«Professionisti, non imbonitori»

«Professionisti, non imbonitori» INFORMAZIONE FARMACEUTICA «Professionisti, non imbonitori» La Farmindustria risponde all'articolo di Cagliano L | EDITORIALE del «British Medicai Journal» su�gli informatori scientifici del farmaco da cui ha preso spunto Stefano Cagliano per il suo articolo apparso su "Tuttoscienze" del 26 gennaio ha sollevato un vespaio di polenjche. Lo stesso "British" ha rice�vuto molte lettere in difesa dell'informazione scientifica condotta dalle aziende e degli informatori che ne sono i prota�gonisti. E questo, a differenza di quanto si affenna nell'artico�lo di Cagliano, ha più di una motivazione. In una indagine Megis pro�mossa dalla Società italiana di medicina generale (Simg) e con�dotta su più di 9.000 medici di famigha, il 72 per cento degli intervistati ha giudicato l'infor�mazione sul farmaco "corrispon�dente alle necessità di aggiorna�mento del medico". Ma non sono solamente i "numeri" a dimostrare l'insostituibilità del ruolo di chi porta notizie sul farmaco alla classe medica. L'informazione scientifica non è fatta da "imbonitori", ma da operatori altamente qualifi�cati, che dal 1993 devono posse�dere una laurea in discipline scientifiche. La loro professio�nalità non è messa al servizio di un presunto "consumismo" far�maceutico, peraltro inesistente visto che la spesa procapite per i medicinali in Italia è tra le più basse d'Europa. L'industria vuole vendere il farmaco giusto, al paziente giu�sto, al prezzo giusto. E' sulla remunerazione degli investi�menti ad alto rischio in ricerca che l'industria punta per il suo sviluppo e non su un aumento forzato delle vendite che avreb�be tra l'altro effetti negativi sulle stesse imprese visto che, in base alla Finanziaria '98 l'in�dustria farmaceutica è chiama�ta a ripianare gli sfondamenti della spesa farmaceutica pubbli�ca. Non deve poi apparire scan�daloso che sia proprio l'indu�stria a promuovere l'informazio�ne sui prodotti che produce e ricerca e rispetto ai quali possie�de un bagaglio di conoscenze incomparabile. Attraverso le no�tizie portate dall'informatore i medici vengono a conoscenza di nuovi farmaci e possono approfondire tutto quanto con�cerne farmaci già noti, nuove indicazioni, venazione di sche�mi posologici e cos�via. Ciò non toglie che non esista l'esigenza di assicurare una cor�retta informazione scientifica. A settembre, infatti, l'Associa�zione nazionale deUe industrie farmaceutiche, l'Associazione italiana degli informatori scien�tifici del farmaco (Aiisf) e la Federazione nazionale degli Or�dini dei medici (Fnomceo) han�no istituito un "Osservatorio per la qualificazione dell'inibrmazione scientifica". L'informazione scientifica d'altra parte non è lasciata all'arbitrio delle industrie far�maceutiche, ma ò attentamente disciplinala da normative speci�fiche, sia per quanto riguarda le visite ai medici, sia per i conve�gni e i congressi. Cos�come il ministero della Sanità tiene "sot�to controllo" tutto il materiale che viene distribuito dalle aziende. Non è quindi necessario nes�sun "freno", come suggerisco l'articolo di Cagliano, perché i "freni" ci sono già tutti. Piutto�sto è necessario che si approfon�disca e si migUori il trasferimen�to "bidirezionale" delle cono�scenze sui farmaci fra chi li produce e chi li utilizza, come strumento fondamentale di un atto terapeutico. Ivan Cavicchi Direttore generale di Farmindustria

Persone citate: Cagliano, Ivan Cavicchi, Stefano Cagliano

Luoghi citati: Europa, Farmindustria, Italia