La tentazione di Segrate
La tentazione di Segrate Mondadori apre al sacro La tentazione di Segrate Claudio Altarocca MILANO LA Mondadori entra noi gran maro doi temi reli�giosi allestendo addirittu�ra un'intera flotta, un I nuovo marchio dotato di ben tre collane,con compili precisi e diversi di penetrazione nel mercato, con una strategia non da mordi o fuggi, ma accor�ta, di lunga gittata. Il varo è adesso, in questi giorni. Ben altra cosa, dunque, dalle incur�sioni più o meno mirate e siste�matiche degli ultimi deconni. «Uomini o religioni» si chiama l'iniziativa, e com�prende una serie ric�ca, cartonata, di sag�gi anche solidi, scientifici, o poi una collana in brossura, attenta all'attualità, e infino una collana economica con testi di autori cristiani sia classici sia con�temporanei. Il timo�niere, il responsabi�le della rolla, è Fer�ruccio Parazzoli, fi�no romanziere, insie�me con Vito Mancuso. A Parazzoli si deve anche l'ideazio�ne nei primi Anni 80 di quegli Oscar tutti rossi, una collana in�titolata anch'ossa «Uomini e religioni». L'attualo iniziativa viene da lì, no prosegue Leonardo sopra II carde ne amplia l'orizzonte o gli interven�ti. Si odono parole insolilo, alla presentazione nel palazzo Mon�dadori di Segrate: una sorta di seminario con librai e giornalisti giù in un'auletta scura e nasco�sta, quasi una cripta, sotto il livello del terreno. Parole insoUte, calde, non soltanto da parte del cardinale Dionigi Tettaman�zi, che ben volentieri benedice i nuovi libri: oggi c'è una doman�da inedita por questi argomenti, o non è dotto che tanto forme personali di religiosità, spesso improvvisato o giudicale superfi�Mondadori, -Tettamanzi ciali, non nascondano esigenze profondo, poiché anche una mo�da può nascere da istanze radica�le; o poi bisognerà pure uscire da un'idea troppo stretta di laici�smo: «Una cultura laica che rifiuta di rapportarsi con l'ambi�to religioso dice Tettamanzi -è in contraddiziono con se stessa, si confessionalizza, sia pure alla rovescia». Le parole più significa�tive vengono dai due capi della Mondadori, Leonardo, il presi�dente, e Gianni Ferrari, il respon�sabile dei libri. Tulli e due sembrano mandare a quel paese il business, almeno per il momento, e ascoltare invoco un «dovere», una «mis�sione», al di là dei soliti stoccali fra edi�toria laica e religio�sa: i libri d'argomen�to religioso sono in�fatti «uno doi pochi contrapposi che il no�stro Paese ha di fron�te a tanta banalizza�zione», dice Leonar�do; offriamo «di omologazione, di sloganizzazione, di spettacolarizzazio�ne televisiva». «L'Ita�lia ha scarsa cultura religiosa, ne ha me�no degli altri Paesi ouropoi», dice Ferra�ri. I titoli di quest'an�no prevedono opero di Tettamanzi, Toni�ni, Benzi, di tanti altri; e si segnalano opere che indicano la tendenza ad appro�fondire, discutere, valutare, co�me il Bilancio laico di 2000 di cristianesimo con contributi di Cacciari, Corti, Della Loggia e Romano, e come La Bibbia pri�ma della Bibbia di Massimo Baldacci, dove si dimostra che le antiche Scritture non sono un aorolilo, un corpo piovuto dal cielo senza parente o con altre culture, ma affondano, si radica�no in un preciso contosto nello spazio e nel tempo. Il metodo storico-filologico non solo non toglie fascino ai testi, ma al contrario gli dà nuova forza. Leonardo Mondadori, sopra II card-Tettamanzi
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