Rai - Comune, una lite così sembra uscita da «Striscia» di Pierangelo Sapegno

Rai Comune, una lite cos�sembra uscita da «Striscia» CENE DISERTATE E CONFERENZE STAMPA CON INSULTI Rai Comune, una lite cos�sembra uscita da «Striscia» polemica Pierangelo Sapegno inviato a SANREMO aUANDO si avvicinano le ele�zioni, noi siamo gente che dà sempre il meglio di sé. Anche quando c'è da mangiare diamo il meglio di noi. Nel baraccone di Sanremo, un revival horror Anni Sessanta che sopravvive anche alle migliori leste pensanti del Paese, mettendo insieme artisti che non ricorda più nessuno, la suburra ghi�gnante di Michele Serra, politici in cerca di voti e bravi presentatori, le elezioni fanno giusto da sfondo. Gli altri allori fanno il resto. Ottimo risultato: spettacolo spassoso, un po' delirante, probabilmente orga�nizzato dalle telecamere di «Striscia la notizia» che infatti l'hanno in serata abbondantemente mandato in onda. Litigano il Comune Polo di Sanremo e Rai Ulivo, e il sindaco minaccia di non rinnovare più la convenzione sul Festival. Per anda�re da chi? In casa Mediasel si alzano al mattino sniffando la Borsa e van�no a letto alla sera contando i nume�ri; hanno altro da fare che pensare agli spettacoli. E' una lite finta, un po' assurda, cabaret da pre-elezioni. Tutto per un invito a cena; molto italiano. La Rai diserta, il sindaco di Sanremo prende cappello. Poi tulli disertano tutto, conferenze stampa, appuntamenti vari, spaghettate alla puttanesca, tre salti in osteria, parti�te di calcio scapoli ammogliati. E lutti vogliono le scuse degli altri. Grandiosi. Scena uno. Serata di gala al Ro�yal, domenica, noia, salone pieno e un tavolo vuoto, quello del sindaco di Sanremo, costretto a chiacchiera�re con il suo assessore e il coordinato�re di Forza Italia, anziché fare gli occhi dolci alla Sastre. Comprendia�mo il suo disagio. Aspetta inutilmen�te puro Fabio Fazio, Teo Teocoli, il direttore e il presidente della Rai, Pierluigi Celli e Roberto Zaccaria. Alla Sastre quando le hanno detto che doveva cenare con il sindaco e l'assessore, dev'essersi ricordata che era a dieta. E' scappata via un attimo prima che servissero le porta�te. Comprendiamo pure lei. Teo Teo�coli, invece, ha spiegato Bepi Nava, relazioni esteme Rai, «è troppo vec�chio, onnai, ieri ha fatto quella parlila nel pomeriggio e alla sera non slava bene e se n'è andato a casa, al caldo». Difalti, era a San Siro a sgolarsi, Milan-Lazio 2 a 1, versio�ne tifoso da curva, successo impor�tante, freddo cane. Come dargli tor�lo? Tutti gli altri sono andati a mangiare da Vitlorio, pesce, vino bianco, pance piene e viva l'Italia. Raccontano i testimoni che al Royal Claudio Scajola, coordinatore nazio�nale di FI, era il più arrabbialo, ripeteva al sindaco che doveva ribel�larsi: «Quando arrivano, le ne devi andare tu. Non possono trattarci come merde...» Giovenale Bollini, il sindaco, dopo un'ora di martella�mento, s'è alzato parlando agli altri tavoli; «Io da picco�lo sono stalo ben educalo. Non metto i gomiti sul tavolo. E se sono solo qui non è perché mi so�no comportato ma�le. Ai signori della Rai mando a dire che la convenzione non l'ho ancora fir�mata». Poi ha preso e se n'è andato. A Mario Maffucci, vi�cedirettore Rai, non è rimasto altro da fare che appar�tarsi con Scajola. Tutto molto comico, senza vei^ogna, pialli vuoti, bicchieri pieni. Scena due. Conferenza slampa del sindaco alle 11,30. Non viene. Più di un'ora dopo si presenta al suo posto l'assessore al turismo Antonio Bissolotti che s'addentra appena inti�morito nella «suburra ghignante del�la sala stampa». Maffucci cerca di buttare acqua sul fuoco; «Si ò tratta�to esclusivamente di un equivoco. L'on. Scajola era piuttosto irritato. Ma poi abbiamo parlalo a lungo di tutto: del festival, del temi», di calcio». Testuale. Bepi Nava fa il suo lavoro: non ne dice una vera. «La Sastre ci è andata. Fazio stava rien�trando a Milano. Teocoli aveva la febbre». Lui dov'era? Gli chiedono: Volete chiedere scusa? «Noi possia�mo rammaricarci di ciucilo che è successo. Ma non abbiamo niente da farci perdonare». Bissolotti: «Il sin�daco si scusa. Non è potuto venire perché malato». Difalli, poco dopo s'arruffa litigando con un cronista: «Cosa ne sa lei di quel che pensa il mio sindaco? L'ho appena lascialo adesso nel suo studio...» Giornalista: non era inalalo? «Si, che è malato» E cosa ci fa nello studio? «Lavora. E' un grande lavoratore. Non lo ferma un'influenza». Comincia un duello da commedia all'italiana Anni Ses�santa. Splendido. Giornalista; «Lei è un buffone». Bissolotti; «Buffone sa�rà lei». E poi tutto il resto del copione, lei non sa chi sono io, io non ho mai delio bugie, io non le pennel�lo. Commento finale di Bissolotti: « Per mianto riguarda lo stile fra noi e la Rai, noi fino a oggi non abbiamo ancora avuto risposte ufficiali dalla Rai sul l'alto che ieri non sono venuti alla serata di gala. Semplicemente, loro erano a mangiare in un altro ristorante con gli ospiti del festival anziché da noi. Sono solidale con il sindaco». Commento finale della Rai: «Siamo rammaricali dell'equi�voco. L'invilo ora arrivato a una segreteria della presidenza anziché al presidente. Non è colpa nostra». Conio meni più in la, stanno presen�tando il film pomo sul festival. Come solfeggia Silvio Bandinelli, il regista, artista de noantri: «Saremo volgari, e vabbé. Ma a me sembra multo più pornografico il festival vero». Ripicche, minacce richieste di scuse: scene da cabaret preelettorale

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