«Sanguinava, nessuno lo ha aiutato»

«Sanguinava, nessuno lo ha aiutato» Pisa: sotto inchiesta una «cerchia» di persone che avvistò la recluta e la costrinse a salire sulla torre «Sanguinava, nessuno lo ha aiutato» Due para rompono il silenzio sulla morte di Scieri Brunella Giovara Inviata a PISA Fosse vivo, gli manderebbe a dire grazie. Ma è morto. E per alcuni è morto da cretino: man�cando una presa, volando giù come un sacco, rompendosi te�sta e colonna vertebrale e soffo�cando nel proprio sangue, la sera del H agosto 1999. Nella caserma Gamerra, al Ceapar, Centro addestramento paraca�dutisti. Brigate) Folgore, Pisa. Cos., m per qualcuno Ema�nuele «Lf/ie» Scieri è morto da indegno para, infami sono i due commilitoni che dopo mesi hanno raccontato la dura vita di tante reclute, e la morte di uno che tmeva ben stretti i suoi 26 anni, la sua laurea in giuri�sprudenza e la voglia di fare il servizio militare proprio li, nel corpo degli eletti. I due «infami» la pensavano come lui: meglio la Folgore che una cosa qualsiasi. Più giovani di Lele, e tuttora in caserma, esposti più di prima alle leggi non ufficiali della Gamerra. Uno viene dal Veneto, uno dalla provincia di Livorno. Teste rasa�te, il mito della Brigata e dei Baschi rossi, e van Bene lo prove di forza, ma arrivare a morire, questo non va. «Emanuele non e stato il primo. Perché (niello era il posto preferito dai "non�ni": la torre dove asciugano i paracadute. Le recluto, loro le portavano li». A salire su por la scaletta, 18 metri, sollevandosi solo a forza di Braccia niente piedi, perché cosi non vale -, sputando sangue per acconten�tare invecchi». «Altri paracadutisti di leva sono stali costretti a salire su por la torre. Non gli è successo niente...». Ma a Scieri è succes�so. E sei mesi dopo la sua morte siamo ancora qui fuori dal portone sprangato di una caser�ma a cercare di capire chi di questi deve essere portato in un tribunale o in una corte d'assise per rispondere di quel volo. ! vertici della Gamerra, le pattu glie di ronda, i compagni di camerata, chi sapeva e non parlò, chi vide e non fece nien�te, chi «ordinò» quella prova di coraggio e se ne andò a missio�ne compiuta. Chi passo di li per caso, vide un ragazzo che ago�nizzava e non diede neanche l'allarmo. Su circa trecento militari che la caserma ospita, i sospettati sono una sottantina, più o me�no. Per reati che vanno dall'omi�cidio preterintenzionale, al�l'omissione di soccorso, alla fal�sa testimonianza. Modello 44, vale a dire sospetti, ma nessun nome ancora iscritto al registro degli indagati. Due di loro, for�se, sono già formalmente sotto inchiesta per l'omesso soccor�so: aver trovato Scieri che boc�cheggiava e sputava davvero sangue ai piedi della torretta, e non avorio aiutato. «Si poteva salvare, se solo i soccorsi fosse�ro stali tempestivi», ha sempre sostenuto la famiglia del para: la mamma Isabella, il padre Corrado, l'avvocalo Ettore Randazzo, e tutti quanti dal 16 agosto vanno ripetendo che Le�le non si ò suicidato prima ipotesi e prima versione dei fatti ma ò stato vittima di un atto di «nonnismo». E che i responsabili sono dentro la «Ga�merra», protetti da una autoomertà che forse solo due su trecento hanno deciso di rompe�re. Con un coraggio arrivato lardi, ma comunque è arrivato. Il procuratore di Pisa, Enzo lannolli, parla di «una cerchia» di persone. Da restringere anco�ra, per arrivare ai nomi: il gruppetto che avvistò la recluta Scieri, la costrinse forse dopo una scazzottata a salire su per la torre, e a dimostrare di essere «degno». Un altro gruppo che assistette sia all'esibizione forse doveva servire da avverti�mento per tutti sia al fattac�cio, ma non trovò la forza di reagire a sicuro ininacco e di denunciare. Un terzo gruppo una pattuglia di ronda, o singoli para che inciampò per caso in un cadavere e preferi girare sui tacchi e star zitto. Di questi in tutta la triste storia del para Scieri non si salva nessuno. I durissimi «non�ni» dal cuore di pietra, abituati a ben altro, e figurarsi a uno ciw viene giù da una torre senza paracaduto. I succubi testimoni che rientrarono in camerata tremando nelle loro divise. Ma soprattutto i ragazzi che passa�rono sotto la torre diretti al magazzino, o decisi a fumarsi la sigaretta in santa pace, oppure comandati in servizio di ronda nella notte del 14 agosto, nella giornata del 15 agosto, nella mattinata del 16. Più di 48 ore, senza che nessuno vedesse o sentisse a Pisa, Ferragosto, il termometro era sui 40 gradi l'odore di un cadavere in putrefazione. I due che hanno parlato hanno forse riferito "un «relato», per quanto riguarda le precise circostanze della morte di Scieri. Parole dette da altri, quelli sì, presenti al volo. Frasi che hanno fatto il giro della caserma, nomi e co�gnomi. E' quello che serve alla procura di Pisa per arrivare al dunque, cioè ad un processo. Racconti, fatti, prove. I risultati delle analisi compiuto dai cara�binieri della Scientifica sul san�gue rilevato su uno scarpone del morto, sul marsupio fuori ordinanza che indossava al mo�mento della morte, sulle chia�mate fatte dal suo telefonino. Una a casa, «mamma sto bene, sono arrivato sotto la torre di Pisa e faccio il turista». Le altre, non si sa fatte da chi e a chi. Da l�in poi, buio e qualche luce, adesso. Chi esce dalla caserma Ga�merra racconta di «tensione, nervosismo, preoccupazione, gente che si guarda in cagne�sco». Oggi la caccia agli «infa�mi» è aperta. Domani rientra a Pisa il contingente italiano spe�dito a Timor Est, Tuscania e Folgore compresi. Ma che festa sarà, senza l'allievo ufficiale Emanuele Scieri? Ma alla «Gamerra» è cominciata la caccia agli«infami che hanno parlato» snsnzHPHtL La manifestazione organizzata dagli amici del para perchè venisse fuori la verità. A destra: Emanuele Scieri la recluta siciliana uccisa durante un atto di nonnismo alo AGOSTO 1999 Nei cortile della caserma dei paracadutisti della tFolgore» a Pisa viene trtwato il corpo senza vita della reduta Emanuele Scieri, 26 anni. La morte risale a tre giorni prima: il cadavere è ai piedi della | scaletta di una torre. • 17 AGOSTO Due le piste per le indagini: suicidio o episodio di nonnismo. Il giovane potrebbe aver deciso ó lanciarsi dalla torretta, ma non ci sono messaggi per spiegare il gesto. Oppure potrebbe essere stato costretto a salire ed essere sciHato. Vengono interrogati gli altri militari e i comandanti della caserma •20 AGOSTO Dopo tre giorni di indagini la procura di Pisa chiude l'inchiesta: «Si è trattato di un tragico gioco solitario, il pari ha cercato di arrampicarsi sulla torretta ed è precipitato». Terremoto ai vertici della caserma: sospesi �i comandami. Qualche giorno più tardi è sospeso anche Enrico Celentatic. comandante della Folgore •14 AGOSTO L'avvocato della famiglia del giovane para presenta una querela alla procura pisana, insieme ad una perìzia: Emanuele sarebbe stato picchiato prima della «scalata» alla torretta. Il caso viene riaperto: vengono richiesti i tabulati delle telefonate dal cellulare •24 NOVEMBRE Una perizia richiesta dal pm della procura di Pisa conferma che non fu un atto di nonnismo, ma neppure un suicidio; Emanuele Scieri è stato ucciso. Sul corpo sarebbero state trovate lesioni non compatibili con la caduta dalla torre