La politica, convitato di pietra di Giovanni Bianconi

La politica, convitato di pietra IL PRIMO ROUND VA A D'ALEMA La politica, convitato di pietra Previti in aula: mi hanno gettato tanto fango retroscena Giovanni Bianconi inviato a MILANO I duellanti. Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi, non ci sono. A loro nomo si fronteggiano gli avvocali, quello dello Stalo e quel�lo del Cavaliere. I pm quelli di Mani Pulite, i più famosi d'Italia por una volta stanno a guardare. E a sentire ciò che, in punto di dirilto, argomentano i legali del presidente del Consiglio e dol lea�der dell'opposizione che aspira a prenderne il posto. La materia del contendere e nota: Berlusconi è accusalo di concorso in corruzio�ne giudiziaria, e la presidenza dol Consiglio, «in persona del presi�dente prò tempore Massimo D'Alema», ha deciso di costituirsi parte civile contro di lui e gli altri imputati di un reato che «offende un fondamentale interesse dello Stato-Comunità», e cioè quello che la legge sia uguale por tulli, come è scritto anche in quest'aula di tribunale. Tutore di quell'inte�resse è il presidente del Consiglio, «sintesi politica e di governo dello Stato-comunità». Cosi dice l'avvocalo dello Sta�lo, al quale subito dopo replica quello di Berlusconi, Gaetano Pe�corella, che è pure deputalo del partilo del suo assistito. Forza Italia: non è vero che il capo del governo rappresenta lo Staio-co�munità, «perché è eletto a maggio�ranza dal Parlamento, ed è quindi espressione di una parte del Pae�se. Non è portatore dogli interessi collettivi di tulli, a differenza dol Presidente della Repubblica, lui si legittimo rappresentante dell'uni�tà nazionale». Dice proprio cosi il difensore di un uomo politico che è stato e vuole tornare a Palazzo Chigi. E fuori dall'aula aggiunge; «Il presidente dol Consiglio rappresonla al massimo i suoi eletto�ri». Ribatto l'avvocalo dolio Stato: «Che c'entra l'unità nazionale? Qui si tratta di vigilare perché la gonio non giri armala e si faccia giustizia da sola, visto che quando c'è la corruzione giudiziaria la legge non è uguale per lutti, e questo lo fa il capo del governo». Dopo tre ore di camera di consiglio il tribunale dà ragione a D'Alema, e Pecorella incassa: «Hanno ribadilo la sentenza della Cassazione. Comunque questo re�sta un processo politico, e noi tireremo fuori la prova che nel '93, quando arrivò una denuncia sulla presunta corruzione dei giùdici riguardante anche Berlusconi che all'epoca era un semplice imprenditore, la procura di Mila�no mandò gli alti a Brescia e a Perugia; solo dopo che Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di indagare su questo filone». Al di là delle opinioni dell'ono�revole avvocalo, che la polilica sia il convitato di pietra di questo processo lo dimostra la presenza fisica di un altro imputato, deputa�to puro lui: Cesare Previli, che ha evitato l'arresto per il «no» della Camera e slamane è qui con la bandierina di Forza Italia appun�tata sul bavero della giacca, come sempre. Lui dice di essere lieto che il processo finalmente comin�ci, anche se proprio le sue conti�nue richieste di rinvio hanno pro�vocalo la lunghissima durata del�l'udienza preliminare: «Udienza dopo udienza, si vedrà che mi hanno gollalo addosso solo fan�go». Seduto davanti a Previli c'è un suo vecchio amico, l'avvocalo At�tilio Pacifico, che secondo l'accu�sa gestiva i trasferimenti di dena�ro dai conti dei beneficiari delle presunte sentenze aggiustate a quelli del magistrati presunti cor�rotti; uno degli architetti della corruzione giudiziaria, insomma. In olire quattro anni d'indagine Pacifico è rimasto per lo più in silenzio, protestando la sua inno�cenza ma spesso rifiutandosi di rispondere alle domande dei pm. 11 suo difensore anticipa che al processo parlerà, ma lui al mo�mento dice solo: «Mi hanno dislrullo». I magistrali accusati di aver pilotalo sentenze in cambio di tangenti Renalo Squillante e Filippo Verde sono rimasti a casa. E' venuto a guardare in faccia chi dovrà giudicarlo, inve�ce, Francesco Misiani, ex giudice da un paio di settimane, imputato di favoreggiamento, un tempo mi�litante di «Magistratura democra�tica» come i pm Colombo e Boccas�sini.'. E' l'unico a consentire di •essere ripreso dalle telecamere, e si aggira per il tribunale milanese con l'aria di un marziano. «In effetti confida mi sento proprio un marziano: che c'entro io con gli altri imputali? Il mio caso andava risolto da un pretore in quattro e quattr'olto, invece sono rimasto incagliato in una vicenda nella quale sono in gioco miliardi di cui io non ho mai sentito nemmeno l'odore». E della corru�zione giudiziaria nel palazzo di giustizia di Roma, l'ha mai sentito l'odore? «La corruzione c'era dap�pertutto, da Milano a Palermo». Né il Cavaliere né D'Alema si sono fatti vedere a Milano per il dibattimento La pm Boccassini ha detto di no alle riprese della televisione

Luoghi citati: Brescia, Italia, Milano, Palermo, Perugia, Roma