Andeotti «tesse» il Grande Centro
Andeotti «tesse» il Grande Centro Andeotti «tesse» il Grande Centro Attorno a lui il fronte del malia riforma elettorale Maria Teresa Meli ROMA Lui ama schernirsi: «Non farò più politica in prima persona. Ormai sono in pensione», è il ritornello con cui accoglie i suoi numerosi interlocutori politici. Un vezzo da «vecchio» cavallo di razza demo�cristiano, perché poi, Giulio Andreotti in tutte quelle conversazioni, con Gianni Letta, con Sergio D'An�toni, con il minislro Ortensio Zec�chino, dispensa consigli e suggeri�menti, tesso la sua tela. Chissà se è stalo prodigo di ammaestramenti anche con Silvio Berlusconi, che ha incontrato, l'ultima volta, una quarantina di giorni fa, a cena a casa di un comuni? amico. Così, eccolo, il «pensionalo», che si inte�ressa assai attivamente al lavorio sulla riforma oleltorale che vede come protagonista Zecchino. Il ministro dell'Università, con pazienza certosina, sta riuscendo nel suo intento. Ossia, quello di presentare (il tosto ili legge è praticamente già pronto) una pro�posta che prevede il cancellierato e lo sbarramento. Tra oggi o doma�ni si avvierà la raccolta di Unno attorno a quel ddl, una raccolta trasversale che comprenderà tutti i gruppi, falla eccezione per quelli di An, Ds ti dell'Asinelio. E in calce a quel lesto vi sarà la firma di Giulio Andreotti. Non lo sottoscri�veranno, invece, i leaderdi partito che, però, la settimana prossima (il 15, probabilmente) prenderan�no parte all'iniziativa in cui vorrà illustrata la proposta. A quell'appuntamento potrebbe presentarsi addirittura Berlusconi. Gli ex de sparsi per ogni dove, e soprattutto quelli andreoltiani, lo sperano, giacché il «fronte del no» al referendum elettorale assumerebbe un poso ben consistente. Tutto, pur di evitare che il referendum trasformi definitiva�mente il sistema italiano: è questo il pensiero di Andreotti. Il cui progetto politici), è chiaro, è quelio di ricostituire un «Contro» con la C maiuscola, il quale, inevitabil�mente, non vndrobbe mai la luce in caso di vittoria referendaria. Tanto che, nel «fronte del no», c'è chi non esclude le elezioni antici�pale proprio per evitare quella scadenza. Il senatore a vita, co�munque, la sua sull'argomento l'ha detta, e l'ha ribadita anche ieri: «Bisognerebbe fare ha affer�malo una grande campagna per il ritorno al proporzionale con soglia di sbarramento al 5 o al 4 ier cento. 11 sistema vigente non ria sortito risultati positivi... le medicine hanno effetti secondari: ti curano bene, ma ti massacrano il fegato». Dunque, ha un disegno in testa, Andreotti. Un disegno che potreb�be passare per una nuova spacca�tura del Ppi. Con la nuova dirigen�za di piazza del Gesù, il senatore è lutt'altro che tenero. Non lo perdo�na nulla. Nemmeno la sospensio�ne dal Ppe dei popolari austriaci: «Sono un partito rispcllabilissimo e non credo che sia giusto metterli alla porta», ha osservalo sempre ieri. Ma fino a dove può spingersi Andreotti con il suo progetto di rinascita del «Contro»? Fino a coin�volgere Forza Italia, naturalmen�te. Qualche tempo fa l'ex presiden�te del Consiglio accarezzava il sogno di un Polo democristianizza�to con un candidalo premier che non fosse Berlusconi. Pensava ad Antonio Fazio, Andreotti. Il quale però non dove averlo aiutato mol�lo in questo suo intento, visto che dopo qualche abboccamento, il senatore a vita ha dello del gover�natore di Bankilalia: «Non vuole muoversi, vuole cho gli altri lavori�no por lui e arrivare all'ultimo momento come la classica ciliegi�na sulla torta». Ma Berlusconi, invece, c'è già. E i voti di Fi sono sua proprietà personale. Senza contare il fatto che i popolari di spicco, che sono critici con l'attua�le dirigenza del Ppi, non andrebbe�ro di certo con il Cavaliere. Non lo farebbe Zecchino. Né De Mita, il quale confidava scherzoso: «Ho resistito alla tentazione del Cen�tro». Amlreotti, però, sa armarsi di pazienza. Un passo per volta. In�tanto, il primo evitare il successo dei referendari poi, si vedrà. Il senatore a vita punta a dividere i popolari, ma gli anti-Castagnetti sono restii a uscire Il senatore a vita Giulio Andreotti
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