Strage di Strongoli, cinque fermati
Strage di Strongoli, cinque fermati Strage di Strongoli, cinque fermati Hparroco: uscite dalle case, altrimenti la mafia vince Rocco Valenti CROTONE «Non dimenticatevi di Strongoli, non abbandonateci»: eccola l'angoscia di un paese, all'indo�mani della strage nella quale sono morte quattro persone e tra queste un pensionato, Ferdi�nando Chiarotti, ammazzato per caso solo perché si trovava lungo la traiettoria di un colpo di Kalashnikov. «Non abbando�nateci», hanno detto i parenti di Chiarotti, ieri, al sottosegreta�rio agli Interni Massimo Brutti, a Strongoli per rendere omag�gio alla salma del settantatreen�ne, nel giorno dei funerali. Me�no di 24 ore per archiviare la fine senza senso di un uomo che aveva solo amici. Omaggio alla memoria di una persona perbe�ne, che si era guadagnata la stima generale per la dedizione al suo lavoro, duro, nei campi. Omaggio sentito, nel giorno in cui i carabinieri, a poche ore dall'eccidio, hanno fermato cin�que persone: avrebbero respon�sabilità dirette nella strage di sabato. C'era molta gente ai funerali, nella chiesa madre. «Non abban�donateci» : l'appello si indovina�va dai volti delle centinaia di persone che guardavano verso i quattro metri quadrati di asfal�to, nel corso Biagio Miraglia, in cui era avvenuto l'agguato. Era rassegnazione, non indifferen�za. Perché da anni la guerra di 'ndrangheta insanguina le stra�de di Strongoli. E dopo ogni delitto, che in genere non guada�gnava altrettanto clamore, si tornava punto e a capo: nel terrore di uscire a fare una passeggiata perché ci si poteva trovarsi nel mezzo di una spara�toria. E i carabinieri non hanno colpe, dicono i parenti di Chia�rotti: «Che cosa possono fare in pochi?». Lo sanno bene: qual�che anno fa, fu segnalata ai carabinieri la presenza di un cadavere in una certa zona in modo che i killer avessero cam30 libero per colpire il proprio jersaglio in un'altra. «Non bisogna chiudersi in casa, altrimenti la mafia vin�ce»: lo aveva detto di recente altre due volte don Rosario Morrone, giovane parroco a Strongoli; quelle parole le ave�va pronunciate quando ci furo�no i funerali degli ultimi due morti ammazzati e le ha ripetu�te ieri, nell'omelia per l'estre�mo saluto a Ferdinando Chiarot�ti. E don Morrone conosce bene la situazione: «Con loro io parla�vo, e loro rispettavano quello che io dicevo», ha detto riferen�dosi alle vittime della strage. «Quello che serve è far crescere la cultura dell'amore, perché la mafia è come il grano: cresce solo se il terreno è predisposto». La rassegnazione è evidente nei volti, ma trapela anche dalle parole di un anziano che preferisce restare nell'anonima�to: «Ho fatto sei anni di guerra, ma queste cose non le ho mai viste». E un altro: «Quando mi sposto da qui quasi mi vergo�gno di dire che sono di StrongoStrongoli, paese ostaggio del�la 'ndrangheta, teatro di scontri sanguinosi per profitti anche minimi. Dopo l'eccidio di saba�to, seguito da una sparatoria tra killer e carabinieri (sta me�glio il militare rimasto ferito ad una gamba: ne avrà per una ventina di giorni), gli investiga�tori hanno bruciato le tappe di un lavoro che li impegnava da tempo, da quando si era comipciato ad avere la certezza che a Strongoli fosse riesplosa una battaglia all'interno della stes�sa cosca. All'alba di ieri i cinque ferma�ti erano già in caserma. Tra questi, Francesco Giarratano, ventottenne, scampato nell'ag�guato di sabato (nel quale, oltre a Chiarotti, sono morti un fratel�lo di Giarratano, Otello, di 24 anni. Salvatore Valente, 39, e Massimiliano Greco, 26). Sareb�be ritenuto implicalo nell'omici�dio di Otello Giglio, nel novem�bre scorso. Defitto, quest'ulti�mo, che avrebbe scatenato la reazione concretizzatasi con l'eccidio in corso Biagio Miraglia. E tra i fermati di ieri c'è anche Salvatore Giglio, fratello di Otello, 35 anni, ritenuto dagli investigatori a capo della «'ndrina», quando questa era ancora unita. Altri tre giovani li carabinieri del comando provin�ciale di Crotone non hanno dato indicazioni sui ruoli che attribu�iscono agli indagati) sono di una frazione di Crotone, Papanice. I sottosegretario agli Interni Massimo Brutti, ieri in ospedale dal carabinieri feriti nella sparatoria
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