Non una vittoria, una vincita

Non una vittoria, una vincita Un «non film» che diventa simbolo di celebrità conquistata senza sforzo Non una vittoria, una vincita Lietta Tornabuonl FANTASTICO; neppure «Titanio). Oltre 7 miliardi e 65 milioni nel primo week end di programmazione rappresentano sul merca�to italiano un incasso davvero eccezionale per un film: figuriamoci per un non-film come è «11 mistero della strega di Blair» ideato dai due ex studenti trentenni della Florida Myrick e Sanchez. La storia di due ragazzi e una ragazza che intraprendono una spedizione nei boschi di Black Hill nel Maryland per realizzare un videodocumentario su una strega fine Settecento eroina di leggende popolari e che si smarriscono nella foresta per non tornare mai più consiste in ottanta minuti di immagini dilettantesche, decolo�rate, sussultanti e sghembe, senza emozione né mestiere né ricerca espressiva né struttura narraliva né evoluzione dei personaggi. Niente. Appena un affare mediatico, una beffa pubblicitaria, un'occasione di chiacchiera ingegnosamente crea�ti pensando che il prodotto può essere irrilevante o inesistente; basta parlarne. Almeno, negli Stati Uniti (dove a un costo di circa 60.000 dollari ha corrisposto un incasso di circa 150 milioni di dollari) la storia venne presentala come realtà, cinema-verità. Da noi invece si sapeva in partenza che era un bluff, eppure il successo è già grande. Forse, più che il film i ragazzi sono corsi a vedere il «caso» come in pellegrinaggio, come in visita a un luogo santo, per contemplare la materializzazione del massimo sogno: il colpo di fortuna, la furbata da cento miliardi, la ricchezza e celebrità conqui�state faticando poco o niente, non la vittoria ma la vincita. Una scena del film «The Blair Witch Project» Il film horror che narra la storia di tre ragazzi videoamatori scomparsi in un bosco

Persone citate: Black Hill, Lietta, Myrick

Luoghi citati: Maryland, Stati Uniti