Gli stranieri non investono in Italia: «Troppi handicap»

Gli stranieri non investono in Italia: «Troppi handicap» Fra il '95 e il '98 gli impieghi si sono quasi dimezzati. Fassino: la carenza più seria è la formazione professionale Gli stranieri non investono in Italia: «Troppi handicap» Pininfurina: migliorare il marketing Marco Sartorclli TORINO L'Italia piace ancora poco agli stranieri. Non ci snobbano i turisti, che quelli raramente ci tradiscono, ma non solletichia�mo a sufficienza gli investitori, i giganti delle multinazionali, che muovono capitali e produ�cono occupazione. Nell'ordine, la pagella del Bel Paese, eviden�zia ancora alcune insufficienze da recuperare: nelle infrastrut�ture, nella fonnazione, nel mer�cato del lavoro (leggasi, ad esempio, flessibilità) e nel cari�co fiscale alto. Un concetto riassume la debolezza del siste�ma-Italia: scarsa competitivi�tà sullo scenario internaziona�le. I punti deboli, che non ci consentono di calamitare inve�stimenti stranieri, sono stati elencati ieri a Orbassano dal ministro per il commercio este�ro-Piero Fassino, presente, con il presidente di Federmeccanica Andrea Pininfarina, a una tavola rotonda sulla globalizza�zione del mercato e sui flussi di investimento in entrata e in uscita dall'Italia. Pininfarina, come presidente di Itp (pionie�ristica agenzia per favorire l'in�sediamento di imprese italiane e straniere a Torino e in Pie�monte, prima nata e ora final�mente non più unica in Italia: si sono aggiunte Sviluppo Ita�lia, Itainvest, ma anche, ad esempio, agenzie come quella di Brindisi e dell'Umbria), ha aggiunto un'altra insufficienza nella materia «marketing»: «Serve una decisa azione di comunicazione. L'Italia ha sottolineato -, deve imparare a vendere all'estero le cose buo�ne che sa produrre e a sanare al suo interno i punti deboli. Ave�re un buon prodotto e non farlo conoscere non serve a nulla». Dimostrazione pratica: su in�ternet, i navigatori possono collegarsi a Itp, ma anche a investinfrance.org/italia. Quest'ul�timo è il sito governativo -, per la promozione degli investi�menti in Francia; non solo: quattro agenzie francesi han�no sedi in Italia; e ancora: in Lombardia ci sono corrispon�denti sia delle britanniche West Midlands che dello Stato di New York. Da notare: le prime agenzie risalgono agli Anni 50: tra le prime quella di Colonia e quelle irlandesi. Dunque, comunicare, ma so�prattutto migliorare. «Un'inda�gine svolta tra 500 multinazio�nali ha sottolineato Fassino -, ha rivelato che la "bassa forma�zione professionale" è conside�rata un handicap superiore per�sino rispetto all'elevato carico fiscale. Tra l'altro, volendo. un'aliquota si può cambiare in un giorno, mentre per là forma�zione servo tempo. Non è quin�di un caso se nell'Unione Euro�pea siamo al penultimo posto per il tasso di investimenti estori». La posizione marginalo dell'Italia è confermata anche dai dati sottombre '99 del rapporto Unctad (organismo Gnu per il commercio e lo sviluppo): dal '95 al '98 nel nostro Paese i flussi di entrata si sono dimezzati, scendendo da 4,87 a 2.61 miliardi di dollari. Il quadro della situazione ò completato da un rapporto Cnel (Consiglio nazionale del�l'economia e del lavoro), del '98: le multinazionali estere in Italia sono 1047, mentre gli investitori esteri che controlla�no almeno un'impresa indu�striale sono 867; il 64"ò provie�ne dall'Europa occidentale, il 28n7ndal Nord America, l'S'todal resto del mondo, di cui il 396 dal Giappone. Dal punto di vista della localizazione, la Lombardia è al primo posto con il 40'?ì) degli investimenti. Sud e isolo arrivano al 12^,. La situazione non ò ancora fuori controllo, ma per Fassino «non sono ammissibili ritardi, altrimenti gli investimenti prenderanno altre direzioni. L'aumento delle esportazioni e il richiamo delle improse stra�niere in Italia ha aggiunto -, non sono in contraddiziono. Sono complementari. Un esem�pio, a parte quello di alcuni nostri grandi gruppi industria�li, viene dalla Francia: ha au�mentato le sue esportazioni in Cina ila quando ha piantalo vitigni in quel paese». Anche Pininfarina ha fatto intravede�re spiragli ili ripresa, in panicolare nella crescita della compe�titività italiana: «Stando al giu�dizio espresso da mille top manager mondiali, l'Italia oc�cupa l'ottavo posto come sede per nuovi investimenti, K le loro aspettative, secondo le ricerche degli economisti, sono ottimisticho: la nostra pagella dovrebbe migliorare entro il 2004. Ma per abbandonare la posizione di ultimi tra i grandi paesi e inserisrsi stabilmente tra le dieci migliori nazioni al mondo bisogna fare qualche sforzo in più: bisogna migliora�re il marketing e i servizi l'ornili alle impreso». IL FUTURO ITALIANO IN CIFRE (Previsionl per il 2000, variazioni percenluali suH'amo precadente o attrimenti specificate) r-) centro di previsicne IRS CER UniCredito Consensus MlnJesoro OCSE Promoteia Com it ISAE J. P. Morgan © datadi aggiomamenio ott 1999 Nov 1999 nov 1999 nov 1999 die 1999 die 1999| dc 1999 gen 2000 gen 2000 gen 2000 ©prodottointemolordo 2,4 2,2 2,2 2,3 2,2 2,4 2,2 2,3 2,4 2,8 G importazioni di beni e servizi 7,0 4,2 3,3 5,2 4,5 5,6 6,4 7,0 3,9 (3)consumidellefamiglie 2,3 2,5 2,2 2,3 2,2 2 2,3 2,2 2,5 2,1 ©investimentifissilordi 5,1 4,3 4,1 4,7 5,3 4,0 4,7 4,6 5 5 ©esportazionitiibenieservizi 6,7 3,6 3,9 3,8 5,3 5,1 6,9 | 5,5 6,7 <7) produzione industfiale 2,5 3,0 2,7 2,9 3,1 4,5 O)occupazionetotale 0,6 0,7 0,8 1,2 0,8 <i)prezzialconsumo 1,9 1,8 1,7 1,9 1,2 2.1 2,0 2 1,9 Il ministro Piero Fassino

Persone citate: Andrea Pininfarina, Fassino, Piero Fassino, Pininfarina