Margaret in amore e in guerra di Alberto Papuzzi

Margaret in amore e in guerra Retrospettiva a Torino: inviata di punta di Life, idolatrata e invidiata, per il suo lavoro sfidava la morte Margaret in amore e in guerra Bourke-White, la fotografia come scoop Alberto Papuzzi TORINO SI E c'è un personaggio, nel�l'avvincente storia del re�portage fotografico, che merita un posto nell'amI bita sfera della fotografia d'arte, questa è senza dubbio Margaret Bourke-White, nume�ro uno di Life negli anni 30 e 40, autrice di scoop come il primo bombardamento di Mosca, per il pubblico americano popolare come una stella hollywoodiana. A questo maestro del giornali�smo fotografico, cui si attribui�sce il merito storico di aver inventato il racconto fotografi�co, la Fondazione italiana per la fotografia di Torino, con il con�tributo di Lavazza, dedica una mostra che ripropone il dilem�ma tra fotografia giornalìstica e fotografia artistica («Margaret Bourke-White fotografa», da og�gi al 28 maggio). «La mia vita e la mia carriera non hanno nulla di casuale», disse la Bourke-White in un'in�tervista del 1960. Aveva soltan�to 19 anni quando dichiarò: «Voglio diventare una reporter, una grande reporter». Nata a New York il 14 giugno 1904, che negli Stati Uniti è il Flag Day, il giorno della bandiera, morta di Parkinson a 67 anni nel 1971, la sua è la storia^tH uìTà vera protagonista dell'Amencara Dre�am, dotata di una straordinaria forza di volontà e perciò baciata dalla buona sorte. Fu idolatrata e il suo nome faceva notizia: «Il genio audace di questa donna sfida il pericolo per fare qualche fotografia», suonava il titolo di un magazine del 1931. Donna in un mondo di uomini, era considerala un'eroìna. Come ha scritto la sua biogra�fa Vicki Goldberg (in un libro tradotto da Serra e Riva), «ave�va fatto dell'emozione il tessuto slesso della sua vita». Il segreto del suo successo fu di contìnuare a sentirsi eccitata dalla foto�grafia. «Non conosco altro piace�re che possa competere con questo», confessò alla Goldberg. Formatasi all'epoca delle lastre, che rendevano indispensabile la posa, la Bourke-White era una maniaca della perfezione tecni�ca, che tendeva a dare alle sue immagini un'aura simbolica. D'altronde, era anche impregna�la della tipica fiducia america�na nella tecnologia, nel progres�so e nei valori della nazione. Conobbe la ricchezza, non solo la fama. Nessuno fu pagalo come lei. Quando sposò Erskine Caldwell {La via del tabacco. Piccolo campo), la loro tormen�tala vicenda sentimentale era seguita come quella di Cable e Harlow. Lo scrittore la introdus�se nella cultura della Left e la trascinò in viaggi socialmente impegnati, tradotti in reportage sull'America profonda narrala da lui e fotografata da lei [You HaveSeen TneirFaces e Sdy, is This the USA). Ma Caldwell era geloso del successo di Margaret, al punto da divorziare. Lei can�cellò la storia per proteggere il personaggio pubblico che era diventata. La Bourke-White aveva ini�zialo con la fotografia industria�le, ottenendo straordinari effet�ti con immagini di potenti mac�chinari e di gigantesche ciminie�re, in cui si rispecchiava lo sforzo dell'espansione industria�le americana. Arrivò al fotore�portage con Henry Luce, l'edito�re di Time, fondatore delle rivi�ste Forfime (1930) e Life (1936), veri emblemi della stagione d'oro del giornalismo fotografi�co. Corrispondente di guerra e beniam&ia dell'aviazione, sìa nel conflitto mondiale sia in quello coreano, entrò con il generale Patlon nel campo di concentramenlo di Buchonwald, offrendo al mondo le prime immagini dello sterminio degli ebrei. Per capire il personaggio ba�sta dire che nel 1930 incontra il presidente Hoover, naturalmen�te per fotografarlo, la sera sles�sa vede a New York il regista Eisenslein {La corazzata Potiomkin), che le firma alcune lettere di accredito per un viag�gio in Urss per Fonane, nel corso del quale è invitata a fare un ritratto di Stalin. Tra i suoi ritratti ci sono anche Hoosevell e Canditi. Convinta sostenitrice del New Deal, a lei toccarono la fotografia di copertina e il servi�zio d'apertura del primo nume�ro di Life, dedicati a Fort Peck, un sobborgo della nuova frontie�ra americana, sorto attorno alla diga più grande del mondo. Fu il primo caso di photograph essay o racconto fotografico. Le immagini degli ultimi re�portage di Margaret BourkeWhite, in India nel 1946, in Sudafrica nel 1950, L'America dall'elicottero nel 1952, La pol�vere del Colorado nel 1954 (tutti documenlali nella mostra torine�se) riproponevano nitidamente la forza simbolica del suo stile, cosi vicino alla fotografia artisti�ca. Invidiala dai colleghi, amala dal pubblico, schedala daU'Fbì, di lei si deve ricordare soprattut�to quanto le disse Alfred Stieglitz, il fondatore di Camera Work: «Sa le lue foto avessero le dimen�sioni di un francobollo, sarebbe�ro grandi ugualmente. Tu vedi in grande». albpap@lastampa.it Le sue tormentate vicende sentimentali erano seguite come quelle di una star Ritrasse Stalin, Roosevelt, e Gandhi, fissò le prime immagini di Buchemvald Margaret Bourke-White al lavoro sul Chrisler building a New York negli Anni 30 Due delie foto di Margaret Bourlce-Whltc in mostra a Torino da oggi al 28 maggio presso la Fondazione italiana per la fotografia (via Avogadro 4). A sinistra Lo filo del pane durante le alluvioni di louisville. Kentucky. 1937: a destra Abitonti di Morsho//. Arkansas, 1936