La glie: «La mia vita sarà più la slessa» di Paolo Colonnello

La glie: «La mia vita sarà più la slessa» PARLA STEFANIA TACCHINARDI, INCINTA DEL SECONDO FIGLIO la storia Ugo Bertone e Paolo Colonnello MILANO ADESSO Fabio si chiede come hanno fatto a so�pravvivere tutti quelli che sono stati tenuti in ostag�gio per 10 mesi o più di un anno. E' stata dura, ma gra�zie al cielo è finita. La mia vita non sarà più la stessa, figuriamoci la sua...». Stefa�nia Tacchinardi, 31 anni, un pancione grande così, un sorriso sincero, ha quella voce un po' allegra e un po' agitata di chi si è accorto di essersi appena svogliato da un incubo. Giornalisti non ne vuole vedere e il suo unico, vero, grande deside�rio, adesso sarebbe quello di prendere il piccolo Federico, are una valigia e sparire insieme al marito per un bel po'. Una vacanza per dimen�ticare quattro giorni d'infer�no, dove il mondo è sembrato crollarle addosso, ogni cer�tezza svanire. Dove la paura è stata la vera compagna di notti passato in bianco, vici�no al telefono dell'apparta�mento di Milano 3. Quattro giorni indelebili durante i quali però ha an�che potuto scoprire la premu�ra e l'attenzione degli inqui�renti e la solidarietà di un intero paese, quello di Basi�glio, e del suo condominio: un vicino le ha regalato una pianta di fiori, quelli del terzo piano hanno comprato un regalo per Federico che ieri compiva un anno, un altro del primo piano si è offerto di portarle a spasso il cane, un bel Terranova scondinzolante, rimasto choccato da questa vicenda quanto i suoi padroni: «Ha smesso di vomitare soltanto ieri sera, quando Fabio è tornato in casa, povera Viki...». Ma so�prattutto la famiglia Tacchinardi si è riconosciuta nel ritratto rispettoso e non pet�tegolo, tracciato dai vicini, gente che ha fatto muro contro l'invadenza, a tratti inevitabile, dei mass-media. «I vicini sono stati fantastici e Milano 3 magnifica: ai giornalisti che davvero si sonò presi la briga di chiede�re chi eravamo, hanno rac�contato davvero quello che siamo». E lascia la frase un po' sospesa, prima di far capire tutta la rabbia e l'amarezza per ciò che ha dovuto leggere su alcuni giornali a proposi�to della sua famiglia e di quella del marito. E un tasto dolente che la fa fremere, indignare: «Ma come dice si parla tanto della privacy, ti fanno compilare moduli con decine di firme quando vai in banca e poi, in una situazione delicata come que�sta, vengono sotto casa e ti sparano in faccia le alogeno della tivù come se fosse normale, scrivono il tuo indi�rizzo sui giornali, scandaglia�no nella tua vita privata». Racconta Stefania agli amici che in questi lunghissimi quattro giorni ne ha lette di tutti i colori: «Alcune miti�che, tipo che ero in attesa di due gemelli, altre inqualifica�bili, come la lite tra Fabio e suo padre, altre ancora sem�plicemente inventate». Una La glie: «La mia vita sarà più la slessa» «Fabio ora si chiede come abbiano fatto a sopravvivere tutti quelli che sono stati sequestrati per 10 mesi o un anno. I vicini sono stati stupendi, non hanno raccontato storie» «Abbiamo un cane Viki, ha smesso di vomitare solo quando mio marito è rientrato a casa In famiglia abbiamo reagito bene, non avevamo scelta Ora ricominceremo» .,.. .... I prova? Ad esempio lo modali�tà della scoperta del seque�stro del marito: non è stata lei ad avvertire la polizia («Ma chi glielo ha detto?»), il fuoristrada non era affatto ammaccato o speronato («La macchina ora perfettamente chiusa, parcheggiata, manca�vano solo le chiavi»). Perchè Fabio Tacchinardi è stato aggredito di spalle subito dopo aver chiuso le portiere e parcheggiato regolarmen�te. E sull'asfalto non c'era alcun paio di guanti e nem�meno un passamontagna ma un cappellino. E e è una cosa, racconta alla madre Paola, che proprio non le va giù: l'illuminazione a giorno dell'appartamento durante la trasmissione "Porta a Por�ta". Cucina e bagno sono rimasti sotto i riflettori por l'intera durata del program�ma anche se in casa nessuno guardava, impegnato in ben altri drammi. Ora si tratta di ricomincia�re, sospira Stefania: «Fabio, durante questi giorni di se�questro tutto sommato non è stato trattato male. E' vero, non gli hanno mai dato da mangiare, lo nutrivano a Fabio Tacchinardi nella caserma dei carabinieri poco dopo la liberazione A sinistra, il padre dell'imprenditore milanese, Pierluigi caffè e sigarette ma non lo hanno mai picchialo. Quan�do l'altra stira è tornato a casa era un po' conciato, dimagrito, zoppicava ma per�chè era ancora anchilosato. Capirai, (piatirò giorni fer�mo, seduto a terra, al fred�do». «Non sarà stato l'Hillon.,,», prova a scherzare Stefania. Anche per chi è rimasto a casa e stala dura. Molto dura: «Ma si. ho reagi�to bene...Anche perchè non potevo faro altro. Avevo dei doveri e dovevo essere presonte». Ma adesso lo stress e la paura si fanno sentire. Non è un caso che il primo pensiero di Fabio Tacchinar�di, una volta rimesso piede noi suo appartamento, sia slato per quei sequestrati che hanno dovuto reggere la prova per tanti mesi, magari un anno e più: «E' la prima cosa che mi ha detto: ma come fanno, come hanno fatto gli altri ostaggi a regge�re cos�tanto?». Ora l'incubo sembra gettato alle spalle, 11 piccolo Federico, sembra un miracolo, ha potuto festeg�giare il suo primo complean�no con papà e mamma, assie�me agli altri parenti stretti, anche lo nonno, stravolle dalla tensione di questi gior�ni. In casa Tacchinardi sta per scendere il sipario sul dramma: «Siamo di nuovo felici, tranquilli e con tanta voglia di ricominicare. Tra i viali di Milano 3 non c'è più la piccola folla assiepala sot�to i balconi, E chi conosce Stefania, scommette che la tentazione di gettare un gavettono di vernice, come si fa tra ragazzi, contro il truppone doi cronisti, a un corto punto è stata forte. Mossa cos�sembra uno scherzo, che si può esorcizzare con una risata. Eppure appena quat�tro giorni fa, su quel viale, tra gli albori e i prati all'in�glese che circondano in un'ovatta verde Milano 3, la paura si è fatta realtà. E niente, forse, sarà più come prima.

Persone citate: Fabio Tacchinar, Fabio Tacchinardi, Quan, Stefa, Tacchi, Tacchinardi, Terranova, Ugo Bertone

Luoghi citati: Milano