Velocità, polemica sul 140 l'ora

Velocità, polemica sul 140 l'ora Dall'Europa un monito: l'Italia è il fanalino di coda, bisogna ridurre gli scontri Velocità, polemica sul 140 l'ora IVerdi: ci saranno più incidenti MILANO Venti morti al giorno, 7.200 morti e 240 mila feriti all'anno: questo il bilancio di sangue sulle strade in Italia, con un costo economico, oltre�ché umano, pari a 42 mila miliardi. Una situazione drammatica che il sottosegretario ai lavori Pubblici, Maum Fabris, definisce senza mezzi termini «una guerra civile di cui nessuno parla». Ma che l'Europa ha segnalalo con preoccupazione invi�tando il nostro paese, fanalino di coda tra le nazioni dell'unione in questo campo, a ridurre in dieci anni del 40 per cento gli incidenti stradali. Fabris, ieri a Milano, nella sede del Touring Club Italiano per assiste�re alla presentazione di una singola�re ricorca condotta dagli studenti di ima scuola media supcriore sull'indi�sciplina automobilistica nella città (che sfata il mito di una Milano ordinati! e civile sulle quattro ruote) ha lanciato un grido d'allarme raccol�to subito a Roma dal deputalo Verde, Paolo Conto, che ha annunciato bat�taglia in Parlamento sulla proposta governativa di elevare il limite di velociti! dai 130 ai 140 chilometri orari. Secondo il deputato, membro della commissione Trasiiorti della Camera, «tutti i dati statistici hanno confennato che proprio la velocità è la causa principale degli incidenti, spesso mortali sulle nostre strade: non vogliamo essere responsabili di nuove stragi. D'altra jiarte -continua Cento tutto il codice della strada risente delle pressioni della lobby dell'automobile, mentre noi ritenia�mo che il Parlamento debba ragiona�re e decidere pensando innanzitutto alla tutela della salute e della vita delle persone». Le cifre fomite però dal sottose�gretario Fabris, sembrano smentire lo preoccupazioni di Cento. Visto che, conlrariamento a quanto si pen�sa, a causare il maggior numero di morti sulle strade non sono gli inci�denti sulle autostrade ma quelli che accadono nelle città, pari al 40 per cento del totale, contro un 4 per cento rilevato sulle arterie a scorri�mento veloce. Ciò nonostante anche Fabris si dice contrario all'innalza�mento del limile di velocità. «Le cause vere degli incidenti più gravi sono proprio queste. Anzi spiega il soitosegroiario io personalmente sono anche per delle proposte di iwne alternative per chi infrange le nonne di sicurezza stradale». La soluzione? «Rispettare le nor�me che già esistono», dice il presiden�te del Touring, Giancarlo Lunati: dalla cintura di sicurezza (anche e soprattutto in città) all'uso del casco per i motociclisti, al rispetto della segnaletica, partendo dal semaforo. Come rivela la ricerca svolta dagli studenti dell'Istituto per il turismo Varalli. condotta su un campione di oltre Ifa mila autovetture, il 70 per cento dei motociclisti non rispetta il rcnso, cos�il 60 percento dei ciclisti e il 33 per cento delle auto. E a Milano, l'anno scorso, la metà delle morti è stata causata proprio dal mancato rispetto del semaforo. I 40 studenti impegnati nella ricerca promossa dal Touring Club, hanno rilevato inoltre che la quasi totalità degli automobili�sti ignorad'uso delle cinture di sicu�rezza e almeno il 5 per cento degli automobilisti jjuida con il telefonino in mano, I pruni a sconvolgersi dei risultati sono stati gli slessi studenti, che come i loro coetanei fanno un uso spregiudicato del motorino. Per loro è stata una lezione, la migliore xissibile, di educazione civica. «Una azione rileva Fabris che dal '92 dovrebbe essere obbligatoria nelle scuole ma che nessuno fa». Ci ha pensato il Touring, che intende pro�muovere analoghe ricerche in tutta Italia. (p. col.) Secondo la ricerca di un gruppo di studenti il 70 per cento dei motociclisti non rispetta i semafori La velocità è la causa principale degli incidenti in autostrada e in città

Persone citate: Fabris, Giancarlo Lunati, Paolo Conto, Varalli