«Onore alle vittime di tutte le ideologie»
«Onore alle vittime di tutte le ideologie» I LUOGHI DILLA MCMORIA «Onore alle vittime di tutte le ideologie» Ciampi ricordagli eccìdi di nazismo e comunismo Aldo Cantillo inviato a TRIfSlF ZZIIZ Davanti alle grato di ferro dello finestre della Risiera di San Sab�ba, all'impronta del forno crema�torio contro il muro diroccalo di miiltoni rossi, alla lastra che copre il baratro della foiba di Basovizza, dove si bruciarono migliaia di vile della sua genera�zione, Carlo Azeglio Ciampi dice: «Occorre far cadere odii e ranco�ri. Dobbiamo onorare insieme i nostri morti. Far si che prevalga quel che ci unisce». Parole che rieccheggiano quelle pronuncia�te l'altro ieri, alla prefettura di Trieste; unificare il ricordo «del�le vittime delle pulizie etniche o ideologiche», dei due totalitari�smi, il nazismo e il comunismo, che qui, sulla frontiera nord�orientale del Paese, hanno lascia lo più profondi.1 le loro tracce di sangue Ciampi risponde di si alla proposta del sindaco Riccardo llly (peraltro già recepita in un disegno di legge) di istituire un «giorno della memoria per le vittime di lutti gli eccidi», come accadi; negli altri Paesi europei. Non replica alla polemica del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonione («Quando, nel discorso in prefettura, parlava di odio, Ciam�pi non si riferiva a Haider») e dello slesso llly («il Capo dello Stato ha voluto tirare le orecchie a chi aveva difeso Haider? Non crudo, le orecchie non mi fanno male»). Proferisce tornare su un tema che gli è caro, quello della memoria come lappa ineludibile della riconciliazione nazionale. E, per farlo, sceglie i luoghi evocativi di due drammi. Nella foiba di Basovizza furo�no gettati, durante i quaranta giorni dell'occupazione litina di Trieste, duemila italiani. E alla risiera di San Sabba, unico cam�po di .sterminio organizzalo dai nazisti in territorio italiano, mo�rirono cinquemila tra ebrei e detenuti politici. La foiba e il lager furono visitali da France�sco Cossiga nel '91 («il mio vuol essere un gesto di pace», disse l'allora Capo dello Stalo) e da Oscar Luigi Scalfaro nel '93 («quelle vicende ci ricordano che la nostra democrazia è costala pelle, vite e sangue»). Ieri Ciampi è sostato in silenzio davanti alle lastre di cemento che ricordano le vittime naziste, e alla lapide che commemora quello lilino (mentre una profuga istriana gridava: «Fiume, Pula o Zara presen�ti»). Poi ha ribadilo l'invito lan�ciato l'altro ieri a «costruire il futuro, che si chiama pace euro�pea»; quella comunità di valori e ideali, «da eslondero anche alle nuove democrazie dell'Est», in cui non c'è posto por «indulgenze o nostalgie» verso i totalitarismi. Davanti ai diciannovenni dol Collegio del mondo unito di Dui�no, ha aggiunto; «Posso raccon�tarvi una storia, io che potrei essere vostro nonno, anzi, lo sono? Quando avevo la vostra età, anche a me è successo, come a voi, di studiare insieme con ragazzi di molli Paesi diversi. Era l'estato del '39, ero iscritto a filologia classica alla Normale di Pisa, e volevo imparare il tede�sco. Due mesi all'università di Bonn. Il mattino andavamo ai corsi, il pomeriggio in gita lungo il Reno. Alla fine di agosto comin�ciavano già a spirare i venti di guerra. E noi, nella nostra inco�scienza, scherzavamo sull'idea che da l�a poco e qui la voce del Presidente si è incrinata ci saremmo sparali addosso l'un l'altro... Il corso fini il 31 agosto. Due giorni dopo scoppiava la seconda guerra mondiale». Non è la prima volta che Ciampi lega messaggi politici al�l'evocazione della memoria col�lettiva e personale. Non a caso questo inizio di settennato l'ha portalo sovente sui luoghi della sua formazione umana e inlellelluale. Dal primo viaggio italiano nella sua città, Livorno -, al primo viaggio europeo nel suo Paese d'adozione, quello in cui studiò da ragazzo e che in età matura ne consacrò la statura internazionale, la Germania -, alle rievocazioni a Bari dell'im�barco per l'Albania e in Abruzzo della lotta antinazista, in quesi mesi il Quirinale è andato tessen�do quello che il presidente germa�nista ama definire «Bildungsroman», una vicenda di formazio�ne. Il ricordo della seconda guer�ra mondiale, ad esempio, è torna�lo alla mente di Ciampi quando, la settimana scorsa, insieme con la signora Franca ha cercalo la lapide di un compagno d'armi nel sacrario di El Alamein, prima di visitare anche il cimitero tede�sco e quello britannico. Il primo ad accorgersi delia strategia del�la memoria di Ciampi, tra i suoi interlocutori stranieri, è stato il premier israeliano Ehud Barak. Cui non sfugg�l'abbraccio alla sinagoga italiana di Gerusa�lemme tra il Presidente e il rabbino capo di Roma Elio Toaff; e che infatti, il giorno dopo alla Knesset, rievocò l'amicizia che legava Ciampi.al padre di Toaff, Sabato, cui lo studente Carlo Azeglio faceva leggere in bozze la sua tesi sulla condizione giuri�dica delle minoranze. Ma il mae�stro che ritorna spesso nelle rievocazioni del Capo dello Sla�to, ad esempio nel colloquio tori�nese con Norberto Bobbio, è Guido Calogero, suo insegnante alla Normale e suo compagno nei giorni in cui il sottotenente Ciam�pi passava le linee naziste per ricongiungersi all'esercito italia�no. Il Capo dello Stato in visita alla Risiera di San Sabba e alla foiba di Basovizza: basta con odii e rancore Carlo Azeglio Ciampi rende omaggio alle vittime della Foiba di Basovizza •Il !' " LA RISIERA DI SAN SABBA. E' uno del luoghi simbolo della memoria, unico campo di concentramento nazista In Italia dotato di forno crematorio, dove furono uccise tra le 3.000 e le 5.000 persone. La Risiera sorge alla periferia di Ti f Trieste e fu trasformata nel 1943, quando Trieste e la Venezia Giulia, Lubiana e il Friuli, erano già stati annessi dai nazisti all'Adriatisches Kustenland (Litorale Adriatico) in un Polizeihaftlager (cioè un campo di concentramento) destinato soprattutto a detenuti politici e ad ebrei. LA FOIBA DI BASOVIZZA E' un crepaccio profondo (come molti altri nella montagna carsica) centinaia di metri. Nelle sue viscere giacciono ancora oggi I resti di centinaia di italiani. Non si è mai riusciti a stabilire con precisione il loro numero Vi furono gettati dalle forze armate del generale Tito quando occuparono la città. I massacri e le vendette durarono 40 terribili giorni durante I quali I militari jugoslavi si resero responsabili di atroci violenze nei confronti degli italiani. Nella foto, il monumento a una foiba. :-iiJ-;»:**!::ft«fS GONARS. E' un piccolo Comune ' friulano nel quale il ministero della Guerra italiano istitu�nel marzo del 1942 un campo di internamento per civili. In quel campo morirono di stenti e di malattie 453 persone (sloveni e croati, uomini, dllii donne e bambini). Nel cimitero di Gonars oggi c'è un monumento che ricorda quelle vittime. E' per rendere loro onore che Ciampi ha inviato il proprio consigliere militare a deporre una corona d'alloro sul monumento. Nella foto, truppe italiane in partenza per la Jugoslavia.
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