Mieli e la falsa rivoluzione giudiziaria di Bruno Ventavoli

Mieli e la falsa rivoluzione giudiziaria L'ex direttore di Stampa e Corriere confessa: la conclusione di Mani Pulite mi ha deluso Mieli e la falsa rivoluzione giudiziaria Bruno Ventavoli inviato a ALBA "W L processo a Socrate; l'esi�lio di Ovidio; la fine di Seneca. Ma anche le que�stioni irrisolte del Risorgi—*-J mento; le strategie di Ca�vour; il tortuoso passaggio di molti intellettuali dal fascismo al pei. Da due anni Paolo Mieli scava negli angoli meno luminosi della storia, cerca le motivazioni rimosse, sco�va ombre nei grandi del passato, colpisce con le rasoiate del dubbio le verità che sembrano indiscusse. Lo fa con regolarità sulle pagine della Stampa. E in un libro Le storie. La storia recentemente pub�blicato da Rizzoli. L'ex direttore della Stampa, del Corriere delia sera, e ora direttore editoriale della Rcs, ha presentato il suo volume con Gianni Riotta e Aldo Grasso nella tenuta Monsordo Bernardi�na, accanto ad Alba. Dove si è anche brindato alla nuova annata dell'Ameis Blangè Ceretto. il suo cognome è entrato nelle enciclopedie per indicare uno stile di fare giornali negli Anni Novanta. Ora il mielismo, ovvero l'aggressio�ne irriverente, colta, disincantata, all'attualità sembra messo da parte per un tuffo nei meandri della storia. «Non è un pntimento spiega Mieli -. Ma il frutto di un ripensamento sì. Ho avuto la fortu�na di dirigere due grandi giornali durante una stagione impegnativa e importante come quella di mani pulite, della dissoluzione delTUrss, della fine della prima repubblica. Credevo di trovarmi al centro di un potente rinnovamento. Invece i cambiamenti si sono ripiegati su se stessi. La giustizia, applicata seve�ramente contro alcuni, si è rivelata blanda verso altri. Non voglio en�trare nel merito delle vicende giudi�ziarie del nostro Paese. Ma certo questa evoluzione della nostra vita politica mi ha scosso e deluso. Ho giurato a me stesso che mai più avrei ceduto agli entusiasmi. Prefe�risco una società dove ci si combat�te, dove si sta divisi, ma dove ci si cura della salute dell'avversario. Ci si preoccupa della sua esistenza, non del suo annientamento. Le stagioni dove i buoni trionfano mi rendono sospettoso. Preferisco sta�re dalla parte dei pochi cattivi messi in fuga e spero che in Italia si apra davvero la stagione dell'alter�nanza». Un Mieli che si affida alla storia disilluso sul giornalismo? Si è chiesto il condirettore della Stam�pa Gianni Riotta. «Sono stato un tuo giornalista caro direttore ha detto Riotta -. E ho sempre visto in te il ragazzo iconoclasta di un tempo. Hai creato uno stile misto, popolare e colto, pettegolo e raffina�to, eclettico e velenoso, polemico e divertente. E ho una curiosità. Il Mieli direttore di giornale pubbli�cherebbe ora gli articoli del Mieli storico?». La risposta è «sì». «Ho inventato un metodo e uno stile che se non è portato a compimento va a finire nella direzione sbagliata confessa Mieli -. Nei giornali di oggi, con la cura grafica, farei esattamente quello che stai facen�do tu con i miei pezzi». Aldo Grasso ha pronunciato un sincero consi�glio d'acquisto e di lettura per un «libro che dà grande soddisfazione a chi lo legge perché è un metodico scorticamento del luogo comune». Nel pomeriggio, prima dell'in�contro, è arrivato a sorpresa anche l'avvocato Agnelli. Esperto di vini, ha raccontato a Bruno Ceretto che apprezza il Barolo di queste zone. E ha confessato di essere sulle Langhe per la prima volta in vita sua. S'è fatto accompagnare alla Cappel�la della SS. Madonna delle Grazie a Brunate, dipinta, per i Ceretto, da Sol Le Witt e David Tremlett.

Luoghi citati: Alba, Brunate, Italia