Morta di Aids l'idolo di Israele

Morta di Aids l'idolo di Israele Morta di Aids l'idolo di Israele Rivelazioni-choc sulla cantante O/m Fiamma Nlrenstein GERUSALEMME In tempi di animo oppresso, col processo di pace in difficoltà, ci mancava solo il titolo di prima pagina sull'Haarelz: «I funzionari del Ministero deila Sanità ammet�tono: Ofra Haza è morta di Aids», perché lo sconcerto divenisse con�fusione. Già la morte in ospedale della cantante più famosa d Israe�le, dopo due settimane di lotta contro una misteriosa malattia, aveva condensalo una nuvola nera sul vasto mondo dei suoi fans. Adesso si rompe un'icona che dona�va un senso di sicurezza a una delle nazioni più nevrotiche del mondo: è difficile accettare che la causa della sua morto sia stala la malattia infame per eccellenza. Dopo infinite chiacchiere e pellegolozzi fra le lacrime, la malattia ò slata rivelata dai pubblici ufficiali del Ministero della Sanità dopo, sombra, le denunce degli infermie�ri dell'ospedale furiosi perché l'ec�cesso di riservatezza della famiglia li avrebbe sottoposti al rischio di contagio senza precauzioni nelle prime ore del ricovero. Ofra era bellissima, aveva solo 41 anni, e fra i cantanti israeliani era la più celebre all'estero. Gli italiani la conoscono soprallullo per la canzono che arrivò seconda al Festival canoro dell'Eurovisione dell'BS, «Chai», ma ogni sua canzo�ne era il simbolo della vittoria sulla sorte della fanciulla yemeni�ta povera e minuta che ora venula fuori dal misero ma affettuoso «basso» del quartiere Hatikva di Tel Aviv cominciando a cantare e recitare a 12 anni. Per il cinquante�simo anniversario dello Stato d'Israele, Ofra era slata scelta per cantare nella grande serata giubila�re le canzoni di Gerusalemme, dunque le più adorate e controver�se, e fra di esse la bellissima «Jerushalaim shel zaav», un inno più che un canto per gli ebrei che pregano «Il prossimo anno a Geru�salemme». Anche Ofra pregava moltissimo. E non viaggiava mai, benché le sue scollature fossero generose, senza un libro dei Salmi e senza qualche Mezuzà (la benedi�zione che si pone di fronte alla porta) da regalare. Prima di ogni concerto si raccoglieva, già tutta addobbala negli abiti folcloristici di scena, le belle mani sugli occhi scuri. Poi dava il via al suo reperto�rio di canzoni orientaleggianti, ma di chiaro slampo pop. Il pop orien�tale era la sua cifra, la religione la sua forza, la fede nel sionismo la sua vita, e la sinistra pacifista la sua parte politica. Fu lei la voce più commossa e più alta alla prima manifestazione in memoria di Ytzach Rabin. E quando se n'è anda�ta, Ehud Barak e Shimon Peres hanno pronunciato in sua memo�ria parole molto commosse. Ma più che ogni altro, Ofra appartene�va alla speranza dei poveri immi�grali sefarditi del suo quartiere: anche se aveva sposalo un miliona�rio che l'aveva portata a vivere poco lontano, ad ogni festa torna�va a trovare le sue ex compagne di scuola, gli amici meno fortunati. Al suo funerale, in migUaia, erano lutti disperati quando le hanno gridato ((Addio, principessa». Ades�so, lo saranno ancora di più.

Persone citate: Ades, Ehud Barak, Fiamma Nlrenstein, Ofra Haza, Rabin, Shimon Peres

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv