VITTORIA DELLE MAMME

VITTORIA DELLE MAMME VITTORIA DELLE MAMME re i fedayn di Arafat che avevano creato in Libano uno stato nello stato. In fatto era l'applicazione d'un disegno annessionista del 1954, come risulta dai diari di Moshe Sharret; disegno che soltan�to, e in parte, Israele concreterà nel 1978 con la cosiddetta «fascia di sicurezza» nel Sud del Libano che si rivelerà, nel tempo, una trappola senza misericordia. Una settimana dopo la morte (mostrata in tv, forse non a caso) di cinque soldati israeliani vittime di Hezbollah, il 10 di febbraio, David Grossman, grande scrittore, grande pa�triota, scrisse: «Andarsene Perché occupiamo una terra altrui e l'eser�cito d'un paese democratico, condi�zionato da limiti legali e morali, non vincerà mai contro guerriglie�ri che lottano per liberare la loro terra con l'appoggio della popola�zione». Barak non è il nuovo Rabin epperò con quel pragmat ismo dolo�roso ch'è solo dei veri soldati ha saputo scegliere tra l'orgoglio cie�co dei centurioni e l'invocazione euripidea delle mamme. Se il pre�mier saprà «gestire» il ritiro da quel Vietnam che il Sud del Libano era diventato per Tsahal: se lo sgombero è davvero blindato, la pace con la Siria non sarà più un miraggio. Ora si chiede a Barak il coraggio (politico) di restituire la terra ai palestinesi, onorando gli accordi: da vero soldato. («Sapien�te è chi tra due mali sa scegliere il minore», Prov. 3,26).

Persone citate: Arafat, Barak, David Gros, Moshe Sharret, Rabin

Luoghi citati: Israele, Libano, Siria, Vietnam, Vittoria