Iran, per i riformatori è un trionfo di Mimmo Candito

Iran, per i riformatori è un trionfo Iran, per i riformatori è un trionfo Verso la maggioranza assoluta. Scontri nel Sud: 8 morti reportage Mimmo Candito inviato a QOM La Primavera di Teheran avanza, lentamente ma avanza. Scheda dopo scheda, nome dopo nome, nella spossante conta fatta a mano siamo comunque arrivali a tre quarti del conleggio totale, e i riformisti hanno già 137 seggi. La maggioranza assoluta del Parlamento (290 deputa�ti) è di 146; ancora qualche migliaio di schede, e il conto è chiuso. Forse, ma forse no. Infatti la coalizione dei riformisti questo composito «Ulivo» iraniano si mo�stra altrettanto caotica, litigiosa, e composita, dell'Ulivo originario, quello di casa nostra; e non è affatto sicuro che, alla lettura dell'ultima scheda, tutti i riformatori se ne reste�ranno da questa parte e da quella se ne stiano invece gli altri, i conservato�ri del «Polo» iraniano. Qui si vola per nome, non per lista; appare possibi�le, ultimato lo spoglio, immaginare sbandamenti, trasferimenti, compra�vendite, cambi repentini d'uniforme e di alleanze. Le (approssimative) similitudini con la politica italiana finiscono però qui, perché il ribaltone, questo si, sembra proprio un'ipotesi da scarta�re, per la spinta forte, travolgente,. inarrestabile, che è arrivata dal volo maggioritario dei giovani, e che chiede risposte coerenti, alleanze e progetti omogenei. Il ricordo dei gra�vissimi incidenti di pochi mesi fa all'Università di Teheran, è troppo recente, e troppo recente è la paura di una crisi incontrollabile, perché si possa pensare di poter cambiare impunemente il vento che ancora sta soffiando dalle urne. Il segno del futuro lo dà poi l'elenco di coloro che sono stati già eletti. Ed è un segno che perfino lo sceicco cieco Omar dovrebbe saper leggere. Al primissi�mo posto ci sono lutti i riformatori doc, quelli che sicuramente voglio�no, fortissimamente vogliono, il rin�novamento, e che mai cambieranno di poltrona: ha stravinto il fratello del Presidente, Mohamed Reza Kha�tami ; seconda (risultalo qui straordi�nario, che la dice lunga sul voto delle donne) è Jamileh Kadivar, sorella di uno dei leader duri del rifonnismo, sbattuto in galera dal tribunale dei mullah; terzo è Ali Reza Nouri, fratel�lo di Abdullah, ex ministro degli Interni, sbattuto anche lui in galera per apostasia, E poi Hadi Khamenei, fratello «infedele» della Guida Supre�ma, l'intransigente Majid Ansari, Mohsen Annin, Mohsen Mirdamadi, Ahmed Bourqani. L'elenco è lungo, ma assolutamente omogeneo: nella lunga sfilza di nomi ci sono tulli i puri e duri; di loro, non c'è da dubitare. Il problema può nascere quando si va più giù nella conta, quando arrivano coloro che sono siali eletti nella lista guidala da Rafsanjani, che era allealo dei riformatori e però anche dei conservatori. Qui bisogne�rà cominciare a distinguere, nome per nome, caso per caso, capire chi si schiera fenno, chi è disponibile alle flessibilità congiunturali, chi addirit�tura si sposterà dall'altra parte della barricata. Dei 146 (ma più probabil�mente 186) che verranno eletti nell'» Ulivo», quanti sono a garanzia, e quanti invece a scadenza? Ecco l'in�certezza, il dubbio. Ma se persino le città sante, questa Qom e Mashad nel Nord, sono stale conquistate a manbassa dai riformisti, qualcosa vorrà pur dire anche per i più deboli d'animo; alla fine, sul treno dei vinci�tori troveranno comunque più como�do salire in tanti. Il mercato ha lancialo poi un segnale che qui è stato compreso immediatamente: ieri, subito dopo l'evidenza del voto rifonnatore, il cambio con il dollaro è crollato ai prezzi di molti mesi fa; nel mondo degli affari si pensa già a un boom che l'economia aperta promessa dai riformatori dovrebbe far arrivare in breve tempo. L'unico indicatore in controtendenza è il silenzio che gior�nali, tivù e radio nazionale, hanno imposto sugli incidenti dell'altro ieri nel Sud del Paese, quando migliaia di manifestanti hanno assalilo il Palaz�zo del governatore, a Shadegan e a Shush, protestando per presunti bro�gli elettorali contro i riformatori. La polizia ha sparato, ci sarebbero olio morti, tutti giovanissimi, uno è addi�rittura un bimbo di otto anni. Queste elezioni sono state libere, aperte, sufiicientemenle corrette. As�solutamente imparagonabili con l'esercizio del volo ammesso (quando è ammesso) in qualsiasi altro Paese di quest'area. La pratica della censura su una notizia che conferma le tensio�ni del Paese, ma anche tranquillizza perla sua episodicità, è un retaggio di, pratiche che il nuovo governo dovrà impegnarsi a mutare rapidamente, E la polizia che spara ad altezza d'uo�mo, e ammazza otto ragazzi, anche se violenti, anche se lanciali all'assal�to, è un costume che la primavera di Teheran dovrà saper spazzare via dalla vita del nuovo Iran. Intanto, prima coincidenza, è stalo scarcerato con un permesso di quattro giorni, Abdullah Nouri, l'ex ministro degli Interni «impichealo» dal vecchio Parlamento e arcinemico del potere clericale. Altra coinci�denza: a riceverlo alla porta di casa ha trovalo Abtahi, che è il braccio destro del Presidente della Repub�blica, il riformista Khatami. Agalha Christie diceva che una coincidenza è una coincidenza ma due coinciden�ze sono una prova. La Primavera avanza. Il fratello del presidente della repubblica iraniana, Mohamed Reza Khatami, leader del fronte progressista

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