«(hiamiumolu (oppa New Zealand» di Stefano Mancini

«(hiamiumolu (oppa New Zealand» «Chiamiamola Coppa New Zealand» Coutts: «La terremo per almeno 25 anni» Stefano Mancini inviato ad AUCKLAND QUANDO Russell Coutts solleva la Coppa America sono le 5,20 (alba in Italia, pomerìggio in Nuova Zelanda). Cala il sipario e comincia la festa. Il podio e allestito su una pontone del Viaduct Basin, il porto di Auck�land. Intorno ci saranno 60-70 mila persone, accalcate sulle banchine, nelle barche, negli appartamenti sorti come funghi negli ultimi mesi. New Zealand ha stravinto, si tiene il trofeo che aveva strappato cinque an�ni fa agli americani e già pensa di tenerselo per i prossimi 25 anni almeno. «Dovremo ribattez�zarla Coppa Nuova Zelanda», proclama un euforico Coutts, Prada ha perso, ma festeggia lo stesso. L'avversario era trop�po forte, non c'è rammarico: i prossimi tre anni dovranno ser�vire a colmare il divario visto che ha annunciato ufficialmen�te Patrizio Bertelli il team italiano tornerà ad Auckland nell'edizione del 2002-2003. Sul�l'albero di Ita 45 sventola lo striscione «Arrivederci New Zealand»). Ci toccheranno ancora le notti di Luna Rossa. La quinta e decisiva regata è finita pochi minuti dopo le 3 secondo il solito copione: Black Magic parte davanti (12" addi�rittura il vantaggio), rintuzzagli attacchi e prende il largo con facilità. I secondi di distacco sono 24 dopo la prima boa, 22 alla seconda, fino ai 48 finali. L'unica novilcà ò che Russell Coutts segue la regata dalla barca di appoggio, dopo aver ceduto il timone al giovane ere�de Dean Barker. Lo skipper titolare perde cosi l'opportunità di battere il record (uguagliato mercoledì) di nove vittorie di fila in finale di Coppa America. «Anche Charlie Barr (il detento�re, ndr) avrebbe fatto cosi. E poi dal di fuori ho capito i cinque motivi per cui siamo superiori», conclude guardandosi bene dal dire quali. Al rientro in porto, gli applau�si e le sirene sono por entrambi gli equipaggi. Quello italiano arriva prima, si impossessa del�lo champagne e sommerge gli avversari. Dagli altoparlanti escono le note di «Luna Rossa» e di «Paint it black» dei Rolling Stones (che diventi l'inno di Black Magic?), mentre in cielo un elicottero trascina un enorme tricolore. Dean Barker, il viceskipper, è stordito. «Per quanto pensi che ti possa capitare dice il biondo ventiseienne non puoi arrivar�ci preparalo. Russell mo ne aveva parlato, ma finché non me lo ha detto a quattr'occhi poche ore prima della partenza non ero sicuro di niente». Barker confessa di avere avuto paura, perché sul 4-0 o si vince 0 si fa una figura da stupidi. Coutts ha parole di elogio per lui: «Ha dimostrato al mondo quanto è bravo. E' stata una regata fantastica. Nel nostro team ci sono molli talenti emer�genti, abbiamo prospettive di lungo termine». Anche Peter Blake, il baronetto padrone di New Zealand, si complimenta con i suoi e sottolinea che «il merito ò di tutti». Concluso il rituale della pre�miazione e il bagno di folla, i «kiwi» possono finalmente sfo�gare un'esuberanza soffocata nei mesi della preparazione e della gara. La festa è nel capan�none ormai dismesso di Nippon, il team dei giapponesi. Entrano migliaia di persone e i ragazzi dell'equipaggio. Dean Barker su�bisce la doccia di champagne. Le ragazze lo assediano. Se lo aspettava? «No, mi sembra un sogno. Il futuro? Ci penserò domani». Suonano i Crowded House, principale band neoze�landese (con una buona fama anche in Italia). Scorrono fiumi di champagne e soprattutto di birra. Un gruppo di italiani scatenati attira l'attenzione de�gli operatori tv neozelandesi. «Da Prada non ci hanno fatto entrare, allora siamo venuti qui», raccontano davanti alle telecamere. Si vede Loren Poole, uno dei progettisti di Black Magic. Parla di quel gioiello di barca a vela che fila come un motoscafo (la definizione è di Torben Grael, captata dal suo microfono di bordo). «Il nostro segreto è la perfezione di ogni minimo parti�colare» dice Poole. Grazie, ce ne eravamo accorti. Assoluto dominio dei kiwi anche nella quinta regata Il giovane skipper Barker: «Ho dovuto vincere perché se perdevo passavo per uno stupido davanti al mondo» Dean Barker in trionfo con la Coppa: a 27 anni ha battuto Prada nell'ultima regata

Luoghi citati: America, Italia, Nuova Zelanda