La crescita dell'America adesso è a rischio

La crescita dell'America adesso è a rischio La crescita dell'America adesso è a rischio Washington spera nell'Opec, altrimenti userà le riserve strategiche Franco Pantarell�NEW YORK La possibilità di ricorrere alle riserve strategiche di petrolio per calmierar�ne il prezzo «è ancora sul tavolo». Lo ha detto ieri Bill Clinton, precisando che si tratterebbe comunque di una decisone estrema, da prendere solo dopo avere accertalo che «non ci sono altre scelle possibili». E' da giorni che il governo americano sia valutando l'ipotesi. Da una parte ci sono vari parlamentari, sopraltuiio degli Stati del Nord-Est, che lo solleci�tano; dall'altra c'è il segretario al�l'Energia, Bill Richardson, secondo il quale il ricorso alle riserve strategi�che deve servire esclusivamente a far fronte a una crisi nei rifornimen�ti, non a influenzare il prezzo del petrolio. Senza contare, dice sempre Richardson, che se si ricorre alle riserve sliategiche diventa automati�camente più difficile convincere i Paesi delì'Qpec, quando si riuniran�no il prossimo mese, ad aumentare la produzione. Ma la preoccupazione è alta: ieri a New York il greggio di riferimenlo Usa ha aperto a 30,5 dollari, al massimo degli ultimi nove anni, dai tempi cioè della guerra del Golfo. Clinton finora gli ha dato ragione. Anche ieri il Presidente ha detto che ciò che ci vuole è per l'appunto un aumento delia produzione, perché se quella sale «il prezzo del petrolio scende e la slessa cosa fa quello della benzina» e che lui è «fiducioso» della decisione che i Paesi dell'Opec pren�deranno. Tuttavia, se quella decisio�ne non sarà quella desiderata, il ricorso alle risorse strategiche rima�ne una possibilità. Ci sono speculazio�ni, naluralmenle, su quanto le parole di Clinton siano da considerare «ve�re», nel senso che rispecchiano un'in�tenzione reale, e quanto siano invece lese a «condizionare» la decisione dei Paesi produttori di petrolio. Durante il weekend appena trascorso proprio Bill Richardson ha visitato alcuni di quei Paesi per perorare la causa dell'aumento della produzione, ma i risultati a quanto pare sono slati scarsi. Nessuno di essi, si dice, gli ha dato un'assicurazione certa che nella riunione di marzo Msterra questa ipotesi. Per gli Stati Uniti il problema è essenziale come per l'Europa. E;' da anni che si paria del «miracolo* dell'economia americana, cresciuta a ritmi enonni senza che ci siano stati sogni di inflazione, finora considera�ta un pericolo solo da Alan Greenspan, il capo della Federai Resei-ve, che infatti ogni tanto ha aumentato il costo del denaro per «frenare». Ma stavolta Greenspan non è più solo. Anche Clinton ora teme che con l'aumento costante del prezzo della benzina l'inflazione possa comincia�re a galoppare anche negli Stali Uniti e non ha nessuna intenzione di pre�giudicare la cosa di cui va più fiero, la più travolgente e più «longeva» cre�scita economica americana di questo dopoguerra, a causa della scarsa pro�duzione petrolifera. Dal dicembre 1998 a oggi il prezzo del petrolio è passalo da! più basso in 12 anni, 10 dollari al barile, al più allo che ci sia mai slato: 30 dollari al barile. Anche il prezzo della benzina alle pompo americane, con il suo dollaro e 47 centesimi al gallone, è il più allo mai registrato nella storia degli Stati Uniti e le sue possibilità di dare l'avvio a una spinta inflazionaria difficile da controllare sono consi�derale molto forti. Da un eventuale esito negativo della riunione di marzo dell'Opec ci si aspetta che i ritocchi di Greenspan ai tassi di interesso possano diventare ben più consistenti di quelli operati finora e che il costo del denaro diventerebbe cos�alto da dare molto più di una piccola frenata alla cresci la economica. La conseguenza sareb�be che Wall Street prenderebbe un deciso percorso all'inverso della cre�scita pressoché costante seguila fino�ra e che buona parto della ricchezza accuniulala in questi anni verrebbe vanificata. E' per scongiurare una prospettiva del genero che Clinton ha parlato delle riserve strategiche co�me di una possibilità «ancora sul tavolo». Bill Richardson segretario americano dell'Energia

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