Nata a Genova la lobby liberale trasversale di Paolo Lingua
Nata a Genova la lobby liberale trasversale L'ex ministro Costa: nella nostra casa comune anche i radicali Bonino e Panneila, Orlando e Zanone Nata a Genova la lobby liberale trasversale Entro l'estate, a Torino, la prima convention del movimento Paolo Lingua GENOVA «I radicali delle liste Bonino-I'annella sono dei liberali un po' più fondamentalisti rispetto al ceppo classico. Ma possono benissimo restare all'interno della coalizione del Polo: le questioni relative al diritto di famiglia e ai diritti civili non possono essere oggetto di pat�to di governo, sono semmai com�portamenti parlamentari frutto di scelte individuali di coscienza. Quando venne approvata la prima legge sul divorzio, presidente del Consiglio ora Mariano Rumor, mentre vicepresidente era France�sco De Martino. La legge venne proposta da un liberale, Baslini, e da un socialista. Fortuna, che pure militavano rispettivamente nel�l'opposizione e nella maggioran�za». Con tono pacato, ma fermo, l'on. Raffaele Costa, più volte mini�stro e già dirigente del vecchio Pli, parla al convegno «Una casa comu�ne per i liberali» organizzato dalla rivista «Il Duemila» e dal movimen�to «Unione Liberale di Centro» già fondata da Costa sulle macerie, persino giudiziario (basterà ricor�dare il «caso» Di Lorenzo), del partito fondato da Cavour e che fu quello di Croco e di Kinaudi. Siamo a Genova, all'hotel Astoria dall'ar�redo vecchiotto, tutto mogani, fer�ro battuto e tappeti. Manca solo il dagherrotipo di Quintino Sella. In una sala, composti, un centinaio di delegati provenienti da tutta Ita�lia, ma soprattutto da Piemonte, Liguria e regioni del Nord, ascolta�no l'oratoria pacata e stringata di Raffaele Costa, cui fa da contralta�re quella pirotecnica metafore, battute, bordate polemiche im�provvise di Alfredo Biondi, anche lui «reduce» liberale, deputato dal 1968, ex segretario del partito e più volte ministro. I delegati, composti, discreti, eleganti, qualche bella signora chic, si sono incontrati in maniera informale sabato sera per un «in�contro intorno al caminetto» (che nei salotti dell'albergo c'è per dav�vero), ovvero per uno scambio di veduto amichevole. Ci sono i pie�montesi Luigi Florio, sindaco di Asti, Giuseppe Fassino, i liguri Bruno Valenziano e Gustavo Gamalero. C'è anche un pugno di parlamentari, gran parte di Forza Italia, qualche An, qualche Ccd. Ma si fa appello anche a chi milita oggi nel centrosinistra (Federico Orlando, Valerio Zanone) per non interrompere il dialogo storico. Costa annuncia per giugno prossi�mo, a Torino, una grande «conven�tion» del movimento, ribattezzato semplicemente «Unione liberale». Poi prosegue:«Oggi Forza Italia è un movimento complesso, con mol�te anime: noi riteniamo che l'ani�ma democristiana, che è forte e organizzata, debba essere riequili�brata da una forte presenza libera�le. Ci attendono, dopo le «regiona�li», gli impegni del referendum e quello delle imminenti elezioni po�litiche. Occorre ritrovare lo slancio e l'entusiamo del 1994». Alfredo Biondi, dopo aver tirato ima stocca�ta alla Lega Nord «so darò la mano a Maroni, vorrò che sia presente un notaio» (il leader leghi�sta, quando era ministro dell'Inter�no, sment�Biondi, allora alla Giu�stizia, sul famoso decreto sugli inquisiti per tangenti) ha manda�to un invito a Buttiglione e a Casini, affermando che «un accor�do è possibile». Sia Biondi, sia Costa, poi, in materia referendaria si sono dichiarati favorevoli al maggioritario e al bipolarismo. Giudizio pesante sul governo D'Alema e sulla politica delcentrosinistra. Per Costa si salva solo «per aver lavorato bene in funzio�ne del federalismo» il ministro Bassanini. In conclusione nessun partito nuovo: ma solo una ampia associazione (20 parlamentari e 30 consiglieri regionah) che vuole da�re vita a una «lobby» liberale tra�sversale «per difendere valori e principi e, soprattutto, un metodo, che sovente oggi sono usurpati e stravolti».
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