« Vi daremo un Paese normale »

« Vi daremo un Paese normale » L'IRAN DOPO LA VITTORIA DEI RIFORMISTI « Vi daremo un Paese normale » Il programma di KhatamiJr, il trionfatore reportage Mimmo Condito ■*\ittry ? . inviato a TEHERAN SE anche le facce della gente comune, non gli eroi, non i grandi protagonisti, ma pro�prio la gonio qualsiasi, quella d!una vita quotidiana perduta noll'arionimato, se le loro facce possono essere significativo di sentimenti ed emo�zioni che appartengono a tulli, allo�ra ieri bisognava essere nella picco�la aula affollala di telecamere, di microfoni, e giornalisti, dove l'uo�mo piti volato dell'Iran, questo nuo�vo astro della politica mediorienta�le, il dottor Mohammed Reza Klialami, slava spiegando al mondo gli impegni che ora assume di fronte al futuro, In quella stanzetta i colleghi iraniani che iìn dagli anni di Khomoini sono compagni di lavoro dei inedia internazionali si guardavano a occhi spalancati, con facce segna�lo dallo stupore: «Era dai primi tempi della rivoluzione che non Sentivamo tanta chiarezza di impe�gni». Diritti umani, libertà di pensie�ro, diritti dei parliti, diritto alla privatezza, modifica dolio leggi re�pressive. Pianamente, senza slogan, senza alzare mai la voce, solo con qualche raro sorriso alle domando più pungenti, Khatami usciva fuori dal bozzolo che nuora l'aveva tenu�to schiacciato dentro l'immagine un po' sprezzante di «fratello del Presi�dente», e si rivelava nella sua sorprondonlo statura di leader politico colto, intolligenle, preparato, e so�prallullo consapevole. Consapevolo di due cose parlicolannento: dul�ia grande forza elio il voto gli ha dato, ma anche dei limili dei quali dovrà toner comunque conto. «Non tulio è possibile subilo ha detto aprendo le mani davanti ai microfoni Poro subilo vi dico qual'ò il primo obiettivo che indiche�rò al futuro Parlamento: il rispetto dei diritti individuali». In un Paese dove il nomo di Allah imprigionan�do, torturando, uccidendo ha spes�so coperto feroci violazioni della libertà, un politico che trasforma in uno strumento di recupero della dignità dell'uomo il plebiscito avuto dalla sua gente appare come il prodotto di una cultura nuova. E quando gli ho chiesto se però questo nuovo Iran non rischi di apparire come un ostaggio dentro una gabbia della quale non ha le chiavi, Khatami ha sorriso facendo di no con la testa, più volte. «La Costituzione ha tuttora grandi spazi di garanzia giuridica che non sono stati mai aperti. I diritti civili, la definizione corretta di reato politi�co, la libertà di pensiero, la libertà di stampa: questi sono irincipi che stanno già scritti in quelle pagine, e vanno realizzati. E se qualche nor�ma di legge contrasta come per esempio l'esistenza del Tribunale Speciale del Clero correggeremo quella norma. La Costituzione va rispettata da tutti». Laici e religiosi, allo stesso mo�do? «Di fronte alla Ìo{jge sono uguali tutti». Ma avrete la forza por soste�nere quoslo impegno? «Avremo la maggioranza del Parlamento, e il Parlamonlo è l'unico organo legisla�tivo. Vi costituiremo i parliti, che sono uno strumento essenziale por il dibattito politico. E la dialettica delle forzo nel Majlis non potrà ignoralo il valore del forte messag�gio di cambiamento, di riformo, di rispetto universale della leggo che la società ci ha dato noi voto di venerdì». Questo sorprendente leader, 43 anni, urologo, professore universita�rio, ha credenziali che qui lo fanno inattaccabile: lolla politica contro lo Scià fin dall'università, poi prota�gonista con altri suoi compagni doU'assalto all'ambasciala america�na, e ora da tre anni (dopo la paranlesi accademica a Teheran e a Londra) consiglioro politico del Presidonto. E alla inevitabile domanda sui rapporti con gli Usa, Khatami ha risposto saggiamente, come da co�pione: «Siamo interessati alla di�stensione, e alla nascila di relazioni basale sull'uguaglianza e sul mutuo rispello. Però vogliamo alti concreti por esempio, l'abolizione dell'em�bargo non salamelecchi diplomali ci». Metà carne metà pesce, votalo in un plebiscito ma ancora senza pote�ri concreti, Khatami non poteva diro nulla di più di quanto ha detto. Ha rassicuralo il Paese che nessuno mai più potrà andargli a mettere il naso dentro casa, ha tranquillizzalo i giovani che ora sarà possibile avere la parabola e guardarsi in pace tutte le tv che vorranno capta�re, ha dello che bisognerà saper dare risposte non solo al desiderio di libertà della parte piti abbiente (e più consapevole) della società, ma anche al diritto di lavoro e di benes�sere economico dei più poveri. Certo, nella stanzetta affollata e a bocca aperta non c'era nemmeno il turbante di un mullah. La clerocrazia era rimasta tutta fuori, a leccar�si le ferito e a capire quale lattica adottare di fronte al nuovo potere, se cedere al compromesso o dare battaglia. Il fratello del Presidente promette rispetto dei diritti umani, libertà peri partiti, libertà di stampa, diritto alla privacy modifica delle leggi repressive anche se «non tutto è possibile subito» Mohammed Rem Khatami, fratello del capo dello Stato iraniano: vent'anni fa ha partecipato alla presa d'ostaggi nell'ambasciata americana a Teheran

Persone citate: Khatami, Mohammed Rem Khatami, Mohammed Reza Kliala

Luoghi citati: Iran, Londra, Teheran, Usa