Così è nato il colpo mediatico del premier
Cos�è nato il colpo mediatico del premier Cos�è nato il colpo mediatico del premier Da Sanremo la risposta alla pioggia di spot del Cavaliere Maria Teresa Meli ROMA In principio fu Berlusconi. Anno 1994: il Cavaliere dimostrò a tutto il mondo come si usa la tv in politica. Fece presto proseliti. Rac�contano le malelingue di Mediasel che D'Alema, ancora segretario, andò a lezione da Maurizio Costan�zo. Arrivalo alla presidenza del Consiglio ha affinato il suo stile e con un colpo da maestro ha ripaga�to il leader di Forza Italia-delia sua slessa moneta con un «maxispol» di cinque giorni al festival di Sanre�mo. La risposta al Berlusconi ver�sione natalizia e a quello oscurato dalla par condicio. I sondaggi, che a Palazzo Chigi vengono commissio�nali quasi quotidianamente sui più disparali argomenti, davano in cre�scila di popolarità il gran capo di Fi, proprio grazie a quei messaggi tele�visivi? Ebbene, la situazione, di colpo, si è rovesciala. «Per noi è slato un vera successo, si, ò andata benissimo, e la conloslarione del Polo si è trasformata in un boome�rang», può dire ora ai suoi D'Alema, con un sorrisone soddisfallo. Già, l'opposizione fatica a polemizzare su un argomento che arpiona le emozioni della gente, come la po�vertà dei Paesi in via di sviluppo. Al piano nobile di Palazzo Chigi si fa festa e qualcuno, in modo non proprio benevolo, invia un pensie�ro al povero Veltroni, che, lontano dalle luci della riballa, è impegnalo in un tour faticosissimo proprio in quei Paesi a cui bisognerebbe azze�rare il debito. Ma quanto lavoro, dietro quel risultato, a lungo cerca�lo. Nulla è più affidalo al caso, alla presidenza del Consiglio, visto che l'obiettivo è allo. Non ha a che fare con le regionali di aprile, come credo il Polo. E' l'aumento della popolarità di D'Alema, che viene testala con regolare frequenza dal sondaggisla di fiducia del premier, lo scopo, e il traguardo è la premiership del 2001. Di qui l'idea di creare un gruppo di consultazione infor�male, composto da personaggi di area diossina, che si occupano di lemaliche giovanili (dove pergiovani vengono inlesi coloro che hanno fino a 35 anni), tra i quali c'è (e come poteva mancare) anche chi scrivo di musica. Al gruppo si chie�dono valutazioni su ciò che viene fallo dal capo del governo, ma puro consigli, suggerimenti, por sfonda�re i quell'area dell'olelloralo. In questo quadro, è chiaro, l'idea di ricevere sia Lorenzo Cheru�bini che Paul Hewson rappresenta un colpaccio. E per'incontrarli, D'Alema ha saltato l'appunlamenlo con la tavola rotonda sulla «Glo�balizzazione e le scelt* dell'Italia», promossa da Business inlemalional ed Economist Conferences. Il premier avrebbe dovuto tirare le conclusioni di quella riunione, ma non ci ha pensalo due volle e ha scollo Jovanotti e il leaderdegli U2, Bono. Le indiscrezioni autorizzate riferiscono di un D'Alema ironico e scoppiettante che si rivolge a Cheru�bini con queste parole: «Se dovesse rifare una canzone, la prego di chiedere a Berlusconi che la legge sul debito dei Paesi più poveri sia approvata al più presto». E l'alle�gria del premier è scontala: ha vinto questa partila modialica con il Cavaliere. Tanto che quando En�zo Biagi gli chiodo di partecipare al «Fatto» lui, in ossequio alla par condicio, accolla, ma chiede il fac�cia a faccia con il leader di Fi. Il quale leader si defila (è inalalo) e gli azzurri dopo aver pensato di man�dare qualcun altro, decidono so�prassedere perché capiscono che almeno questa «manche» è persa. Sì, i forzisti sono in sofferenza. Il loro vicecapogruppo Elio Vito fer�ma il premier alla Camera, ma quello gli replica secco: «Non mi fate incazzare. Credete sul serio che quella canzone di Jovanotti l'abbia scritta io?». Le voci si altera�no, però la cosà finisce li. ' «Secondo me è stato Un succes�so», dice adesso sorridendo il sotto�segretario àll^Comuniciffiioni Vin�cenzo Vita. Un successo preparalo da mesi. Da quando, a giugno dello scorso anno, al G7 di Colonia i sette grandi discussero dell'azzeramen�to dei debiti dei Paesi in via di sviluppo. In quell'occasione Bono fermò Schroeder in piazza per pre�sentargli la petizione di «Jubilee 2000», Blair parlò a D'Alema della campagna del leaderdegli U2, Mar�co Minnili e Elena Monlecchi fece�ro il resto (ossia le trattative per l'arrivo in Italia di Hewson), e Gianni Cuperlo, che di Fabio Fazio è amico intimo, completò il quadro. Il successo del premier non va giù al presidente della Commissione Esteri Achille Occhello, che spiega: «Questo è un trucco, o come si dice a Roma, una sòia: le stosso organiz�zazioni che muovono Jovanotti so�no venute da me a dirmi che la leggo varata dal governo D'Alema su questa materia va cambiata. E' una schifezza: non è vero che azze�ra i debiti dei Paesi in via di sviluppo, e infatti, com'è scritto nel testo, non comporta oneri per lo Stalo"». Si lamenta Occhetto, ed è vero che il ddl non azzera i debili, però, è poi lo slesso ex leader diessino a darsi la risposta di quan�to è accadilo; «Un'operazione di propaganda dice non consento informazione». Già, Berlusconi in�segna. Anzi, insegnava, perché a quanto pàifié'D'Alema «SBirniai gli tiene lesta. Jovanotti e Bono Improvvisano una conferenza stampa dietro Montecitorio
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