Armi sull'ambulanza di «Arcobaleno»
Armi sull'ambulanza di «Arcobaleno» Era stata donata a un ospedale kosovaro 5 mesi fa: ritrovata nell'area serba di Mitrovica Armi sull'ambulanza di «Arcobaleno» La Farnesina teme ritorsioni sui volontari italiani ROMA Il ritrovamento a Mitrovica di un ingente quantitativo di anni sull'ambulanza italiana che era stata donata in settembre ad un ospedale kosovaro rischia di met�tere in pericolo la sicurezza di numerosi volontari, impegnati sul terreno ad aiutare tanto i profughi serbi quanto quelli kosovan, L'ambulanza acquistata con i l'ondi «Arcobaleno» non appartieni; più alla ong «Coopc�razione e Sviluppo» da oltre cinque mesi e i carabinieri italia�ni presenti a Mitrovica stanno verificando in questi; ore la tesi dell'ospedale di Glogovac secon�do cui gli sarebbe slata rubala nei giorni scorsi. Ma nell'arroventata atmosfera di Mitrovica divisa a metà fra serbi ed albane�si e teatro nelle ultime settima�ne di gravi scontri armati che hanno coinvolto anche le forze della Nato la vera genesi del�l'i pisodio rischia di annegare ni I vortice degli odii etnici. Non a caso ieri mattina l'ambasciata italiana ìi Belgrado ha raggiunto telefonicamente il presidento di «Cooperazione e Sviluppo», Mau�rizio Carrara, chiedendo di valu�tare h. possibilità di un ritiro del personali; (oltre venti persone) presente nel territorio della Fe�derazione .Jugoslava, Kosovo compreso. «A Belgrado temono il rischio di ritorsioni da parte dei serbi perché sull'ambulanza c'era scritto in inglese "Regalo della Missione Arcobaleno"» spiegano fonti italiane a Mitrovi�ca chiedendo l'anonimato. «I ser�bi sanno bene costa stiamo facendo per distribuire nella zona di Nis aiuti ai loro profughi dal Kosovo e quindi non temiamo vendette ne ritorsioni commen�ta Giangi Milesi di "Cooperazione e Sviluppo" re�sta però il pericolo di azioni isolate da parte di qualche squili�brato». I volontari dell'Ong italiana che ha avuto importanti riconoscimenti dall'Unione Eu�ropea per gli aiuti portati ai civili di entrambe le etnie non lasceranno dunque né il Kosovo né la Federazione Jugoslavia, ma il caso dell'ambulanza ha creato una situazione imprevi�sta. «Noi di quell'ambulanza non sapevamo più nulla dallo scorso settembre spiega Milesi quando l'abbiamo formalmen�te donata al centro sanitario di Glogovac, non possiamo certo essere considerati responsabili o minimamente implicati in quan�to avvenuto». Parole simili sono state pronunciate ieri dai funzio�nari italiani a Belgrado, in con�tatto costante con le autorità jugoslave. «Speriamo che la vi�cenda sia chiara a tutte le parti presenti in Kosovo affermano fonti della Farnesina affinché il lavoro delle nostre ong possa continuare secondo i piani previ�sti». Fra i progetti di «Coopera�zione Sviluppo» in via di realiz�zazione all'interno del Kosovo vi sono la costruzione di 2400 case a Pristina e Glogovac e di villag�gi a Pec e Brolice. Già da ieri si apprende di» fonti italliane a Mitrovica le misure di sicurez�za sono state aumentale per prevenire ogni possibile «gesto sconsiderato». (m.mo.) Un'ambulama simile a quella acquistata coni fondi della Missione Arcobaleno e donata da una associazione di volontariato italiano a un ospedale kosovaro cinque mesi fa
Persone citate: Giangi Milesi, Glogovac, Milesi
Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Kosovo, Roma
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