Lo spazio è il destino dell'uomo

Lo spazio è il destino dell'uomo SCAFFALE Lo spazio è il destino dell'uomo PROFESSORE al Politecnico di Torino e autore di 150 pubblicazioni scientifiche, come Sagan, Tipler e molti altri ricercatori, Giancarlo Genia ri�tiene che la Terra sia per l'uomo una «culla troppo stretta» e che il nostro destino sia nella colo�nizzazione dello spazio. In que�sto libro, densissimo di informa�zioni a dispetto delle sue dimen�sioni limitate, il lettore troverà le nozioni-base dell'astronauti�ca e una stimolante panoramica sulle imprese spaziali già com�piute e sui progetti di esplora�zione del cosmo, anche i più avveniristici. Giancarlo Genta: «La culla troppo stretta», Paravia, 136 pagine, 18 mila lire L'astrofisico Dennis W. Scia�ma si è spento il 22 dicembre 1999 nella generale distrazione dei giornali. Cosmologo di fama e maestro di Stephen Hawking, a sua volta era slato allievo di Paul Dirac: siamo nell'Olimpo della fìsica moderna. Professo�re a Cambridge in Usa, poi a Oxford in Inghilterra e infine alla Sissa (Scuola Intemaziona�le Superiore di Studi Avanzali) a Trieste, Sciama si è sempre distinto per l'originalità del suo pensiero, talvolta vicino all'ere�sia scientifica. Per conoscerlo meglio, vale la pena di leggere questa autobiografia che aveva recentemente pubblicato pres�so l'Editore Di" Renzo, senza dimenticare la sua «Cosmologia moderna» recentemente ristam�pata negli Oscar Mondadori. Dennis W. Sciama: «Que�sto bizzarro universo». Di Renzo Editore, Roma, 74 pagi�ne, 16 mila lire. Se volete provare le vertigini di un viaggio nello spazio pro�fondo, sfogliate questo libro di David Malin, astronomo dell'Anglo-Australian Observatory, noto per avere scoperto la -più grande galassia osi sten te. Sono una cinquantina di foto�grafie di grande formato (il che renderà scomoda la sistemazio�ne del volume in qualsiasi libre�ria normale) sulle quali l'occhio si perde in una contemplazione che è anche, e forse soprattutto, estetica. Nebulose, galassie, su�pernove, ammassi stellari si trasformano in splendidi qua�dri; le immagini, corredale da una paginetla di testo ciascuna, sono slate riprese nell'arco di 25 anni con uno strumento al suolo, ma hanno poco da invi�diare a quelle a cui ci ha abitua�to il telescopio orbitale «Hubble». Introduzione di Timothy Ferris, traduzione di Gabriele Vanin. David Malin: «L'universo invisibile», Mondadori, 133 pagine, 99 mila lire Razzi e satelliti artificiali hanno permesso di osservare il cielo anche in radiazioni che non arrivano al suolo. La visio�ne del cielo nei raggi X si è rivelata di grande interesse per capire l'esplosione delle stelle e altri fenomeni violenti. Questo libro molto illustrato descrive i risultati dei primi trent'anni di studi con satelliti come Uhuru, Einstein e Rosai. Ascenbach, Hahn e Trumper: «The invisible Sky», Spin�ger, 170 pagine, 40 dollari Ingegnere, esperto di tecnolo�gie, uomo di industria ma anche poeta (collaborò con Leonardo Sinisgalli, altro poeta ingegne�re) Gino Papuli è stato anche tra i primi in Italia a occuparsi di archeologia industriale, tanto che ora su questo tema esistono cattedra universitarie, e una è ricoperta dallo slesso Papuli. Il libro che abbiamo tra le mani è la dimostrazione di come un uomo di cultura insieme tecni�ca e umanistica possa portare a termine grandi imprese al servi�zio della storia della tecnologia: racconta le vicende di una gi�gantesca pressa, alta come una casa di 5 piani e pesante quasi duemila tonnellate che, conclu�sa la sua attività produttiva, è diventata un insolito monumen�to in una piazza di Terni. Il volume riunisce anche numero�se testimonianze di lavoratori metalmeccanici. Un operaio an�nota: «All'inaugurazione nella piazza della Stazione, la sera della Befana, c'erano molti for�giatori... Ho visto alcuni piange�re. Anch'io ero commosso. Sape�re che questa macchina non è andata distrutta e che tutti possono vedere lo strumento del nostro lavoro ci conforta». Gino Papuli: «La pressa in piazza». Ed. Thyrus (tei. 0744/388.700), 158 pagine, 20 mila lire [p.bia.j

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