Aprono le porte 200 tesori nascosti di Renato Rizzo

Aprono le porte 200 tesori nascosti Aprono le porte 200 tesori nascosti Un weekend nel segno dell'arte con il Fai Renato Rizzo inviato a MILANO Quarantott'ore per entrare nella «Città proibita» dell'arte, conosceme i misteri, viverne i segreti: il 18 e il 19 marzo l'Italia aprirà al pubblico 235 monumenti abitual�mente inaccessibili. Chiese, chio�stri, antiche dimore, biblioteche, giardini storici si sveleranno al pubblico grazie all'impegno del Fondo per l'Ambiente Italiano che, per questa visita alla parte in ombra del nostro patrimonio, met�terà in campo circa 4 mila volonta�ri. L'itinerario che è geografia delle meraviglie e si dipanerà lun�go l'intera penisola, è stato presen�tato ieri a Milano dalla presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, di fronte al Ministro per i Beni Culturali, Giovanna Melan�dri, e al sindaco Gabriele Albertini: «Il senso che intendiamo dare alla nostra festa è chiaro: l'arte e il paesaggio appartengono a tutti e rappresentano un investimento visto che, tra l'altro, il turismo nazionale ed intemazionale è in aumento. I cittadini devono com�prendere la necessità di difender�li. Di più: devono diventare com�partecipi di questa salvaguardia». La Festa di primavera tocca 120 tra città e paesi in una sorta di «caccia al tesoro»: asciuttezze ro�maniche/leggiadrie rinascimenta�li, esuberanze barocche. Ecco i saloni riaperti di Palazzo Marino a Milano, percorsi archeologici in Abruzzo, l'architettura di Matera, la fiora della baia di leraho in Campania, i grandi manieri del�l'Emilia-Romagna, la Rimini Ma�latestiana, chiese e oratori del Friuli, quadrerie a Trieste, sugge�stive ville Liberty del Sanremese. E ancora; sagrestie lombarde, pie�vi in Vallecamonica, il parco natu�rale ed il castello ritrovato di Manerba nel Bresciano, le strade dei pellegrini e le «capele de su�sta» del Novarese, i grandi palazzi dove ha abitato la storia torinese. Accanto a questi monumenti, an�che due interi borghi da riscopri�re: Lucignano, nell'Aretino, e Gravedona, sulle rive del Lago di Como. Il primo, che domina la Val di Chiana dall'alto delle prime colline che vanno verso Siena, il 18 ed il 19 si animerà con spettaco�li e concerti e cortei storici; il secondo schiuderà al pubblico un castello dei '500: si dice che il cardinale Gallio l'abbia fatto co�struire con magnificenza e sfarzo pensando di ospitarvi il concilio. La storia lo deluse perchè quell'as�sise di vescovi, diventata pietra miliare nella dottrina cattolica, si tenne a Trento. La «Giomata del Fai» (continua a chiamarsi cos�anche se, ormai, è articolata in quarantott'ore) inaugura il nuovo Millennio con l'invito: «L'adesione al Fondo per l'Ambiente italiano vale un patri�monio». Questa edizione prevede, infatti, che in alcune città campio�ne, l'ingresso ai beni non sia gra�tuito, ma costi 10 mila lire. Il biglietto consentirà di visitare gra�tuitamente, nei tre mesi successi�vi, le proprietà del Fai con possibi�lità di accedere a iscrizioni sconta�te e a concorsi-premio con in palio cellulari e telefoni Wind. Una delle caratteristiche più stimolanti della Festa sarà la pre�senza dei 4 mila volontari, «gli apprendisti Ciceroni»: studenti che frequentano le medie inferio�ri e superiori impegnati a spiega�re, dopo averli approfonditi a scuola, gli aspetti storico-artistici dei monumenti di casa propria. Un «lavoro» per il quale il mini�stro Melandri ha rispolverato il termine «militanza»: «I ragazzi di tutte le età stanno diventando protagonisti d'ima nuova stagio�ne culturale del Paese. I Ciceroni in erba sono i fratelli maggiori di quei "bambini nei musei" dell'ini�ziativa ministeriale e i fratelli minori dei nulle giovani che abbia�mo assunto part-time nelle istitu�zioni culturali». Commento ama�ro della presidente del Fai: «Tutto bone, ma certo che se lo Slato spendesse almeno l'I per cento del bilancio, come la Francia, per salvaguardare il proprio patrimo�nio, lei, ministro, farebbe i salti di gioia e tutti potremmo essere piìi tranquilli». Giovanna Melandri fruga nelle cifre; «Tre anni fa gli stanziamenti erano lo 0,3 del Pil, oggi la cifra è raddoppiala. Am�metto che non è sufficiente, ma credo che nessuna erogazione po�trà mai esserlo. Anche perchè non esiste ministero che, senza appor�ti esterni, possa tutelare e gestire il maggior museo diffuso del mon�do: l'Italia».

Persone citate: Aretino, Bresciano, Gabriele Alberti, Giovanna Melan, Giovanna Melandri, Giulia Maria Mozzoni Crespi, Melandri