«Una tregua? Bella, ma impossibile»

«Una tregua? Bella, ma impossibile» «Una tregua? Bella, ma impossibile» I due poli a Cossiga: troppo tardi per le riforme Gip! Padovanj E' un «sogno», quello di Cossiga, come ha ammesso lo stesso ex jresidonto della Repubblica nel'intervista pubblicata ieri dalla «Stampa», ma «potrebbe far ri�partirò l'Italia»: un ministero di tregua, un'«alta espressione isti�tuzionale e morale» che consenta di abbassare lo scontro, magari fino al punto di far ripartire il confronto tra Ds e Forza Italia por attuare quelle riforme istitu�zionali di cui il Paese ha bisogno por uscire dall'impasse. Ancora una volta Francesco Cossiga get�ta un sasso nello stagno della politica con una sua proposta decisamente contro corrente, in un momento nel quale non solo i due poli scaldano i muscoli in vista della competizione elettora�le, ma si mostrano profondamen�te divisi anche al loro interno. E il leader doll'Upr, che ha recentemente tolto il suo appog�gio al governo D'Alema per avvi�cinarsi a Berlusconi, nella sua intervista richiama esplicitamen�te il presidente Ciampi, quasi invitandolo a prendere una ini�ziativa in un momento cosi diffi�cile. Ma è possibile far ripartire la stagione del dialogo, con le scadenze del 16 aprile 8 (lo Regio�nali) e del 21 maggio (i referen�dum) cosi ravvicinate? Le reazio�ni dei partiti a Cossiga indicano che i margini sono molto ristret�ti, anche se tutti concordano con l'analisi preoccupata dell'ex Ca�po dello Stato. Dal Polo, il capogruppo di For�za Italia alla Camera, Enrico La Loggia, definisce «azzardata» l'ipotesi di un rinnovato dialogo sullo riforme istituzionali: «Non mi pare che purtroppo vi sia il dima adatto, e la colpa ò doll'attoggiamonto ostile da parte della sinistra. Abbiamo cercato in tutti i modi di indurli a ragionare, ma sono stati anche irrispettosi dogli invili che arrivano dal presiden�te Ciampi». La Loggia dico invoco si allo elezioni anticipate. «Maga�ri fossero domani aggiunge sarebbero un modo por rifare la parola ai cittadini». Analoga la posiziono di Marco Pollini, por il Ccd. «Ormai siamo al "timeout", con le elezioni allo porto non vedo quali possibilità di accordo vi siano. Inoltro credo sia meglio tenere distinto riformo o governo istituzionale». Poi però Follini precisa di essere d'accordo con l'analisi preoccupata di Cossiga: lo riformo sono necessario, ma non si possono deludere le attese del Paese, dopo tante false parlonzo. Tre anni fa, il A febbraio 1997, i presidenti delle Camere nomina�rono i 70 componenti della Com�missione bicamerale per le rifor�mo costituzionali presieduta da D'Alema (con vice il popolare Elia e l'azzurro Urbani). Nono�stante una cinquantina di sedu�te, dieci mesi dopo quell'esperimento falli o la Bicamerale venne di fatto «congelata». Michele Sal�vati, diessino dell'area «liberal», faceva parte della Commissione e ricorda come un «duro colpo» la fine di quella speranza. Perciò oggi concorda sulla necessità di avviare urgentemente un proces�so di riforma, ma nel «clima di sospetto» attuale, nella fragilità delle alleanze dei due poh vedo una sola soluzione: il referen�dum elettorale. «Quanto più oc�corrono le riforme, come si sa, tanto più le forze polifiche sono incapaci di proporle». Lo sostie�ne anche Mario Segni, l'uomo politico che più si è battuto per il sistema maggioritario: «Non ser�ve altro, l'unico strumento delle riforme è il referendum, tutte le altre sono pie illusioni. Semmai, dopo che i cittadini hanno deciso, bisognerà lavorare per ottenere il sindaco (l'Italia, cioè il premier eletto direttamente». Ma le ele�zioni anticipate potrebbero farlo saltare.. «Sarebbe una vergogno�sa fuga della classe politica», replica Segni. Su questo punto il leader dell'Udeur, Clemente Mastella, non si sbilancia: «Chi le vuole, le chieda. Io non lo faccio, porta jella». Quanto alla possibilità di un'intesa tra Ds e Forza Italia, aggiunge: «Tutto vedo in giro, meno che una tregua». Però poi j:onviei\g con il suo^jf^Hf ^.o di. partìfó, Cossiga, che la 'cnsi è sistemica e 'le «scosse telluriche sono in tutti i due poli». L'ex Presidente nell'intervista riapre la porta ai socialisti, per�ché rientrino nel Trifoglio. Ma Roberto Villetti, dallo Sdi, reagi�sce rivendicando la collocazione «geneticamente» a sinistra del suo partito, mentre gli sembra «irrealistica e impossibile» una «fase consociativa» al termine della legislatura, perché l'atteg�giamento «frontista» di Berlusco�ni non aiuta. Anche il leader repubblicano Giorgio La Malfa vorrebbe, come Cossiga, ricostru�ire un'area di centro in cui rientri Boselli con lo Sdi: «Come sempre, l'analisi dell'ex Capo dello Stato è molto lucida, la crisi in questo momento è forte. Però purtroppo non esistono le condizioni per una unità nazionale sulle rifor�me istituzionali, come fu trovata per l'emergenza economica». Ma La Malfa sente un'altra urgenza: quella di tirarsi fuori da due «schieramenti malati», nella spe�ranza che al centro possa nascere un nuovo schema politico per far ripartire l'Italia. «Oggi, è questo il vero messaggio di Cossiga, né centro-sinistra né centro-destra sono in grado di farlo da soli». La Loggia definisce azzardata la possibilità di un'intesa coi Ds «L'abbiamo cercata, ma la sinistra ha respinto anche gli inviti di Ciampi» Per Mario Segni l'unica risposta è il referendum elettorale «T\itte le altre sono pie illusioni Poi si deve fare il sindaco d'Italia» Clemente Mastella «Timo vedo in giro meno che una tregua E il terremoto riguarda entrambi gìisehieram^pti^Per il Ds Salvati il vero colpo «fu il fallimento tre anni fa della Bicamerale» W&h Enrico La Loggia (Forza Italia) Mario Segni (Referendari) Clemente Mastella (Udeur)

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