Le lezioni del professor Sacchi di Fabio Vergnano

Le lezioni del professor Sacchi Le lezioni del professor Sacchi Prima alla Cattolica, poi adAncelotti Fabio Vergnano Al mattino docente di filosofia calcistica all'Università Cattoli�ca di Milano, poi una corsa in autostrada sul a sua Porsche e nel pomeriggio si è presentato al Comunale di Torino a coccolare Carletto Ancelotti, l'allievo pre�diletto cui non fa mai mancare il proprio sostegno. Il professor Arrigo Sacchi ha trascorso cos�la giornata di ieri. Nell'aula magna dell'ateneo milanese ha spezzato il pano del calcio con il tono più dell'amico che del do�cente, parlando di uno sport in gravi difficoltà al punto che lui, se li avesse, non porterebbe figli piccoli allo stadio. Non ha pontificato, l'Arrigo, ha spiegalo al popolo le sue verità di uomo che ha dedicato una vita al pallone e come tale non si ritrova più in un mondo in cui l'aspetto tecnico conta sempre di meno. Ecco l'inquie�tante pensiero di un Sacchi pre�occupato e sempre più disamora�to: «Il calcio italiano vive un periodo di grande successo, ma è uno sport malato perché nel suo Dna è venula meno la cultu�ra sportiva che dovrebbe gene�rarlo. Oggi uno stadio è il luogo più diseducativo e violento che esista». Secondo Sacchi la re�sponsabilità di questa situazio�ne «è di tutti, in primo luogo di società, dirigenti e allenatori». Precise le sue accuse: «Se c'è violenza è perché conta soltanto vincere. Il calcio avrà un futuro se si eleverà il suo livello cultu�rale. Anche i bilanci negativi dei club generano violenza, perché costringono a vincere subito. E gli allenatori ne vengono condi�zionati. Ma anche loro si diano una regolala: la smettano di parlare come tifosi e facciano capire che non conta soltanto vincere». Infine gli arbitri. L'Ar�rigo ha spiegato: «Bisogna aiuta�re gli onesti, anche se non sono i migliori. Secondo me il sorteg�gio integrale sarebbe la soluzio�ne migliore. Tuttavia anche in questo caso non si risolverebbe la sudditanza psicologica che esiste anche nella vita reale. Ma più che di sudditanza parlerei di condizionamento verso lo gran�di squadre e i grandi campioni». Poi a Torino ha spialo l'allonamento della Juve da una posizio�ne defilata, aggrappato alla can�cellata in ferro che recinge il Comunale. Qualche problema all'arrivo nell'antistadio: un ad�detto alla sorveglianza non l'aveva riconosciuto e l'ha bloc�cato sul portone. Quindi si è intrattenuto a lungo con Ancelotti. «Carlo, adesso ti spiego come si batte Capello» ha detto al tecnico bianconero con cui ha da sempre un feeling solidissi�mo che, invece, non ha mai avuto con don Fabio, |jH B'iB^S .•4Mn '", lV,^;' ,<». '^l , T Arngo Sacchi agii studenti milancsi: -11 calcio italiano c m.ilato. gli m.iiK.i una cultum sportiva. E se c'e violcnzac perch* conta solo vincere*

Persone citate: Arrigo Sacchi, Carletto Ancelotti, Cattoli, Sacchi, Secondo Sacchi

Luoghi citati: Cattolica, Milano, Torino