EUROPA E AMERICA DOVE' LA VITTORIA? di Barbara Spinelli

EUROPA E AMERICA DOVE' LA VITTORIA? A UN ANNO DALLA GUERRA CONTRO MILOSMC Barbara Spinelli QUASI un anno è passato dalla guerra della Nato in Kosovo, e una singo�lare mescolanza di scet�ticismo e di oblio esercita il proprio dominio sulle menti d'Europa. Chi si era illuso ha conosciuto l'asprezza del di�singanno: tanto grandi si sono rivelati gli ostacoli del dopo�guerra, le fatiche della rico�struzione, gli attriti tra serbi e albanesi nella provincia gover�nata dall'Onu. Chi aveva spera�to nel subitaneo espandersi di un originale diritto delle genti il diritto di ingerenza, giusti�ficazione delle nuove guerre umanitarie ha dovuto ricre�dersi presto: le democrazie liberali hanno avuto l'audacia di intromettersi nelle patolo�gie politiche serbe o indonesia�ne, ma sono impassibili di fronte ai crimini contro l'uma�nità che il regime russo com�mette in Cecenia. L'esempio kosovaro ha suscitato nei po�poli aspettative ingenti, cui ha fatto seguito un profondo arre�tramento sia giuridico che poli�tico. La cittadinanza cosmopo�lita che il filosofo Jùrgen Ha�bermas aveva preannunciato non senza euforia, durante i bombardamenti atlantici, sten�ta a vedere la luce. Un anno è trascorso, e la Repubblica Mondiale ha smesso di adorna�re le disinvolte, sbrigative im�magini della globalizzazione. Il concetto torna ad essere quello che fu sempre, da quan�do Kant lo meditò: un difficile, scabroso pensiero. Non appro�do, ma tensione e sforzo da mettere alla prova ogni volta. C'è infine il senso di rivalsa di chi sin da principio biasimò l'operazione atlantica. Nato, dov'è la tua vittoria? domanda�no questi ultimi, e puntano il dito su Milosevic che rimane impunito sul trono, sull'oppo�EUROPA E AMERICA DOVE' LA VITTORIA? sizione serba che non sa farsi uno spazio né un nome, su Onu e Nato che non riescono a restaurare ordine o armonia nella provincia delle vendette postume. Tutti questi disinganni e sentimenti di rivincita nasco�no da una persuasione diffusa, radicata: che la controffensi�va iniziata da americani ed europei il 24 marzo del '99 non fosse una guerra normale, clas�sica, dettata da interessi stra�tegici e nazionali. Ma che fosse un conflitto affatto nuo�vo, conforme alle più intime aspirazioni di una sinistra di governo formatasi nel Sessan�totto, nelle campagne pacifi�ste. Una sinistra che quasi ovunque, l'anno scorso, aveva le redini del comando. Vero è che fu quest'ultima ad affron�tare, con coraggio, solitaria, un'operazione che non fu dap�pertutto popolare. Ma fu la stessa sinistra a creare equivo�ci, attorno all'intervento bal�canico: a parlare di guerra etica, completamente disinte�ressata, diversa da qualsiasi altro scontro bellico. A dar vita a quelle illusioni che sono all'origine, adesso, di melanco�nici disincanti o di soddisfatte rivalse. Venne infatti introdot�to nel conflitto un elemento religioso, angelico più ade�guato a una guerra santa che a una guerra necessaria, interes�sata e tale elemento danneg�giò in modo grave sia la defini�zione degli obiettivi durante le ostilità, sia l'uscita dai com�battimenti, sia la ricostruzio�ne democratica postbellica. Non solo: il confuso angeli�smo con cui fu ingaggiata l'offensiva e l'assenza di chia�ri concetti militari contaminò il comportamento degli occi�dentali verso il regime russo, quando Eltsin e Putin scatena

Persone citate: Eltsin, Kant, Milosevic, Putin

Luoghi citati: Cecenia, Europa, Kosovo