gradi al di là della media. Sulle Dolomiti la neve sparisce a velocità imprevi�sta e in Val d'Aosta soffia il phòn, nelle città aumentano le polveri e le concentrazioni di inquinanti, nelle campagne la natura si ingiallisce e le piante cominciano a morire. In molle zone del Piemonte e della Lom�bardia si sta ormai toccando la data-simbolo dei tre mesi senza precipitazioni. Di conseguenza cominciano a colpire gli incendi, come se l'orologio ci avesse cata�pultati d'improvviso nelle emer�genze estive. E anche il Sud è a rischio: per oltre un quarto dell'Italia, infat�ti, si prospella il rischio desertifi�cazione. L'assenza di piogge ag�grava i processi di inaridimento. A scatenarli, secondo un recente rapporto del ministero dell'Am�biente, una combinazione mici�diale che comprende anche feno�meni erosivi, dissesti idrogeolo�gici, impermeabilizzazione, salinìzzazione, inquinamento da me�talli pesanti. Purtroppo, le previsioni per i prossimi giorni non annunciano variazioni decisive: il tempo re�sterà ancora implacabilmente secco (come nel Sud della Spa�gna, che sta soffrendo un'emer�genza simile) e per alcuni non resta che pregare. A Crea, in Piemonte, è stata celebrata una messa per propiziare nuvoloni gonfi d'acqua, E lontano lonta�no, nell'Afghanistan dei talebani, si invoca Allah per lo stesso motivo. Il mullah Mohamed Omar ha invitato la popolazione a pregare per mettere fine a una siccità interminabile. «Le nostre messi, i nostri frutteti, il nostro bestiame hanno terribilmente bisogno di acqua», ha detto. Proprio come da noi. Temperature record, di 10 gradi oltre la media stagionale. Gli sciercziati ammoniscono: «E' un'altra prova dell'aggravarsi dell'effetto serra»

Persone citate: Crea, Mohamed Omar