Ipocrisia, il virus della politica austriaca di Pierluigi Battista

Ipocrisia, il virus della politica austriaca Ipocrisia, il virus della politica austriaca Il Paese rimuove il nazismo, ilps l'alleanza con la destra reportage Pierluigi Battista inviato a VIENNA IL Carnevale va debitamente onorato, anche nella burrasca, e Joei^ Haider ha deciso di festeggiarlo non con l'elefante frac del Ballo dell'Opera ma indossan�do, nel «mondo piccolo» della sua Carinzia, la maschera di Robin Hood. Le maschere celano, come è noto, più di un significalo e nella scelta di Haider trapela un istinti�vo rifiuto verso il mondo dell'esta�blishment viennese inamidato e ingessato nelle buone maniere e l'esplicita propensione per i gusti, gli stili e le tradizioni del «popolo» di cui il leader ancorché dimissio�nario, del Partito della Libertà, pretende essere l'interprete e il mèntore. Adesso però, nell'Austria boicottata dall'«Europa dei valo�ri», le allegre carnevalate suonano come qualcosa di mesto e di inau�tentico. Metafora della maschera�ta dell'ipocrisia, delle mediocri me�tamorfosi, delle mezze bugie. Persi�no della ricostruzione insincera e manipolata del più recente passato austriaco. ' i Un intellettuale rafTinato e poligioita come il vicedirettóre di «Die Presse» Karl-Peter Schwarz appa�re molto irritato per la mascherata politica che a suo parere ha grave�mente distorto la percezione che l'Europa si è fatta del caso austria�co. Sul tavolo del suo ufficio vien�nese sono alla vista voluminosi quademoni fitti di date e di appun�ti che dimostrerebbero la natura ambigua dei rapporti che l'intero establishment politico viennese ha intrattenuto con il partito Della Libertà, e molto tempo prima che Haider ne assumesse il comando. Sarebbe inutile ricordare che Schwarz non nutre affatto simpa�tie per Haider, che considera un «demagogo incompetente» per di più contornato da «compagni di partito che sono delle assolute nullità destinate ad esporsi alle più imbarazzanti brutte figure nel go�verno nazionale di cui fanno imme�ritatamente parte». La sindrome del sospetto che ha contagiato la cultura viennese esige però questa altrimenti superflua precisazione. E i fatti? I fatti dicono per esempio che «nel 1975 il Cancelliere sociali�sta Bruno Kreisky non ebbe alcuna esitazione a proporre la costituzio�ne di un governo con il Partito della Libertà. Solo che al posto di Haider, accusato a torto o a ragio�ne di minimizzare e relativizzare i crimini del nazismo, c'era un lea�der che si chiamava Friedrich Pe�ter, un ex SS». Ne nacque un putiferio. La sortita di Kreisky suscitò l'impetuosa indignazione di Simon Wiesenthal. E «l'ebreo Kreisky ricorda Schwarz rispose con una celebre dichiarazione resa a "DerSpiegel"in cui definiva quel�lo ebraico come un «"popolo squal�lido"». L'esperimento non ebbe se�guito quanto meno non l'ebbe fino al 1981, quando nuovamente «il leader dei socialisti reiterò le sue avances al partito di Peter per un governo di coalizione fino al punto di dichiararsi disponibile a conse�gnare al Partito della Libertà la poltrona scottante del ministero della Difesa». Anche in quell'occa�sione Wiesenthal (che invece ades�so, anche dopo l'esplosione del «caso Haider», conserva un rigoro�so riserbo) fece fuoco e fiamme. «Naturalmente non è il caso di ricordare questi episodi del passa�to per un gusto perverso del sensa�zionalismo storico», precisa Schwarz, ma perché questi prece�denti rimossi e sepolti nella dimen�ticanza collettiva dell'Europa pron�ta a far scattare la tagliola delle sanzioni per colpa della nuova coalizione nero-blu a Vienna, con�tengono un triplice insegnamento nascosto nelle pieghe della grande mascherata politica (e storiografi�ca)». Il primo insegnamento è che «il Demonio, l'inawicinabile, l'im�presentabile partito di Haider che ha preso il timone non sempre è stato considerato tale, a comincia�re dai socialisti che oggi partecipa�no al coro dell'indignazione. E' per una ragione molto semplice: il Partito della Libertà è sempre sta�to un'affermazione molto composi�ta e ambivalente, ma mai neo-nazi�sta, neanche quando a dirigerla era un ex SS». Secondo insegnamento è che «a cambiare non è stato il partito di Haider ma i socialisti che hanno sostituito a una strategia dell'inclusione e della assimilazio�ne una strategia opposta di delegit�timazione preventiva e di reclusio�ne della mina va�gante rappresenta�ta da Haider in una gabbia infet�ta». Il terzo inse�gnamento è che l'Austria soffre an�cora di una memo�ria difettosa e omertosa che le «impedisce di fare seriamente i conti con il suo passato, con quello terribi�le del coinvolgi�mento nell'apoca�lisse nazista e quel�lo della sua demo�crazia ancora asfittica». Naturalmente, questo rapporto disturbato e reticente con la pro�pria storia e con l'elaborazione di una memoria che non sia autocele�brativa e autoindulgente finisce per ripercuotersi negativamente anche sul presente. Perché grava un'altra ipocrisia nel tragico Carne�vale che ha consegnato all'Austria il ruolo davvero poco invidiabile di osservato speciale, severamente scrutinata dai governi europei e dagli Stati Uniti: un'ipocrisia che inevitabilmente prende il nome di Thomas Klestil il presidente della Repubbhca che ha tentato di con�trastare con tutte le sue forze istituzionali la formazione del go�verno nero-blu guidato da Wolf�gang Schuessel. La chiave psicolo�gica e politica per comprendere I socla loroda ieri qmentrsi è passa Klestil risiede secondo Schwarz «nell'autentico trauma patito dal�l'attuale presidente quando era ambasciatore negli Stati Uniti al tempo della tempesta intemazio�nale che ebbe come bersaglio Kurt Walhdeim». Il ricordo di quella emarginazione, di quella messa sotto accusa di fronte all'intera comunità intemazionale di un'Au�stria additata come nazione inca�pace di recidere con nettezza tutti i legami con il proprio passato nazi�sta ha certamente pesato sulla scelta di Klestil di assecondare, se non addirittura di invocare, la jresa di posizione europea contro 'accordo governativo con Haider. Solo che Klestil, che plire è stato eletto alla carica di Capo dello Stato con i voti determinanti del Partito della Libertà, si è mosso con la convinzione che le sanzioni contro il governo Schuessel non avrebbero intaccato seriamente la vita e gli interessi del popolo au�striaco. Invece, sostiene Andreas Unterbercer «gli scienziati, gli arti�sti, gli architetti, �consulenti azien�dali, gli organizzatori di conferen�ze, tutti gli austriaci che stanno subendo seri danni» dimostrano che quell'illusione era forse solo il frutto di leggerezza. L'ultima ipo�crisia, appunto. E molti, a Vienna, sperano che l'intossicazione di ipo�crisia non aggiunga ulteriori dram�mi a quello che l'Austria sta già attraversando. Anche quando sa�ranno passati i fumi del Carnevale. I socialisti dimenticano che la loro strategia nei confronti dei populisti è stata fino a ieri quella dell'assimilazione mentre col governo nero-blu si è passati alla delegittimazione Il leader dell'estrema destra austriaca Joerg Haider fotografato sui monti della Carinzia, regione di cui resta governatore