«Al calcio serve una Tangentopoli» di Roberto Condio

«Al calcio serve una Tangentopoli» Nell'ormai solito luned�dei pianti, Capello apre la settimana di Juve-Roma tornando a parlare di sudditanza psicologica «Al calcio serve una Tangentopoli» Zamparini: denuncio il sistema, non un arbitro Roberto Condio Piero Serantoni E' un ritornello più noioso di quello di una qualsiasi canzonetta di Sanre�mo: dopo una domenica di risse e di veleni, ecco puntuale un lunedi di pianti, di accuse incrociale, di mes�saggi più o meno cifrali per evitare la domenica successiva di essere anco�ra tra chi si lamenta. Salvo qualche rara voce fuori dal lacrimoso coro, chi vive di calcio continua imperter�rito ad' alimentare la stagione dei sospetti. Senza accorgersi che la gente comincia a stufarsi. Ignorando chi continua a parlare in modo farsesco dell'opportunità di spaccare il campionato separando le squadre del Nord da quelle del Cen�tro-Sud, in testa alla hit parade degli incendiari ieri abbiamo trovato due vecchie conoscenze di questa classifi�ca: Maurizio Zamparini e Fabio Ca�pello. Il presidente lagunare ha incas�sato il deferimento per il commento all'arbitraggio di Pellegrino in Venezia-Juve («Sa come fare carriera»). l'ha definito «una pagliacciata, per�ché se avessi detto quello che pensa�vo mi sarei beccato l'ergastolo» e poi ha sparato a raffica: «Ci vorrebbe una Tangentopoli anche nel calcio. Va denunciato il sistema e non un singolo arbitro. E' un mondo da cambiare, fatto di irregolarità e favo�ritismi. Gli scudetti li rubavano an�che vent'anni fa, ma adesso c'è la tv e la gente se ne accorge. Quattro gran�di club manovrano le designazioni: è ora di fare una rivoluzione, non importa se dicono che sono pazzo». Frasi pesantissime. Gioved�finiran�no sul tavolo del Consiglio federale: Nizzola non ha forse promesso il pugno duro con chi accusa senza produrre prove concrete? U tecnico giallorosso ha invece aperto la settimana di Juve-Roma rilanciando un vecchio tema: «La sudditanza psicologica esiste. I bian�coneri vengono favoriti perché lotta�no al vertice da molti anni. Storia e scudetti vinti pesano. Noi dobbiamo riuscire a farci rispettare dagli arbì�tri, che è la cosa più importante». Picchia duro anche il veneziano Pier�luigi Orlandini: «Dispiace veder vin�cere la Juve per gli aiuti arbitrali: contro di noi poteva farcela tranquil�lamente sul campo. Perché quando c'è un errore è sempre contro le piccole?». Poi, l'inquietante chiosa: «Non condivido certi atteggiamenti, ma è normale che, dopo una partita come la nostra di domenica, il tifoso abbia in corpo tanta rabbia e gli venga la tentazione di sfogarla sui tifosi avversari». E se a qualcuno venisse la tentazione di squalificare il signor Orlandini per l'implicito invito alla violenza? In compenso, c'è chi prova a stemperare le polemiche. Sergio Cragnotti, per esempio. Domenica, da�vanti alla tv, il presidente laziale aveva perso le staffe e ordinato il silenzio-stampa. Ieri ha dapprima buttato l�un aweitimento-minaccìa («La Lazio è forte: merita e vuole il rispetto di tutti») e poi ha tenuto toni soft: «I nervi a San Siro? Era una sfida importante, la tensione è com�prensibile. Il campionato è lungo: c'è da lavorare molto e lottare». Anche contro chi si lamenta per abitudine. Deferito per le dichiarazioni sull'arbitraggio di Venezia-Juve, il presidente lagunare Maurizio Zamparini ha sparato a zero: «Furti e favoritismi: è un calcio da cambiare»

Persone citate: Capello, Fabio Ca, Maurizio Zamparini, Nizzola, Orlandini, Piero Serantoni, Sergio Cra, Zamparini

Luoghi citati: Lazio, Roma, Venezia