NON BASTA FESTEGGIARE di Leonardo Zega
NON BASTA FESTEGGIARE PER RIDARE UN SENSO AU'S MARZO NON BASTA FESTEGGIARE ^ Leonardo Zega RICIORDO ancora lo scalfxire che sollevò, una decina d'anni fa, la presa di posizione di Famìglia Cristiana sulla festa della donna. Se deve essere solo un'occasione per bamboleggiare e alimentare il mercato, tanto vale abolirla. Il sorriso di un giorno non bastit per cancellare mesi di dimenticanze, silenzi, soprusi. Cos�scrivemmo; molti i consensi, qualche mugugno, le proteste più risentite vennero da fiorai e pasticcieri. Anche se il sentimento generale non è più quello di una volta, quando c'era almeno il sale delle rivendicazioni femministe giuste o sbagliate che fossero a dare sapore alla festa, l'8 marzo sopravvive stancamente, grazie soprattut�to al re-spiro bocca a bocca della tv e all'ossigeno della pubblicità. Eppure potrebbe averlo ancora, un senso. L'avrebbe ad esempio quest'anno, se le donne impegnate in politica di là dagli schieramenti decidessero di trovarsi insieme per riflettere su due problemi scottanti e attualissimi alla cui soluzione la loro sensibilità può dare un contributo determinante. Una traccia credibile l'ha fornita ieri in un'intervista l'on. Stefania Prestigiacomo, parlando appunto primo problema di una possibile rivisitazione della legge sull'aborto, l'arcinota 194, e dei modi in cui è stata sinora applicata. L'altro problema è la regolamentazione della fecondazione assistita, ancora in alto mare per contrasti apparentemente insanabili. Su tutti e due i fronti i singoli parlamentari non sono rigidamente allineati con le posizioni dei partiti di riferimento, c'è anzi una trasversalità che gioca a favore di un'ampia libertà di espressione e di voto. E più che in altri casi, si fa sentire la voce della coscienza. Ebbene, se a questo si aggiungesse il peso di una forte, concorde (anche se non unanime) ris|)osta delle donne che siedono in Parlamento, tutto si muoverebbe ne sono certo con maggiore speditezza, nel segno della positività, dell'equilibrio, del rispetto dei diritti fondamentali delle persone, a partire da quelli dell'essere più fragile e più indifeso che è il nascituro. Le statistiche dicono che gli aborti sono diminuiti; sono però quasi raddoppiati quelli di ragazze poco più che adolescenti, e non aumentano le nascite. Il quadro non è consolante. L'aborto come contraccettivo è un abuso tollerato e la prevenzione prevista dalla legge, un optional; la disinvoltura sessuale delle adolescenti denuncia lo sbandamento morale della famiglia e della società, la carenza di regole nel campo della fecondazione assistita è uno scandalo. Se le donne impegnate in politica facessero dell'8 marzo un'occasione per ricompattarsi attorno a queste tematiche, che sono di loro stretta competenza; se tutte le donne, sul loro esempio, rijK-nsassero seriamente il proprio ruolo, anziché concedersi al bamboleggiainento di un giorno, darebbero filo da torcere tutto l'anno. E Dio sa quanto bisogno ci sia di presenze solerti e coraggiose nella società d'oggi.
Persone citate: Stefania Prestigiacomo
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